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a cura di Orazio
Paternò
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LA FIRMA
CELLULARE DELLO SPRINTER Licenziata la calura di un'estate in debito di fresco, i Mondiali di atletica si gustano senza la perpetua ambizione per gocce d'aria che ci è stata inflitta tra giugno e agosto inoltrato. Sopra tutte, l'attesa per la finale dei 100 metri. Un tripudio di forza, velocità e potenza messo all'incanto del pubblico per il tempo di pochi granelli di clessidra. Lo stupore, sempre inedito, per i superbi interpreti della disciplina, si accompagna sempre al senso arcano della loro biologia. E si replica, in tutte le lingue, sempre la stessa domanda: cosa rende così unico questo piccolo drappello di ambasciatori della velocità? Molto è già detto dal sembiante statuario dei professionisti del rettilineo. Però gli scienziati hanno voluto gettare uno sguardo oltre il macroscopico e verificare il talento velocipede nel microscopico dei geni e delle cellule muscolari. Un atleta d'élite nello sprint ad ostacoli (7.30 s nei 60 mt ostacoli indoor e 12.91s nei 110 ostacoli) ha generosamente immolato un gruzzolo di fibre muscolari della sua coscia (estratte dal vasto laterale) per rendere leggibile la firma miocellulare del talento nello sprint. E l’affresco finale non poteva che avere il colore dello straordinario:
INSOMMA, IL COMBINATO DISPOSTO DI: - superiorità funzionale delle fibre veloci - abbondanza della rara e potente isoforma IIx di miosina pesante (quella legata alla velocità e alla potenza muscolare) …rappresentano un’unica firma delle base miocellulare dello sprinter d’elite. Questi tratti genetici peculiari abbinati ad anni di allenamento specifico sono la più plausibile spiegazione di un profilo muscolo-scheletrico unico. SITOGRAFIA Skeletal
muscle signature of a
champion sprint runner.
Trappe S, Luden N, Minchev K, Raue U, Jemiolo B, Trappe TA |