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UN
VIAGGIO NELLE PROTEINE INTRODUZIONE Tanto si è detto e scritto sia sull’edificio proteico che costituisce l’impianto del corpo, sia sui fabbisogni e l’ampiezza della forbice che separa il sedentario dall’atleta, sia, per finire, sulle necessità integrative e sulla tempistica della loro assunzione. Non si vuole fare un ridondante trattato sul tema, ma, semplicemente, fare chiarezza su una serie di punti cruciali che spaziano dalla fisiologia all’alimentazione e all’integrazione. Sempre dopo aver indagato la letteratura scientifica. Operazione lunga e paziente, ma che al termine permette di distillare la scienza dalla mitologia dei soliti, noti, santoni e dalle chimere della pubblicità sfrenata. Questo approccio potrebbe anche portarci ad esternare serenamente i dubbi ove la scienza non abbia ancora dato univoca risposta… Un
po’ di fisiologia… Le proteine, come i grassi e i carboidrati, hanno nella loro carta d’identità carbonio, idrogeno e ossigeno. Ma, a differenza dei primi, esse si connotano di un segno caratteristico : l’azoto sono quindi composti “QUATERNARI”). Altri segni caratteristici minori che ne individualizzano l’impronta chimica sono lo zolfo, il fosforo, il cobalto e il ferro. Le proteine nascono a partire dall’unione di una serie di molecole più semplici dette amminoacidi. Sono 20 gli amminoacidi indispensabili al nostro corpo e tutti si caratterizzano per la presenza di un gruppo amminico (NH2) con carica positiva e un gruppo carbossilico (COOH) con carica negativa. Che cosa distingue, allora, un amminoacido dall’altro? Semplicemente la struttura di ciò che resta dell’amminoacido, chiamato catena laterale. Quanti amminoacidi servono per garantire l’esistenza di fatto di una proteina? Almeno una sequenza di 100 amminoacidi. Sotto i 100 amminoacidi abbiamo un polipeptide, mentre tre aminoacidi danno un tripeptide e due aminoacidi danno un semplice dipeptide. Ovviamente le catene di amminoacidi non si uniscono nella stessa maniera, ma avremo ora degli avvolgimenti ad elica, ora assumere forme globulari oppure combinarsi con più catene assieme. Questi loro assemblamenti apparentemente bislacchi e disordinati sono strettamente legati alla funzione della proteina ( proteine fibrose, globulari…). Chimicamente le proteine possono essere declinate in semplici ( solo amminoacidi ) o coniugate ( amminoacidi + un gruppo non proteico ). Per fare degli esempi pratici, tra le proteine semplici troviamo i capelli, le unghie ( dette anche proteine strutturali ), le albumine e globuline del sangue; mentre tra le coniugate emerge, su tutte, la nota emoglobina ( detta anche proteina di trasporto ). Non dimentichiamo gli enzimi, titolari della gestione delle reazioni chimiche dell’organismo e che per questo sono classificati come proteine catalitiche. Le proteine sono importanti
perché… • formano i muscoli dove sono
più abbondanti ( il 65% delle proteine
corporee si trova nei muscoli ) • formano le cellule nervose, nella misura
del 10% del loro peso e le
cellule ematiche nella misura del 20% del loro peso • entrano in gioco nella costruzione delle
ossa, capelli, unghie, tendini
e legamenti attraverso il collagene • formano gli "enzimi" , proteine
particolari che velocizzano i
processi biochimici dell'organismo • fanno da "taxi" , da nastro
trasportatore per alcune sostanze
come diversi farmaci • costituiscono vari messaggeri
dell'organismo che viaggiano per portare
dei segnali da un punto
ad un altro del
corpo detti ormoni. Quelli a base proteica sono:
LH, FSH, TH, ACTH, PTH ( ormone paratiroideo ), CRH ( ormone rilasciante la corticotropina ), ormone della crescita, prolattina, angiotensina, adrenalina e noradrenalina, insulina. •
formano una barriera di protezione contro le malattie attraverso gli
anticorpi • nel sangue partecipano alla formazione
dell'emoglobina e della mioglobina
attraverso una proteina globulare detta"globina" • sempre nel sangue, in forme di diversa
densità proteica ( VLDL, LDL,
HDL ), costituiscono dei mezzi di trasporto per trigliceridi e
colesterolo che,
altrimenti, galleggerebbero come la panna nel latte non omogeneizzato • entrano a far parte del DNA e RNA (grazie alla donazione di
azoto da parte di
alcuni amminoacidi), della membrana cellulare e di alcune strutture di
supporto
della cellula (citoscheletro) Avrete quindi compreso l'importanza delle proteine che , però , a differenza dei carboidrati e dei lipidi non possono essere immagazzinate come scorta in caso di bisogno e il loro apporto deve essere per forza quotidiano, ma senza forzature. Infatti
l’applicazione del
vecchio slogan di latina memoria “ melius
abundare….” e dunque indulgere in un
eccesso di proteine ( oltre il 25%-30% per periodi prolungati ) porta
all’accumulo
di sostanze tossiche come gli acidi
urici e ammoniaca che i reni , a gran fatica , dovranno espellere con
l'urina (=
disidratazione ) in aggiunta ai preziosi sali che l'acqua trascina con
sé.
Ricordiamo che per 1 gr di urea prodotta dalla
“lavorazione"delle
proteine, servono Il potere calorico di 1 gr. di proteine è pari a 4 cal. Effetti di dieta
iperproteica
(1) 17. Allen
LH, Oddoye
EA, Margen S. Protein-induced
calciuria: a longer-term study. American
Journal
of Clinical Nutrition, 1979,
32:741–749. 18. Linkswiler
HM et
al. Protein-induced hypercalciuria. Federation Proceedings,
1981,
40:2429–2433. 19. Heaney
RP. Protein intake
and the calcium economy. Journal
of the
American Dietetic
Association, 1993,
93:1259–1260. 21. Barzel
US, Massey
LK. Excess dietary protein can adversely affect
bone. Journal of Nutrition, 1998,
128:1051–1053. (2) Katch
& Mc Ardle “Alimentazione
nello sport”, CASA Ed. Ambrosiana, 2001 (3) A.A.V.V “Dietologia clinica 5-Alimenti e malattia” Edizioni Medi s.r.l.,1999 (4)
American Heart Association http://www.americanheart.org/presenter.jhtml?identifier=11234
Il fabbisogno proteico Sul fabbisogno proteico da anni si discute, non tanto nella casa della scienza, dove c’è unanimità, ma nella casa delle meraviglie delle diete di tendenza e dell’industria dell’integrazione, dove la facile speculazione trova terreno fertile in nome della promessa un rapido risultato. Un risultato quantitativo e non qualitativo, purtroppo. La percentuale che configura l’ottimale copertura del fabbisogno proteico oscilla tra il 15% e il 20%. Sia tra i sedentari che tra gli atleti (addirittura le linee guida americane- “Dietary Guidelines for Americans” o quelle canadesi- the Nutrition Recommendations for Canadians si attestano su un 12%-15% di fabbisogno proteico ). E'una percentuale che nasce dalla quota che le proteine , cioè i "mattoni " dell'organismo , rappresentano nel nostro corpo a secco : circa il 18%. Ma, soprattutto, si aggira tra il 15% e il 20% il turnover giornaliero proteico Dove sta, allora, la differenze tra sedentari e sportivi? Semplicemente nelle quantità, per cui un 15% sulle 2000 calorie di un sedentario sarà diverso, tradotto in grammi, da un 15% calcolato sulle 3000 calorie e più di un atleta. Inoltre, nell’atleta vi è una maggiore efficienza nell’uso delle proteine a disposizione. Esitando in un risparmio proteico rispetto al sedentario. ( Phillips SM, Protein requirements and supplementation in strength sports Nutrition. 2004 Jul-Aug;20(7-8):689-95 ).
Fonte:
Dr.Poortsman -
Relazione convention ISSA 2008, Bellaria La dose giornaliera raccomandata ( DGR ) di
proteine è stata
rivista ben 10 volte dal 1943 ed ha subito l'influenza di deduzioni che
poco
hanno a che fare con la scienza. In particolare si è per
molto tempo portata
avanti l'equazione : “più proteine =
più muscoli”. Ragionamento tanto banale,
quanto redditizio per le ditte produttrici di integratori. In
realtà la ricerca
ha dimostrato che una volta superato il fabbisogno quotidiano, ogni
eccesso
viene tramutato in grasso con l'aggravante delle già citate
acidificazione del
sangue e disidratazione cellulare. Attualmente Consumo
dietetico
raccomandato ( RDA ) di proteine in adolescenti, uomini e donne adulti
*
Peso
medio adolescente uomo (
14-18 anni ) = Peso
medio adulto uomo = Peso
medio adolescente donna ( 14-18 anni )
= Peso
medio adolescente uomo = Tratto da
: Katch & Mc Ardle “Alimentazione nello
sport”, Casa
Editrice Ambrosiana, 2001 Consideriamo
ora un giovane di
70-
Quantità di
alimenti ( al netto ) necessarie per ricavare 100 gr di proteine
Tabella
tratta da:
Del Toma- Mangiare per correre, Edizioni Laterza,
2004 Non è un menù impossibile per trarre una quantità di proteine adeguata alle richieste degli standard nutrizionali sportivi. Se poi qualcuno non volesse o potesse soddisfare queste richieste solo con l’alimentazione declinando parte del fabbisogno con gli integratori è un altro discorso. Anche se “non ci sono prove valide per sostenere che gli integratori proteici siano più efficaci delle fonti proteiche naturali…Purtroppo, buona parte degli effetti reclamizzati ( degli integratori-ndr ) sono solo supposti, come dimostrano i pochi studi controllati eseguiti su queste sostanze nutrizionali…”- Del Toma- Mangiare per correre, Edizioni Laterza, 2004
Con qualche
distinguo… FAO/WHO ( linee guida 1973 )
---> 0,6 gr/kg ( poi
però corretto a 0,75 gr/kg di
proteine di elevata qualità nel 1985 ) SINU
( Società
Italiana di Nutrizione Umana- http://www.sinu.it/larn/proteine.asp
) ---->
0,75
gr/kg William M Rand, Peter L Pellett
and -American Journal of Clinical
Nutrition, Vol. 77, No. 1, 109-127, January
2003
---->0,93-1,2 gr/kg usando una tecnica
diversa rispetto al metodo classico del bilancio azotato M.
A Humayun, R. Elango, R. O Ball, and P. B Pencharz
----> 0,93-1,2 gr facendo riferimento
all’ossidazione amminoacidica e non al bilancio azotato . Il
metodo
dell’indicatore di ossidazione amminoacidica-IAAO- è basato sul principio
che quando un ammonoacido essenziale
manca all’appello per la sintesi proteica, allora tutti gli
altri amminoacidi
essenziali, incluso l’amminoacido indicatore, verranno
ossidati. Misurare il
livello ossidativo degli amminoacidi permette di ricavare il fabbisogno
proteico ( J. Nutr. 138:243-246,
February 2008 ) Fabbisogno negli atleti Anche
qui i miti pubblicitari hanno enfatizzato il fabbisogno proteico su
delle basi
ben poco scientifiche . A tal punto da consigliare una DGR fino a 4 gr/kg di peso
corporeo ai body
builder . Fin dal 1988 Tarnopolsky ha attestato Lemon,
altro emerito studioso del campo, propone 1.2-1.7 gr per gli atleti di
potenza
e i velocisti e 1.2-1.4, fino a A
onor di cronaca bisogna
riportare anche le conclusioni del più volte citato Dr
Poortsman che, per
quanto converga sui fabbisogni proteici col resto della
comunità scientifica (
il noto ricercatore si attesta su circa 1,25 gr/kg/peso ), riporta una
serie di
studi che accertano l’innocuità
dell’assunzione proteica fino a 3 gr/kg/peso (JR
Poortmans & O Delallieux. Int.J.Sport
Nutr. 2000,10:28) Infine, una recente review, pubblicata sul Journal of the American College of Nutrition lascia un punto di domanda sugli effettivi benefici a lungo termine delle diete iperproteiche. Se una decina di studi esaminati hanno riportato una perdita di peso in massa grassa nel breve termine rispetto a diete con basso contenuto di proteine, solo tre di questi studi hanno definito “statisticamente significativo” il risultato (Thomas L. Halton and Frank B. Hu, MD, PhD The Effects of High Protein Diets on Thermogenesis, Satiety and Weight Loss: A Critical Review; Journal of the American College of Nutrition, Vol. 23, No. 5, 373-385- 2004)
Fonte: Dr.Poortsman-Relazione convention ISSA 2008, Bellaria
Le
PROTEINE possono svolgere la loro
funzione soltanto alla normale temperatura corporea. Sopra i 40
° oppure in
presenza di Acidi, si “denaturano”, spezzandosi e
perdendo le loro proprietà Ecco una serie di referenze storiche riportate da Poortsman nell’ambito dell’integrazione proteica tra gli atleti di potenza Fonte:
Dr.Poortsman -
Relazione convention ISSA 2008, Bellaria A
cui aggiungiamo…
Il
maggior fabbisogno proteico negli atleti di resistenza aerobica si
spiega nella lunga durata ed intensità dei loro
allenamenti. Circostanza
che li porta ad una forte deplezione di glicogeno. Da qui
l’inesorabile virata
verso il catabolismo proteico, cioè verso lo smantellamento
delle proteine
muscolari attraverso un processo di deaminazione e transaminazione di
alcuni
amminoacidi naturalmente votati al sacrificio e che esita nella pronta
disponibilità di “nuovo glucosio”. Il
processo di riciclaggio è comunemente
noto come gluconeogenesi.
Esempio pratico: l’amminoacido leucina dona
l’azoto al piruvato. Questi diventa un nuovo amminoacido,
l’alanina che dal
sangue passa al fegato dove viene trasformata in glucosio e urea. Il
glucosio
verrà convertito in energia, l’urea espulsa con le
urine a costo di una
notevole quantità d’acqua per il suo trasporto.
Tornando all’allenamento con i
pesi, soprattutto tra i giovani neofiti, esso è
già di per sé uno stimolo che
riduce il turnover proteico giornaliero ( Rennie
MJ, Tipton
KD. Protein
and amino
acid metabolism during and after exercise and the effects of nutrition Annu Rev Nutr. 2000;20:457-83
).
Dunque non sussiste la necessità di un accanimento
integrativo per l’attività
con i pesi (Hartman
JW, Moore
DR, Phillips
SM. Resistance
training reduces whole-body protein turnover and improves net protein
retention
in untrained young males. Appl Physiol Nutr Metab.
2006
Oct;31(5):557-64 ; Moore DR, Del Bel NC, Nizi KI, Hartman JW, Tang JE, Armstrong D, Phillips SM. Resistance training reduces
fasted- and fed-state leucine turnover and increases dietary nitrogen
retention
in previously untrained young men. J
Nutr. 2007
Apr;137(4):985-91. ) Quando è più importante assumere proteine…? Le
proteine non vanno certo
assunte in un’unica soluzione, date le limitate
possibilità di assorbimento da
parte dell’organismo. E vanno spalmate nel corso della
giornata.Tuttavia
esistono due momenti in cui è preferibile concentrarle: la
sera a cena, per un
effetto sinergico con l’increzione notturna di ormone della
crescita e durante
la cosiddetta “finestra anabolica”del post
allenamento. Dopo un intenso
allenamento sia aerobico che con i pesi il sistema ormonale anabolico,
quello insomma, che traduce il lavoro sul campo in massa muscolare,
forza e che
impedisce agli atleti di resistenza di perdere massa magra, raggiunge
il suo
apogeo in termini di efficienza. Ecco che una corretta tempistica
nutrizionale
ci permette di ottimizzare quanto svolto durante
l’allenamento. Tradotto,
sarebbe utile un pasto misto ( sotto forma di alimenti o integratori )
di
proteine/carboidrati o di proteine + amminoacidi ramificati
possibilmente
sbilanciati sulla leucina (
l’amminoacido maggiormente ossidato nell’esercizio,
oltre che primo attivatore
della sintesi proteica* e stimolatore della liberazione di insulina- Norton LE, Layman DK, J
Nutr. 2006
Feb;136(2):533S-537S; Mero A. Sports Med, 1999; Levenhagen
et al. Am J. Physiol. Endocrinol. Metab , 2001; H.
C. Dreyer et al.,
Am J Physiol Endocrinol Metab, February 1, 2008;
294(2): E392 - E400
; Koopman R et al., Am J Physiol Endocrinol Metab. 2005
Apr;288(4):E645-53. Epub
2004 Nov 23; Koopman R. et al. Am
J Clin
Nutr. 2006
Sep;84(3):623-32, Anthony JC et al., J Nutr. 2001 Mar;131(3):856S-860S. Review; Dreyer
HC et al., Leucine-enriched
essential amino acid and carbohydrate ingestion following resistance
exercise
enhances mTOR signaling and protein synthesis in human muscle, Am J Physiol Endocrinol Metab. 2008
Feb;294(2):E392-400. Epub 2007 Dec 4 )
+ carboidrati entro le prime tre ore dopo
l’allenamento, possibilmente entro i primi 30 minuti, quando
l’attivazione
della sintesi proteica è massima ( Bohè
et al, J. Physiol. 2001 ). Con risultati analoghi tra giovani
ed anziani( Koopman ). Questo non
significa che
dopo la suddetta finestra temporale la sintesi proteica si blocchi a
comando.
Essa, sotto lo stimolo di un duro allenamento con i pesi, procede anche
per
24-48 ore dopo la seduta ( Chesley et al,
J.Appl. Physiol 1992; Mac
Dougall
et al., Can J. Appl. Physiol. 1995; Philips
et al Am. J.
Physiol 1997; Tipton KD, Wolfe RR., Int J Sport Nutr Exerc Metab. 2001
Mar;11(1):109-32
). Anche in sportivi anziani che si allenano con i pesi un pasto proteico post allenamento ha dato risultati positivi (B. Esmarck, J. L. Andersen *, S. Olsen, E. A. Richter †, M. Mizuno ‡ and M. Kjær Timing of postexercise protein intake is important for muscle hypertrophy with resistance training in elderly humans Physiol Volume 535, Number 1, 301-311, August 15, 2001 ). La presenza dei carboidrati come “compagni di pasto” delle proteine si gustifica nella facilitazione di assorbimento delle proteine. I carboidrati, infatti, attivano l’insulina, primo vettore amminoacidico e glucidico all’interno delle cellule muscolari. Pare inoltre che l’insulina svolga anche un ruolo anticatabolico ( Tipton KD ). Dunque ultimo, ma non da meno, un “timing” nutrizionale post esercizio migliora anche la risintesi di glicogeno ( Berardi JM, Price TB, Noreen EE, Lemon PW, Postexercise muscle glycogen recovery enhanced with a carbohydrate-protein supplement Med Sci Sports Exerc. 2006 Jun;38(6):1106-13; Tarnopolsky et al Postexercise protein-carbohydrate and carbohydrate supplements increase muscle glycogen in men and women, J Appl Physiol. 1997 Dec;83(6):1877-83; Ivy et al., Amino Acids. 2008 Jun;35(1):89-97. Epub 2007 Dec 28 ). Vale a dire che integrare proteine e carboidrati poco dopo l’allenamento aiuta a recuperare più velocemente le scorte di zuccheri. L’effetto di glicogenosintesi non è attribuibile agli amminoacidi, ma all’insulina ( Liu et al; Ivy JL et al. J Appl Physiol. 2002 Oct;93(4):1337-44; ). * La leucina attiva la sintesi proteica indirettamente, grazie all’ “innesco” di un fattore enzimatico, chiamato P70S6K ( Marzatico, Negro; Blomstrand et al.; Liu et al; ). Altri attribuiscono tale effetto all’intera schiera degli amminoacidi ramificati (Karlsson HK, Nilsson PA, Nilsson J, Chibalin AV, Zierath JR, Blomstrand E, Branched-chain amino acids increase p70S6k phosphorylation in human skeletal muscle after resistance exercise; Am J Physiol Endocrinol Metab. 2004 Jul;287(1):E1-7. Epub 2004 Mar 2.)
Protein
supply
and synthesis after exercise Questo studio, illustrato dal Dott. Poortsman alla convention ISSA di Bellaria 2008, mostra come la sintesi proteica post esercizio sia migliorata se accompagnata da un pasto a base di carboidrati, proteine e, meglio ancora, con una presenza significativa dell’amminoacido leucina
Il “timing”tra
proteine e anabolismo Lemon PW, Berardi JM, Noreen EE. The role of protein and amino
acid
supplements in the athlete's diet: does type or timing of ingestion
matter? Curr Sports
Med
Rep. 2002 Aug;1(4):214-21 Tipton KD, Wolfe RR. Exercise, protein metabolism,
and
muscle growth. Int J Sport
Nutr
Exerc Metab. 2001 Mar;11(1):109-32 Koopman R, Saris WH, Wagenmakers AJ, van Loon LJ. Nutritional interventions to
promote post-exercise muscle protein synthesis Sports Med.
2007;37(10):895-906. Berardi JM, Price TB, Noreen EE, Lemon PW. Postexercise muscle glycogen
recovery enhanced with a carbohydrate-protein supplement Med Sci
Sports
Exerc. 2006 Jun;38(6):1106-13.
Koopman R, Wagenmakers AJ, Manders RJ, Zorenc AH, Senden JM, Gorselink M, Keizer HA, van Loon LJ Combined ingestion of protein
and
free leucine with carbohydrate increases postexercise muscle protein
synthesis
in vivo in male subjects Am J Physiol
Endocrinol Metab. 2005 Apr;288(4):E645-53. Epub 2004
Nov 23 Dr. Marzatico, Dr.Negro- Master ISSA “Dieta e attività fisica- Integratori: questi sconosciuti/svantaggi e limiti-Macro e micro nutrienti nell’attività fisica- Allergie e intolleranze alimentari”, 13 Aprile 2008 Blomstrand E, Eliasson J, Karlsson HK, Köhnke
R
Branched-chain amino acids activate
key enzymes in protein synthesis after physical exercise J Nutr.
2006 Jan;136(1
Suppl):269S-73S Karlsson HK, Nilsson PA, Nilsson J, Chibalin AV, Zierath JR, Blomstrand E Branched-chain amino acids
increase
p70S6k phosphorylation in human skeletal muscle after resistance
exercise Am J Physiol
Endocrinol Metab. 2004 Jul;287(1):E1-7. Epub
2004 Mar 2 Liu Z, Wu Y, Nicklas EW, Jahn LA, Price WJ, Barrett EJ Unlike insulin, amino acids stimulate p70S6K but not GSK-3 or glycogen synthase in human skeletal muscle Am J Physiol Endocrinol Metab. 2004 Apr;286(4):E523-8. Epub 2003 Dec 2 Proteine e termogenesi digestivaSappiamo che parte delle calorie provenienti da un alimento saranno sicuramente destinate ad attivare i processi per la sua digestione. Questo processo viene chiamato con un acronimo, A.D.S. (Azione Dinamico Specifica degli alimenti ), oppure T.E.F. ( acronimo anglosassone che sta per "Termogenesi Indotta dal Cibo" ) ed è calcolato nella misura del 10% sul metabolismo basale, valore ottenuto dalla media dell'incremento della spesa calorica prodotto da carboidrati, proteine e grassi. Carboidrati
-------> +
6% Grassi
----------> + 4% Proteine ----------> + 25%- 30% Questo apparente notevole surplus di energia digestiva richiesto dalle proteine sembrerebbe fare la differenza a favore di un regime dietetico iperproteico. In realtà, messi a confronto i valori di A.D.S di una dieta normotipo e quelli di una iperproteica di 2000 cal ( 60-20-20 contro un 40-40-20 ) è emerso che la differenza è di sole 78 cal, cioè l'equivalente di 2/3 cucchiai di riso ( l'ADS medio passa dal +10,4% in una dieta normotipica al +14,4% in una dieta iperproteica ). Ben poca cosa rispetto agli effetti collaterali di una dieta iperproteica. AAVV, “Fitness, la guida completa”, Edizioni Club Leonardo, 2004 Eisenstein J, Roberts SB,
Dallal G,
Saltzman E. High-protein
weight-loss
diets: are they safe and do they work? A review of the experimental and
epidemiologic data. Nutr Rev.
2002 Jul;60( L’altra faccia
delle barrette proteiche… Nell’articolo non siamo
entrati nel merito
dell’integrazione proteica/amminoacidica come scelta
alternativa alla classica
nutrizione. Anche perché la letteratura medica si schiera in
parte a favore, in
parte lascia libera scelta e poi ci sono studi che non la consigliano
affatto.
Non per effetti avversi, quanto per la sua inutilità su
forza, massa e
mutamenti del quadro ormonale rispetto
all’alimentazione.Tuttavia, se un
integratore di proteine o amminoacidi limita il suo contenuto a
“quanto serve”
per lo sportivo, abbiamo notato che gli integratori proteici in
barrette sono
“arricchiti” con ingredienti che nulla hanno a che
fare con la performance o la
salute in generale. A fronte di un contenuto medio di 10-25 gr di
proteine,
leggendo le etichette troviamo ingredienti come zuccheri ad altissimo
indice
glicemico ( sciroppo di glucosio, fruttosio e mais con indice glicemico
100 ) o
grassi di provata nocività ( grassi idrogenati, ma anche
grassi e oli vegetali
generici ) che lo sportivo un po’salutista vede come fumo
negli occhi in tutti
gli altri prodotti. Purtroppo, pare che l’effetto ipnotico
della pubblicità
sedi il suo spirito critico di fronte a siffatti prodotti.
riconducibili ad altrettante note
marche
Insomma, spesso
per 10-
Qualora poi si trovino prodotti che non siano delle scatole cinesi nutrizionali le quali, sotto il nobile rivestimento proteico, ne nascondono tanti altri meno virtuosi fatti di pessimi zuccheri e grassi, saremo ben felici del loro uso e consumo. Prima, però, leggere le etichette! Servono veramente tante proteine in più ogni giorno (oltre la propria razione di mantenimento) per costruire la massa muscolare ? Riflessione …Il muscolo è sicuramente composto anche di proteine. In un chilogrammo di muscolo striato scheletrico abbiamo il 16 – 18 % di proteine (contrattili, strutturali, ecc), 3 % di trigliceridi, 1 % di sostanze varie, e 80 % circa di acqua. Stando agli studi sulla composizione corporea la percentuale di massa muscolare nel corpo oscilla tra 32 e 42 %, con valori superiori raggiungibili da atleti con muscolatura (e quindi massa magra) superiore alla norma. Questo fa riflettere
sull’effettivo bisogno di
integrazione proteica da parte dei soggetti che ricercano una
ipertrofia
naturale. Un soggetto atletico e ben muscolato di Rappresentazione delle PROTEINE AUSILIARIE del SARCOMERO secondo Komi (1992). Ne sono state individuate molte altre nel corso dell’ultimo decennio PROTEINE E INTEGRATORI…
La
vera carenza di proteine. Nel
“marasma
infantile” o KWASHIORKOR, una forma di malnutrizione diffusa
in alcuni paesi
dell’Africa sub sahariana il rigonfiamento della pancia
è dovuto ad una dieta
eccessivamente povera o priva di proteine. Due sono i fattori che
determinano
questo aspetto: l’ASCITE ovvero l’accumulo di
liquidi nella cavità addominale
dovuto al fatto che il plasma (la parte fluida del sangue) troppo
povero di
proteine attraversa la parete dei capillari rigonfiando i tessuti
circostanti.
Il secondo fattore che dilata l’addome è
l’ingrossamento del fegato per via
dell’accumulo di grasso dovuto all’alimentazione
sbilanciata e/o alla carenza
di un particolare tipo di proteine (apolipoproteine) responsabili del
trasferimento dei grassi, e quindi del successivo utilizzo, agli organi
e ai
tessuti. Altri effetti di questa patologia da denutrizione proteica
sono la
depigmentazione della pelle e la tendenza dei capelli ad assumere un
colorito
rossiccio. Il tasso di mortalità infantile in questi casi
può raggiungere il 60
%. Schematicamente
i 4 STADI in cui si
può
suddividere -
DIGESTIONE
GASTRICA o PEPTICA a livello dello stomaco, ad opera delle
pepsine
(proteasi e peptidasi gastriche; tripsina). Dalle proteine alimentari
si formano PEPTONI
(o
POLIPEPTIDI). - DIGESTIONE DUODENO-DIGIUNALE: in questo tratto dell’intestino operano le proteasi pancreatiche e si formano OLIGOPEPTIDI. -
DIGESTIONE
“ENTERICA” a livelo dei MICROVILLI INTESTINALI:
ad opera delle peptidasi
(oligopeptidasi) si ottengono DI- e TRIPEPTIDI. -
DIGESTIONE
ENDOCELLULARE: viene completata l’idrolisi
(peptidasi endocellulare) dei
legami peptidici rimanenti ottenendo AMINOACIDI. Il
TURNOVER PROTEICO. Le proteine sono
continuamente soggette ad un
processo di demolizione e sintesi detto “turnover”
proteico. Questo permette
all’organismo di modulare la sintesi delle proprie proteine
secondo le sue
esigenze (è una delle nostre capacità di
adattamento). In un uomo adulto circa Valenza
Biologica (VB) degli
alimenti, della loro combinazione e delle fonti proteiche normalmente
usate
come integratori. Si ricorda che In
altre parole è il rapporto percentuale tra azoto proteico
trattenuto
dall’organismo e azoto assorbito consumando
l’alimento in questione. Come
parametro di riferimento si adottano le proteine alimentari
dell’uovo la cui
Valenza Biologica viene considerata per convenzione pari a 100. UOVO-PATATE 136 UOVO-SOIA 124 UOVO-LATTE
INTERO 119 UOVO-FARINA 118 LATTE-PATATE 114 UOVO-FAGIOLI 108 PROTEINE SIERO DEL LATTE CONCENTRATE ULTRAFILTRAZIONE
104
PROTEINE SIERO DEL LATTE ISOLATE SCAMBIO IONICO 104
PROTEINE SIERO DEL LATTE ISOLATE MICROFILTRAZIONE 104
UOVA 100 PROTEINE DELL'UOVO (ALBUMINA) 100 LATTE-SEGALE 100 SOIA-MIGLIO 100 FAGIOLI-GRANOTURCO 99 CARNE BOVINA 98 LATTE
92 ALBUME d’UOVO 91 PROTEINE DEL LATTE (CASEINA E SIERO) 91 PESCE
90 CARNE DI MAIALE 85 POLLO
80 CASEINA 77 PATATE
76 PROTEINE DELLA SOIA 74 CEREALI
54-65 VERDURE
50 GELATINA
20 Come si può vedere NON
è vero che gli
integratori di proteine in commercio (polveri o simili) forniscano un
alimento
con un più elevato valore biologico !! DIGERIBILITA’ DELLE PROTEINE.
E’ data dal rapporto tra l’Azoto
alimentare assorbito e quello introdotto. Le proteine della carne, del
pesce,
delle uova e del latte sono considerate
“digeribili” al 100 %, in realtà lo
sono al 94 – 97 %. Quelle del frumento al 95 %, mentre le
proteine contenute
nei legumi e nelle patate al 80 – 85 %. PRODOTTI INTEGRALI e ASSORBIMENTO delle PROTEINE. prodotti integrali, molto frequenti nelle diete ipocaloriche, possono determinare una diminuzione dell’assorbimento delle proteine a causa dell’elevato contenuto di fibre Proteine della SOIA ? NO, grazie … La maggior parte dei prodotti a base di PROTEINE DELLA SOIA contengono gli ISOFLAVONI genistina, daidzina, e glicitina che hanno deboli effetti estrogenici (contiene una sostanza chimica naturale che imita l’estrogeno, l’ormone femminile). L'isoflavone è noto anche perchè modifica le condizioni della fertilità e perchè attua cambiamenti sugli ormoni sessuali. E' stato dimostrato che gli isoflavoni causano gravi effetti negativi sulla salute di molti mammiferi compreso sterilità, malattie della tiroide e malattie del fegato. E questo pericolo è particolarmente elevato per i neonati allevati con preparati a base di soia. La soia contiene acido fitico (fitati) che può legare i minerali calcio, magnesio, manganese, zinco, rame e ferro riducendone la disponibilità per l’organismo. La soia non solo è priva di proteine complete, di zinco e ferro, ma contiene composti che bloccano l'assorbimento di proteine, zinco e ferro da altre sorgenti. I cibi a base di soia aumentano le richieste da parte del corpo di vitamina D e B12, elementi essenziali sia per la crescita e lo sviluppo normali. Sostanze attive anti-tiroidee presenti in abbondanza nei cibi a base di soia inibiscono le funzioni della tiroide, conducono alla fatica e ai problemi mentali. I fitoestrogeniinibitori di enzimi che bloccano l'azione della tripsina (enzima che scinde le proteine) e di altri enzimi necessari per digestione delle proteine. La soia contiene anche emaglutinina una sostanza coagulante che fa in modo che i globuli rossi del sangue si raggruppino insieme. Gli inibitori della Tripsina e l'emaglutinina sono inibitori della crescita. I composti inibitori della crescita vengono neutralizzati dal processo di fermentazione (salsa di soia). La soia contiene elevate quantità di in acido fitico, presente nella crusca o nella cuticola di tutti i semi. È una sostanza che può fermare l'assorbimento di minerali essenziali -- calcio, magnesio, rame, ferro e specialmente zinco -- nel tratto intestinale. Benché non sia molto conosciuto dal grosso pubblico l'acido fitico è stato studiato accuratamente; ci sono letteralmente centinaia di articoli sugli effetti dell'acido fitico nella letteratura scientifica.Le “tossine della soia” su cui molti organismi scientifici esprimono preoccupazione sono gli inibitori della proteasi (o tripsina), l'acido fitico, la lecitina di soia (o emaglutina ), le nitrosammine. Le Nitrosammine non si trovano per natura nella soia ma si formano durante il processo di lavorazione di prodotti come la proteina di soia isolata (ISP). Buona parte degli inibitori della tripsina possono venire rimossi con il trattamento ad alta temperatura, ma non tutti. Il contenuto di inibitori della tripsina presente nelle proteine di soia isolate può variare da una a cinque volte. Ma il trattamento ad alta temperatura ha l'effetto collaterale sfortunato di snaturare le altre proteine della soia a tal punto da renderle in gran parte inefficaci. I Nitriti, che sono dei potenti agenti cancerogeni, si formano durante l'essicazione delle particelle vaporizzate mentre durante il processo di alcalinizzazione si forma una tossina chiamata lisinoalanina (tappe della lavorazione alimentare della soia). Numerosi aromi artificiali, in particolare il glutammato monosodico (MSG), vengono aggiunti alle proteine isolate di soia e alle proteine tessutali vegetali di soia per mascherare il forte sapore di fagioli e darle quello della carne. CLASSIFICAZIONE
MERCEOLOGICA DEGLI AMINOACIDI. Merceologia:
scienza
applicata che studia le merci, considerandone l’origine, le
proprietà fisiche e
chimiche, gli usi, le tecniche di produzione, conservazione e
imballaggio. L’ANALISI
MERCEOLOGICA degli AMINOACIDI li
classifica in 4 GRADI o GRUPPI. -
GRADO 1: aminoacidi
non ad uso umano per l’elevata percentuale di flora
batterica; sono aminoacidi
ad uso fertilizzante o simili per arricchire l’humus dei
terreni -
GRADO 2: sono quelli
ad uso cosmetico; aminoacidi utilizzati nella preparazione degli
shampoo,
condizionatori e lozioni per i capelli, creme per viso, prodotti
cosmetici ad
uso topico. Sono componenti molto enfatizzati dalla
pubblicità anche se
presenti in percentuali irrisorie. - GRADO 3: Detti anche di “grado farmaceutico” sono prodotti ad elevato standard qualitativo, adatti per l’alimentazione umana. Dovrebbero costituire gli integratori utilizzati per la supplementazione sportiva e non. Purtroppo vengono commercialmente utilizzati spesso quelli di GRADO 2 …alias “vi bevete lo shampoo sotto forma di integratore “miracoloso” ! - GRADO 4: sono gli aminoacidi più puri, generalmente in forma liquida, tali da essere utilizzati anche per via endovenosa ed uso medico/ospedaliero (flebo e nutrizione parentelare) SINTESI PROTEICA.
REQUISITI FONDAMENTALI PERCHE’ AVVENGA. - adeguato apporto
di proteine nell’alimentazione giornaliera (almeno 0,7
– 0,8 g/Kg/die) - adeguato apporto
di aminoacidi essenziali e glucogenetici (almeno 213 mg / Kg) - adeguato apporto
di carboidrati (energia) per la sintesi stessa - stabilità
glicemica (calma insulinica) - giusto apporto di
vitamine, sodio, glutatione - che tutti gli
aminoacidi essenziali siano presenti Secondo
molti Autori (Kraemer, Burke et al.)
la
razione ideale post-allenamento per massimizzare la sintesi proteica
e
ridurre al minimo gli effetti del sovrallenamento facilitando il
recupero
muscolare in particolare delle scorte di glicogeno, sarebbe il giusto
mix di Carboidrati e
Proteine in rapporto 4 : 1,
ovvero
PROTEINE VEGETALI. Essendo più ricche di aminoacidi NON ESSENZIALI promuovono la sintesi di Glucagone, un ormone che a livello epatico diminuisce la sintesi di IGF-1, un potente fattore anabolico in grado di mediare gli effetti dell’ormone della crescita (GH) sui tessuti periferici. Sembrano migliori ovviando a questo inconveniente le PROTEINE VEGETALI OTTENUTE DAI SEMI DELLA CARRUBA su cui si stanno rivolgendo le attenzioni di alimentaristi e studiosi in questi ultimi tempi. |
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