ALIMENTAZIONE
SPORT
DIMAGRIMENTO
a cura di Orazio
Paternò
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UOVA,
Profittando
di una sorta di franchigia ferragostana, impiego questo spazio per un
commento
più leggero, ma ugualmente puntuto. Perché non
abbandonarmi alla cornice dei
colli Euganei in cui la natura
sboccia in boschi
verdi austriaci? Perché la serqua dei complottardi
è sempre in guardia e
attenta a monitorare le gravi minacce partorite in serie dal caro,
vecchio Nuovo Ordine Mondiale dei Leccapentole.
E non c'è sosta per i loro deliri di persecuzione. Quale
sordida macchinazione
congiura contro la nostra salute, stavolta? No, non sono le scie
chimiche. E
nemmeno le bieche trame di Big Pharma. Stavolta voliamo più
basso, là dove
razzolano le galline. Trasformate in produttrici di mortifere UOVA date
in
pasto all'ignaro consumatore dalla grande distribuzione. Quella dei
supermercati. Dove le uova hanno tutte un "sospetto" colore scuro
(marroncino o rosato). Cromaticamente distante dal "naturale" guscio
bianco che troviamo in certe cascine. Cosa succede? Che le uova scure
siano
utilizzate come veicolo per sottomettere l'umanità tramite
sostanze ad hoc
pompate nei mangimi? La risposta è molto più
prosaica ed è legata alla specie
di galline: LE
LIVORNESI, UOVA BIANCHE, LE PADOVANE UOVA SCURE.
E il colore non c’entra niente con le proprietà
nutritive dell’uovo. E’ solo un fattore genetico. Perché
in Italia troviamo le uova scure? Per la
richiesta del mercato. Agli albori degli allevamenti intensivi la
gallina
livornese andava per la maggiore perché mangiava meno e
produceva di più.
Questo ha però provocato un cortocircuito nel consumatore
che ha associato l’uovo
bianco al concetto di “industriale”.
Mentre l’uovo scuro rievocava la rassicurante atmosfera
campestre. Presto
allora si svilupparono incroci altamente produttivi che offrivano le
uova scure.
E che oggi fanno da sfondo monocromatico sugli scaffali dedicati. COLORE
DEL TUORLO
IL
COLORE ROSSO, più o meno intenso del tuorlo, gonfalone di
“naturalità”, secondo
le ciarle di certi ambienti, non è altro che un parametro
collegato alla
quantità di XANTOFILLE
presenti nel mangime. Le xantofille
appartengono
alla famiglia dei carotenoidi.
Nel tuorlo hanno una funzione protettiva, come
antiossidanti. E fanno da sentinelle alle vitamine dell’uovo.
Galline a inizio
carriera riproduttiva, depongono uova a tuorlo molto rosso,
semplicemente
perché attingono pigmenti dal proprio organismo per
depositarli nel tuorlo. E
nel guscio, nel caso di razze a uovo tinto. Più in
là con la stagione, zampe e
cresta si depigmentano e le uova tendono all'arancio. Tornano rosse se
all'alimentazione vengono aggiunti foraggi verdi, se gli animali hanno
accesso
al pascolo libero, ma anche se si forniscono loro mangimi arricchiti di
beta-carotenoidi. Le galline
sono
incapaci di sintetizzare i carotenoidi. Nei mangimi ci sono. E
contribuiscono
al colore delle uova. Con diverse soluzioni. E via con luteina, la zeaxantina presenti nel mais
(per il giallo), mentre
la cantaxantina o
le
xantofille rosse vanno supplementate ai mangimi per
ottenere un tuorlo
arancione intenso. Oppure la capsantina
o gli estratti
di paprika. Tutte sostanze lecite e innocue,
beninteso. La stessa erba
medica ha un buon potere pigmentante e viene usata
come mangime.
UOVO
BIOLOGICO…? Come in tutti i campi, il biologico non deve considerarsi zona franca rispetto a delle indagini comparative di carattere scientifico. Per sapere se quel sovrapprezzo sulle uova che va dal 39 al 95% può essere giustificato. Uno studio dell’Università di Bologna condotto su 108 galline ovaiole ha portato risultati inaspettati. Le galline sono state divise in quattro gruppi: due allevate in gabbia, due all’aperto. Due gruppi di galline (uno all’aperto, uno in gabbia) sono stati nutriti con mangime biologico, gli altri due (uno all’aperto, uno in gabbia) con mangime convenzionale. RISULTATO 1. differenza dell’1% nella quantità di albume/tuorlo (un pochino più di albume e un pochino in meno di tuorlo in quelle allevate in gabbia) nelle galline allevate all’aperto (con entrambi i mangimi). Irrilevante. 2. le uova delle galline allevate all’aperto avevano un guscio più spesso (con entrambi i mangimi) 3. il tuorlo delle galline allevate all’aperto aveva un colore più intenso, grazie al consumo di erba (con entrambi i mangimi) 4. all’analisi
chimica, TUTTE LE GALLINE NON HANNO
MOSTRATO DIFFERENZE RISPETTO AL CONTENUTO D’ACQUA, DI
PROTEINE, DI GRASSI E DI
COLESTEROLO
UN'ULTIMA CHIOSA SULL'UOVO BIO: uno studio pubblicato nel 2012 sulla rivista Journal of the Science of Food and Agricolture ha rilevato che le uova BIO avrebbero un po’ più di grassi saturi (acido palmitico e stearico) e carotenoidi di quelle derivate da allevamenti convenzionali. Ma la differenza è irrisoria (pochi punti percentuali) e non giustifica ancora il prezzo. ALLEVAMENTO
ALL’APERTO: PRO E CONTRO
FRESCHEZZA
DELL’UOVO BIOLOGICO LA FRESCHEZZA, un parametro valutato dalla dimensione della sacca d’aria all’interno dell’uovo. Più l’uovo è vecchio, maggiore sarà l’aria contenuta. E galleggerà se immerso in acqua. Uno studio dell’Università di Milano pubblicato su Food Chemistry nel 2008 è stato impietoso sul fronte della freschezza delle uova biologiche. Dove perdono nettamente terreno rispetto alle uova delle galline allevate per terra in capannoni chiusi e rispetto a quelle in gabbia: nelle uova biologiche la sacca d’aria era più grande. Uno studio americano ha spiegato il probabile motivo: la più lunga permanenza delle uova sugli scaffali dei supermercati a causa del prezzo elevato. I consumatori sono scoraggiati. E le uova restano lì. Con buona pace della freschezza. LO STESSO STUDIO, come già evidenziato nello studio bolognese, NON HA RISCONTRATO DIFFERENZE SIGNIFICATIVE DAL PUNTO DI VISTA NUTRIZIONALE TRA UOVA BIOLOGICHE E QUELLE DELLE GALLINE ALLEVATE IN GABBIA. UOVA
E DIOSSINA I CASI DI BELGIO E OLANDA
Certo, dipende dal territorio in cui sono stati condotti gli studi, aggiungo io. Ma nell’Italia spelonca di rifiuti tossici avrei delle riserve a celebrare l’allevamento all’aperto. Con le dovute eccezioni… LE
UOVA FRESCHE DI UNA VOLTA…?
BIBLIOGRAFIA
E SITOGRAFIA - J Sci Food
Agric. 2012 Sep 11. doi:
10.1002/jsfa.5914.
[Epub ahead of print] Analytical authentication of organic products: an overview of markers.
Capuano E1, Boerrigter-Eenling R, van der Veer G, van Ruth SM. - Dario Bressanini, Le bugie nel carrello, CHIARELETTERE 2013 |