SUPER-ALIMENTI
O
SUPER-IMBONIMENTI?
Quando
si tratta di medicina e problemi sociali ciò
che la gente vuole sentire è come una semplice pillola possa
risolvere tutto.
Dall’intelligenza al sovrappeso. Finanche
la morte. E se la pillola viene
guardata in tralice da una fetta di consumatori, ecco il superalimento
che
distribuisce piacere e miracoli. Sono decine gli alimenti panacea
proposti e
ri-proposti ciclicamente sul mercato
dell’immortalità prêt-à-porter.
È il caso della soia
o del caffè verde,
per esempio. O della CIOCCOLATA,
ieri sogno proibito del goloso attento alla linea,
oggi allegramente sdoganata e liberata dai grevi sensi di colpa. Tane
libera
tutti…?
CIOCCOLATA, CUORE E
SOVRAPPESO
OLTRE LA CORTINA DI FUMO
“Mangiare cioccolata!”.
È l’imperativo mainstream.
Via libera a salti tesi, carpiati e raggruppati in vasche di
cioccolata. Si può
e si deve, per la salute del cuore e della linea.
Già nel 2011 si titolava:
“Secondo uno
studio americano il cacao fa perdere peso più della corsa e
toglie la fame.
Ecco la soluzione per fermare l'obesità”
(Libero, 28/09/2011).
Questo ed altri titoli-civetta sono stati adottati come manifesti di
vita dai
divanisti di professione che hanno così trovato
l’alibi definitivo alla loro
indolenza.
Vediamo cosa c’è di buono e di adulterato attorno
ai mantra salutisti e
dimagranti sulla cioccolata. Perché qualcosa di buono
c’è, ma deve essere
separato dai sensazionalismi e pesato all’interno di uno
stile di vita
generale. Evitando la deriva dell’alimento panacea. Ho
passato in rassegna solo
il meglio della ricerca sulla cioccolata e il cacao: metanalisi e
revisioni di
studi.
LA GUERRA DEL CIOCCOLATO: FONDENTE O AL
LATTE? Chiariamo subito una cosa: i pregi sono sempre a
favore del
cioccolato fondente. Scordatevi il gusto cremoso del cioccolato al
latte. Non
perché il fondente sia molto meno calorico del cioccolato al
latte (515 contro
545 calorie per 100 grammi, un niente). La differenza cruciale
è tutta in due
punti:
1. Le proteine del latte
inibiscono
l’assorbimento dei protagonisti di questa storia: i
FLAVONOIDI e la loro
sotto-classe, i FLAVONOLI.
2. I FLAVONOLI sono presenze
antiossidanti
abbondanti nel cacao. Non nel latte.
I BENEFIT DEL CACAO
I FLAVONOLI contenuti nel cacao sono stati associati a
proprietà ipotensive
grazie alla loro azione sulla biodisponibilità
dell’ossido
nitrico, potente
vasodilatatore. Non solo. Essi avrebbero un effetto positivo
sull’aggregazione
piastrinica, sull’infiammazione, sull’endotelio
vascolare e un effetto
antitrombotico. In sinergia con altri flavonoidi come le CATECHINE E LE EPICATECHINE.
Tutti parte della grande famiglia dei POLIFENOLI. Antiossidanti a
iosa.
Manna per la salute del cuore. Almeno, così pare.
Il cacao ha anche un effetto protettivo dall’ictus, sia su
uomini e donne. I
consumatori di cioccolato hanno dimostrato una riduzione del 19% di
questi
gravi eventi cerebrovascolari (-29% secondo la metanalisi del British Medical Journal, 2011).
Il cacao vanta anche un’attività positiva sui
grassi del sangue, ma solo
parziale: riduzione del colesterolo cattivo (LdL),
ma niente di significativo per quello buono (HdL)
e per i trigliceridi.
Rilevati un miglioramento dell’insulino-resistenza e della dilatazione flusso-mediata (FMD,
indice dell’elesticità dei vasi).
Infine, proprio nel 2014, Nutrition pubblica i risultati eclatanti
dell’HELENA CSS (Healthy Lifestyle
in Europe by Nutrition in Adolescence Cross-Sectional Study),
uno studio
condotto su 1458 adolescenti europei (12-17 anni) che conclude come un
alto
consumo di cioccolato sia collegato ad un fisico più magro,
tanto nel grasso
generale, quanto nel grasso addominale, al netto di fattori confondenti
(tra
cui l’attività fisica). Le valutazioni del peso e
della composizione corporea
dei ragazzi sono state di diverso tipo e valore: dalle più
superficiali, come
il BMI, a quelle più
accurate, come
la circonferenza della vita, la plicometria (equazione di Slaughter)
fino alla bioimpedenza (BIA). Nonostante la favorevole
correlazione, gli autori
sconsigliano di esagerare con il cioccolato.
TUTTI SOTTO IL SEGNO DEL CIOCCOLATO…?
A prima vista dovrebbe essere tutto chiaro. Via libera
al cioccolato
fondente per avere una protezione salutistica ad ampio spettro:
riduzione della
pressione, del colesterolo cattivo, dell’insulino-resistenza
(i diabetici
ringraziano) e protezione contro i famigerati, quanto fatali, ictus.
Contenti
gli adolescenti che non dovranno più postulare ai genitori
il libero accesso al
cioccolato. Anzi, saranno questi ultimi ad obbligarli a maratone di
cioccolato
(fondente) per il bene della loro linea. Mentre gli adulti celebreranno
le
proprietà salutistiche del cioccolato con consumi misurati
in quintali. Liberi
dai sensi di colpa. È tutto così lineare come
sembra? Abbiate pazienza e
continuate a leggere le CONCLUSIONI…
CONCLUSIONI E COMMENTI
Quelli
che a
prima vista sembrano benefici di ampia portata salutistica devono
essere
riconsiderati alla luce di alcune osservazioni:
1. A CHE DOSI IL CIOCCOLATO FONDENTE
PRODUCE BENEFICI? Gli effetti protettivi verso gli ictus si
sono dimostrati
efficaci ad un consumo di 45 gr a
settimana nelle donne e 63 gr a
settimana negli uomini. Si tratta di un consumo davvero
moderato. In
guardia i golosi: le scorpacciate vi faranno solo ingrassare
2. I BENEFICI PRODOTTI SONO
SIGNIFICATIVI? Sono sì, significativi, sia sul
fronte del colesterolo
cattivo (-5.90 mg/dl in media) che della pressione (riduzioni medie di
-4.50 mm
Hg della sistolica e -2.50 mm Hg della diastolica), ma che perdono di
valore,
secondo me, all’interno di uno stile di vita ipertensivo:
stress, sedentarietà,
sovrappeso e cattiva alimentazione. Chi non è stressato,
mangia bene, non ha
chili di troppo e fa attività fisica non ha bisogno dei
benefici ipotensivi del
cacao. Dall’altra parte, un pessimo stile di vita
soverchierà i pochi benefici
del cacao. E mangiare cioccolato fondente per proteggere la salute
sarà come ripararsi
da una tempesta con le mani
3. LE CALORIE INTRODOTTE COL CIOCCOLATO
SONO MAGGIORI DEI BENEFICI? Tutti i ricercatori hanno
concluso gli studi
invitando alla moderazione nel consumo di cioccolato. Pena
l’annullamento di
ogni benefit e la conta dei danni del sovrappeso conseguente
all’abuso di
cioccolato
4. IL CIOCCOLATO USATO NEGLI STUDI HA LO
STESSO TENORE DI FLAVONOIDI DEL CIOCCOLATO IN COMMERCIO? Pare
di no.
Secondo la revisione più critica nei confronti dei benefici
del cacao e
pubblicata nel 2013 dal Netherlands
Journal of Medicine, il cioccolato usato negli esperimenti
sarebbe molto
più ricco di polifenoli rispetto ai prodotti commerciali
“depotenziati” per
ridurre il gusto amaro dei flavonoidi. Il trattamento del cacao farebbe
perdere
il 90% dei flavonoidi. Di conseguenza, bisognerebbe studiare se
prodotti a
basso contenuto di polifenoli hanno ugualmente effetto sugli esseri
umani
5. LA DURATA MEDIA DEGLI STUDI
ANALIZZATI. Sulla base della breve durata media degli studi
(molti di sole
2 settimane, fino ad un massimo di 18 settimane) tutti gli autori
invitano alla
prudenza, richiamando sempre la necessità di conferme con
studi a lungo termine
e secondo criteri ben selezionati (randomizzati e controllati). Anzi,
quando
gli studi superavano le due settimane i risultati diventavano meno
incoraggianti. Se un modesto risultato a breve termine si è
visto, non sappiamo
se questo dura per sempre o è solo un fuoco di paglia. Ecco
perché l’effetto
cardioprotettivo del cacao non è
ancora una certezza.
6. LA RACCOLTA DEI DATI. Gli studi su
ampi campioni di popolazione che hanno viste coinvolte decine di
migliaia di
persone sono stati organizzati per arrivare ad una correlazione
statistica di
dati ricavati da questionari sulle abitudini alimentari dei
partecipanti. È un
metodo riconosciuto, ma che trova i suoi limiti nella fiducia della
dichiarazione del paziente
IN CONCLUSIONE, il consumo di
cioccolato fondente si sta costruendo la fama di alimento
cardioprotettivo. Gli
indizi, raccolti in revisioni e metanalisi, depongono a suo favore. Ma
restano
aperti tanti dubbi e sono mortificate le aspettative di chi
è alla ricerca
dell’alimento-panacea. Non ci sono ancora studi a lungo
termine, le quantità
efficaci di cioccolato sono davvero irrisorie rispetto ai consumi dei
golosi,
l’unica versione di cioccolato ammesso è quella
meno gustosa del fondente e lo
stile di vita generale non
può essere sostituito da una tavoletta di cioccolato
settimanale. Sarebbe un
sogno. Ma ancora coccolato da molti…
UNA VITA
PER LA SOIA
Riso
di soia, spaghetti di soia, gallette di soia, tofu…e poi
latte, yogurt, burro,
panna di soia…tutta la propria vita immolata nel nome della SOIA.
Magari in buona fede. Buona per l’ideologia, ma non per la
salute. Quella fede
di marca integralista che guarda in tralice chi osa solamente salivare
di
fronte alla prosaica fettina. Quella fede alimentata dalle ubbie vegane
che
minacciano la graticola per chi si abbandona alla lascivia dello
scamone o alla
leggerezza della bresaola. Una fede, appunto. Che di fronte alla logica
rivela
tutta la sua vacua inconsistenza. Una fede che ti accoglie in un
abbraccio
mortale dopo averti imbambolato a suon di giaculatorie sul mondo
vegetale…quello buono, materno, sano, accogliente e amico
della tua salute…come
quello in salsa di soia, tanto celebrato dai mantra salutistici a senso
unico.
La
soia, taumaturgica al punto da dare la patente
d’immortalità, secondo gli
sponsor del celebre legume.
OLTRE
IL
MITO.
Oltre il mito c’è la scienza. E
che cosa ci dice sulla soia? Che forse è un alimento di cui
non abusare, dato
che promuove la produzione degli ormoni tanto noti alle donne, gli Estrogeni.
Noti alle cronache del benessere, perché buoni per
proteggere il cuore, lo
scheletro e gestire il ciclo mestruale. Ma anche specializzati nel
regalare
ciccia tra cosce e glutei e complici silenziosi della ritenzione
idrica. Dunque
pessima scelta abusare di soia. Soprattutto per chi parte
già sovrappeso e in
ritenzione. Pessima scelta anche per chi va in palestra cercando di
ricavarne
un po’ di muscoli. La soia è nemica del
testosterone.
E
senza testosterone diventa un’impresa di Sisifo rassodarsi o
coltivare un
bicipite da podio.
La
soia contiene acido
fitico (fitati) che
può legare i minerali come calcio,
magnesio, manganese, zinco, rame e
ferro riducendone la disponibilità per
l’organismo. Fino a quando le ossa
sapranno far fronte all’aggressione della soia che saccheggia
il calcio,
preziosissimo per la loro salute? E che fine farà il
metabolismo che si accende
anche grazie alla fisiologica presenza di magnesio? Con la crisi dei
minerali,
accompagnata da un eccesso di estrogeni, potranno fare capolino
aritmie, tachicardie, mal di testa, problemi venosi e
ritenzione di liquidi…E la cellulite? Ringrazia.
La
soia contiene grandi quantità di
"anti-nutrienti" naturali. Primi fra tutti ci sono dei potenti
inibitori di enzimi che bloccano l'azione della tripsina (enzima che
scinde le proteine) e di altri enzimi necessari per digestione delle
proteine.
Come si fa a restaurare a dovere muscoli, unghie, capelli, tendini,
legamenti
in uno scenario alimentare così ostile alla crescita?
ANCHE
IN
QUESTO CASO
la conta dei possibili danni
non è attribuibile all’alimento. Non è
responsabile la soia in sé, ma il suo
abuso. Anzi, è ben documentato un suo effetto protettivo
contro il cancro al
seno in donne asiatiche pre- e postmenopausali. Ma nessun beneficio
sulle donne
occidentali (PLoS
One. 2014;Journal
of Epidemiology 2010; British Journal of Cancer 2008). Né
vantaggi per il
cuore, secondo lo studio pubblicato nel 2014 dal Journal
of Nutrition: al netto di fattori confondenti come quelli
socio-demografici,
lo stile di vita e le abitudini alimentari, i 63. 257 adulti cinesi tra
i 45 e
i 74 anni abituali consumatori di proteine della soia non dimostravano
una
riduzione della mortalità per cause cardiovascolari.
Dunque,
l’abbraccio
integralista ad uno stile alimentare monolitico o, come in questo caso,
ad un
solo alimento fatto oggetto di culto, pur declinato in tanti prodotti,
non
paga. Mai. I vantaggi cardiovascolari documentati sulle donne asiatiche
(British Journal of Cancer 2008) davano
il meglio ad un consumo uguale o superiore a 20 mg di isoflavoni al
giorno.
Praticamente un vasetto da 120 gr di yogurt al Tofu, un bicchiere di
latte di
soia o 40 gr di formaggio di soia. Non c’è bisogno
di abbuffarsi di soia. Anzi.
Purtroppo le mode alimentari di oggi si ostinano a fare tesseramenti a
suon di
fanatismo. Una guerra vinta dai pochi guru-illusionisti e persa dai
tanti
consumatori-illusi…
CAFFE'
VERDE PER
DIMAGRIRE?
Fermi
tutti. Non entrate nel caravan cacciatori della linea a costo zero,
salvo poi
pentirvi visti i deludenti risultati. Come è sempre successo
a chi affidava la
lancetta della bilancia alla pillola miracolosa del momento. Il Santo Graal del dimagrimento del giorno
è il CAFFE'
VERDE, riesumato dal mercato degli integratori.
Facile. Da mandare giù.
Assieme al grasso che non tornerà più. L'ipnotico
mantra pubblicitario è già stato smontato poco
tempo fa dalla scienza. Nel 2011
Gastroenterology
Research and Practice pubblicava sull'argomento una
revisione
sistematica e una metanalisi, cioè quanto di meglio possa
offrire una seria
investigazione medica. RISULTATO:
pochi studi dai risultati eterogenei e, soprattutto, qualitativamente
poveri.
Con buona pace di chi si sta assumendo un supplemento di
caffè verde. Sul
divano. Guardando alla tv un programma di magia...
SITOGRAFIA
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Association
between chocolate consumption and fatness in European
adolescents.
Arch Intern
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Effect of cocoa and
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Effects
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and flavan-3-ols on cardiovascular health: a systematic review and
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Effects of cocoa products/dark
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Dark
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Antioxid
Redox Signal. 2011 Nov 15
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Cocoa,
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Neurology. 2012 Sep
Chocolate consumption
and risk of stroke: a prospective cohort of men and
meta-analysis.
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meta-analysis
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24139727
http://salute24.ilsole24ore.com/articles/16121-dimagrire-grazie-al-cioccolato-si-puo?refresh_ce
http://salute24.ilsole24ore.com/articles/13628-cioccolato-fondente-45-grammi-a-settimana-proteggono-le-donne-dall-ictus?refresh_ce
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Gastroenterol
Res Pract. 2011
The use of green coffee extract
as a weight
loss supplement:
a
systematic review and meta-analysis of randomised clinical trials.
PLoS One. 2014 Feb 20
Association
between soy isoflavone
intake and breast cancer risk for
pre- and post-menopausal women: a
meta-analysis of epidemiological studies
J Epidemiol. 2010;
Factors to
consider in the association between soy isoflavone
intake and breast cancer risk.
J Nutr. 2014 Apr 3.
Dietary Soy
Intake Is Not Associated with Risk
of Cardiovascular Mortality in Singapore Chinese Adults
Br J Cancer. 2008 Jan
Epidemiology
of soy exposures
and breast cancer risk
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