RADICALI LIBERI contro
INTEGRATORI e ANTIOSSIDANTI
SALUTE
O
BUSINESS?
CIBI O PASTIGLIE?
SERVONO SEMPRE?
REALTA’
E FANTASIA IN EQUILIBRIO SUL FILO
Il
rapporto tra gli esseri
viventi e l'ossigeno è frutto di una lunga evoluzione che,
all’inizio, ha avuto
una natura conflittuale. L'ossigeno non è sempre stato
indispensabile alla
vita, tant'è che è apparso dopo 2 miliardi di
anni dalla nascita della terra
grazie all'azione dei batteri. Dopo una prima fase di
ostilità tra l'ossigeno e
i viventi si è passati ad una convivenza obbligata per
approdare ad un patto di
mutuo soccorso sancito dall'incorporazione dei mitocondri nelle cellule
viventi. I mitocondri barattavano l'alloggio nelle cellule concedendo
in cambio
la loro facoltà di usare l'ossigeno per produrre energia. Un
sistema a più alta
resa rispetto al metabolismo precedente senza mitocondri. Nonostante la
lunga
collaborazione tra cellula e mitocondri, il rapporto con
l’ossigeno non è stato
del tutto risolto e porta con sé un effetto collaterale che
richiede precise
contromisure. Una piccola quota di ossigeno (1-2%) utilizzato
viene
convertito in prodotti di scarto ostili alla vita della cellula. Una
sorta di
fuoco amico biologico noto sotto il nome di radicali liberi o ROS (Radicali
liberi dell’Ossigeno). I radicali liberi
“offesi” dalla perdita di un
elettrone nell'orbitale esterno cercano pervicacemente di colmare il
vuoto
attaccando la porzione lipidica della membrana cellulare e
mitocondriale o le
proteine del DNA dei mitocondri e dei cromosomi. I danni possono essere
circoscritti e limitati, ma possono essere il viatico per diverse
patologie,
sia cardiovascolari che neoplastiche, il diabete e l'invecchiamento.
QUANDO
SI FORMANO I RADICALI LIBERI?
I
radicali hanno una origine endogena,
cioè interna all’organismo, e
una esogena, che dipende da
abitudini
e fattori ambientali
Le cause endogene sono:
- i
processi di respirazione cellulare durante i quali i mitocondri
producono energia consumando ossigeno. Un enzima, il NAD, dona la sua
mole di acido fosforico che reagisce con l’ossigeno per risfosforilare,
cioè ricaricare di fosforo l’ADP (che torna ad
essere ATP). I prodotti di scarto di questa reazione NAD-O2 sono i ROS (o
radicali liberi) che vengono immessi nel citoplasma, pronti ad
attaccare i fosfolipidi e le proteine complesse della membrana
cellulare (Montanari). E’ evidente che i ROS sono
testimonianza di vita energetica
- le
reazioni immunitarie dove, però, i radicali servono ai
globuli bianchi per attaccare gli agenti patogeni
- le
reazioni enzimatiche
Le cause esogene sono:
- il
fumo
- le
radiazioni
- gli
agenti chimici fortemente inquinanti
- l’alcol
- pasti
ipercalorici e ad alto carico glicemico (iperglicemia e iperinsulinemia
croniche producono una risposta infiammatoria dove i radicali liberi
sono protagonisti)
- pasti
in disequilibrio acido-base (pasti sbilanciati verso
l’acidità producono risposte infiammatorie e
radicali liberi in abbondanza)
LE DIFESE DAI RADICALI
Gli
antiradicali (o
antiossidanti) hanno un’origine enzimatica e non enzimatica
Antiossidanti enzimatici:
- glutatione
- superossidodismutasi
(SOD)
- catalasi
Antiossidanti non-enzimatici:
- vitamine
e minerali (come rame, zinco, magnesio)
RADICALI
LIBERI-ANTIOSSIDANTI ENDOGENI ED ESOGENI
RADICALI LIBERI
|
ANTIOSSIDANTI ENDOGENI ENZIMATICI
|
ANTIOSSIDANTI ENDOGENI NON ENZIMATICI
|
ANTIOSSIDANTI ESOGENI
|
Superossidi
|
Glutatione
|
Tioli
|
Vitamina E
|
Perossido
d'idrogeno
|
Superossido
dismutasi (SOD)
|
Glutatione
|
Vitamina C
|
Ossigeno
singoletto
|
Catalasi
|
Acido lipoico
|
Carotenoidi
(licopene, quercetina...)
|
|
Coenzima Q10
|
|
LE
DIFESE
Il
nostro organismo ha
organizzato un sistema di difesa, gli antiossidanti, dall'attacco dei
radicali liberi per mantenere in equilibrio le due forze biologiche.
Quando
questo equilibrio è sbilanciato a favore dei radicali liberi
allora si parla di "stress
ossidativo".
ANTIOSSIDANTI,
TRA ERRORI E SUPERSTIZIONI
Attorno
ai radicali liberi è nata
una mitologia pseudoscientifica che
li ha etichettati come panacea di tutti i mali, anziché
fisiologici prodotti di
scarto del metabolismo e ha fatto un feroce terrorismo senza distinguo
che
alimentasse acriticamente l’industria degli antiossidanti. La
campagna
antiossidante ha sortito il suo effetto:
- consideriamo tutti i radicali come una minaccia
alla nostra salute
- crediamo di essere sempre in debito antiossidante,
cioè di avere delle difese deboli per le quali è
indispensabile un intervento integrativo esterno
- crediamo che ci sia un superalimento o una
supervitamina che metta tutto a posto
- crediamo nel trattamento antiossidante un tanto al
chilo: più antiossidanti si assumono, meglio è
- crediamo che lo sport esponga maggiormente al danno
radicale e, di conseguenza, ad un fabbisogno maggiore
- crediamo che assumere alimenti con antiossidanti
(frutta, verdura) ai pasti o lontano dai pasti sia la stessa cosa
- pensiamo che gli antiossidanti vadano
tutti bene, a prescindere dalla loro forma chimica
IL
MIRAGGIO DEGLI ANTIOSSIDANTI
Problema
n.1-LE QUANTITÀ
Pensare
che un po’ di frutta e verdura o, nella peggiore delle
ipotesi, qualche pillola
di vitamine, siano in grado di arginare qualsiasi aggressione da parte
dei
radicali è pura illusione.
Una
sigaretta
produce 10 miliardi di radicali liberi. La prugna
nera, il più potente antiossidante naturale, ha un potere
ORAC (misura la sua
forza antiossidante) di 5770. Insomma, Davide contro Golia.
Il
resveratrolo,
antiossidante del
vino, per essere efficace dovrebbe avere una concentrazione ematica
(nel
sangue) di 10 mg/lt pari a...20 lt di vino al giorno. Al termine
dell’articolo
leggeremo la storia della grande bufala del resveratrolo.
The
verde, polifenoli e antiocianine.
Effetto antitumorale di questi antiossidanti:
negativo. Trentamila Giapponesi consumatori abituali di the verde
seguiti per
dieci anni non hanno dimostrato alcuna protezione nel tumore allo
stomaco
rispetto ai non consumatori...
IL
MIRAGGIO DEGLI ANTIOSSIDANTI
Problema
n.2- BIODISPONIBILITÀ, DOSI, FORME
CHIMICHE ED EMIVITA
Basta
ingoiare una pillola? No, perché
spesso la via orale richiede dosaggi di 8-10 volte superiori alla dose
ritenuta
efficace. Gran parte del prodotto viene infatti distrutto nel suo
viaggio
gastro-intestinale. Non a caso nelle ricerche gli antiossidanti vengono
iniettati, non ingoiati. Vedi il ferro: per assorbirne 25 mg
è
necessario ingurgitarne 250 mg. Poi il resveratrolo: quei 50 mg
necessari
diventano 500 mg se assunto per bocca. E i costi salgono.
Risolto
un problema se ne apre un altro, quello
della forma chimica. Non basta assumere genericamente vit. E o magnesio. E'
importante conoscere la forma chimica o l'origine. Per esempio, la vit.
E
sintetica è per 1/3 meno efficace di quella naturale...
E
non è finita qui...c'è il nodo dell'emivita
una sostanza. Entrata in circolo, ogni sostanza ha dei propri tempi di
"decadimento", dopodiché diventa inutile. Talora fare
sopravvivere
nell'organismo per tempi efficaci un antiossidante richiede dosi
superiori a
quelle raccomandate in etichetta. Per non parlare del famoso glutatione,
efficace solo se iniettato. Assunto per bocca è solo gettare
soldi al vento...
IL
MIRAGGIO DEGLI ANTIOSSIDANTI
Problema
n.3- TUTTI I FAMIGERATI RADICALI LIBERI
SONO DA DEMONIZZARE?
No.
Demonizzare i radicali liberi non ha avuto riscontri
scientifici.
Come sempre il nostro corredo biologico tende
all'equilibrio, senza escludere nulla.
Ecco
perché:
a)
alcuni
radicali hanno azione antibatterica.
b)
i muscoli devono avere una certa quantità di
radicali liberi a disposizione per esprimere la massima forza
contrattile
c)
dalla review pubblicata nel 2012 su “Oxid
Med Cell Longev”
e dalla pubblicazione apparsa su su “Strenght&Conditioning”
(n.3,
2012),
pare
addirittura che la "supplementazione con vit C ed E possa ridurre la
capacità di adattamento della VO2 max indotta
dall'allenamento come pure la
performance aerobica". Durante l'attività fisica i
ROS, presenti in
equilibrio con le controffensive antiossidanti, diventano
indispensabili perché
fanno da segnale per gli adattamenti antiossidanti dell'organismo
durante un
allenamento. Il problema è quando i ROS vengono prodotti
cronicamente in
quantità ingestibili. Solo allora si possono correlare
all'insorgenza di
malattie e alla riduzione della performance. Ma se il loro livello
è
controllato, sono un aiuto per sviluppare le contromisure
antiossidanti. Pochi
ROS, poche difese. Solo lo sport estremo (come
l’ultra-endurance) può scatenare
una cronica sovrapproduzione di ROS mal gestita dal sistema
antiossidante e
portare ad un danno ossidativo diffuso con un calo della prestazione e
l’esposizione maggiore alla contrazione di malattie.
IL
MIRAGGIO DEGLI ANTIOSSIDANTI
Problema n.4- GLI SPORTIVI PRODUCONO
PIÙ
RADICALI LIBERI, QUINDI HANNO BISOGNO DI PIÙ ANTIOSSIDANTI.
VERO/FALSO?
A
chiosa di quanto detto sopra, gli sportivi, soprattutto quelli
impegnati in
attività ad elevato consumo di ossigeno (discipline di fondo
a piedi, in
bicicletta, a nuoto, con i pattini), producono di conseguenza
più radicali
liberi. Ma come hanno il sistema cardiovascolare allenato ad utilizzare
più
ossigeno producendo più radicali, così hanno il
sistema di smaltimento dei
radicali più efficiente di un soggetto non allenato.
L’allenamento induce,
mediamente, una triplicazione delle difese antiossidanti (Montanari).
Un motivo
in più per riflettere bene prima di affidarci alla "panacea"
degli
antiossidanti...
Radicali
liberi e invecchiamento
Che
ruolo hanno i ROS nell’invecchiamento? Il più
insidioso danno dei ROS a carico
delle cellule è quello che colpisce il DNA mitocondriale. Un
danno fatale, se
cronicizzato. La somma di queste aggressioni sfociano in vere e proprie
mutazioni che si trasmettono nei prodotti di replicazione delle circa
12 proteine nobili costruite dai
mitocondri: mero miosina, actina, lipo e glicoproteine di membrana. Le
nuove
proteine mutate in peggio causano:
- atrofia
muscolare e perdita di forza
- diminuzione
in numero e dimensioni delle fibre veloci-forti, quelle di tipo II
- diminuzione
in numero e volume dei mitocondri
- diminuita
ampiezza delle unità motorie
- diminuita
velocità di conduzione degli stimoli motori neuro elettrici
- indebolimento
della elasticità dei muscoli e dei connettivi fibroelastici
In
questo contesto, la sedentarietà diventa un aggravante
supplementare
IL
MIRAGGIO DEGLI
ANTIOSSIDANTI
Problema
n. 5: PILLOLA O NON PILLOLA?
Il
famoso studio
multi-centrico
degli anni '80 che mise in luce una correlazione
inversa tra livelli plasmatici di antiossidanti e morti per infarto
diede
l'abbrivio ad una serie di ulteriori indagini e metanalisi (setaccio
degli
studi migliori) per verificare se gli antiossidanti in pillole fossero
efficaci.
Risultato?
Contraddizioni, discordanze e addirittura un caso di sospensione dello
studio
per l'aumento di mortalità dimostrato dal gruppo che
integrava con gli
antiossidanti. Vediamo una rapida rassegna di studi che hanno fatto la
storia
nel campo della supplementazione antiossidante:
- Studio
LINXIAN
(supplementazione con B-carotene, Vit E e selenio): diminuita
la mortalità per
cancro allo stomaco, ma la popolazione studiata era in carenza
nutrizionale
- Studio
CARET
(supplementazione con B-carotene e retinolo): aumento
dell'incidenza di cancro
al polmone del 28% e del 17% di mortalità per tutte le cause
nei soggetti che
integravano con gli antiossidanti
- Studio
ATBC
(supplementazione con B-carotene e a-tocoferolo): + 18% di cancro al
polmone
nei soggetti fumatori che integravano con B-carotene; - 32% di cancro
alla
prostata e -41% di mortalità per tutte le cause in chi
integrava con
A-tocoferolo
- PHYSICIAN'S
HEALTH STUDY
(B-carotene
o placebo): negli 11.036 soggetti sottoposti ad
integrazione per 12 anni non si
registrarono meno casi di cancro o mortalità per tutte le
cause rispetto a chi
assumeva un placebo (acqua fresca)
- METANALISI
pubblicata su
"Strenght & Conditioning"
n.3, 2012 (rassegna sul rapporto
tra cancro allo stomaco/consumo di antiossidanti in pillole di 170.525
soggetti): B-carotene+Vit A,C,E non danno alcuna protezione circa il
cancro
allo stomaco. Mentre B-carotene+Vit A oppure B-carotene+Vit E aumentava
significativamente la mortalità per tutte le cause
- METANALISI
publicata su
"The Lancet"
nel 2003 (riassunto degli studi
che correlavano infarti, ictus e mortalità per tutte le
cause con la
supplementazione di B-carotene e Vit E): il B-
carotene ha dimostrato di
aumentare i morti per infarto e per tutte le altre cause. Nessun
effetto
protettivo contro gli ictus. La supplementazione con Vit E, invece, non
ha
dimostrato alcuna protezione da infarti, ictus e mortalità
per tutte le cause.
- Review INRAN (“Strenght&Conditioning”
n.3,
2012): gli interventi antiossidanti (alimentari e/o con supplementi)
sono
risultati molto più efficaci negli individui esposti a
situazioni ad alto
stress ossidativo, quali fumo, ipertensione, obesità,
età…il successo della
terapia antiossidante è stato del 71% tra questi soggetti,
staccato con un
ampio margine (41% di successo) nei soggetti più in forma,
nei quali la
mancanza dei suddetti fattori di stress garantiva
l’equilibrio tra la
produzione di ossidanti e le difese.
CONCLUSIONI
Integrare
con vitamine e antiossidanti in generale non
solo non dà alcuna protezione, ma addirittura potrebbe fare
danni. Eppure gli
antiossidanti di frutta e verdura sono amici della salute dell'uomo.
Che
differenze ci sono con gli antiossidanti dei vegetali? Probabilmente le
pillole
offrono solo uno o poco più di un antiossidante assieme (Vit
E,C, B-carotene),
mentre la combinazione sinergica della pluralità degli
antiossidanti della
frutta potrebbe essere il segreto di tale differenza. Non bisogna poi
trascurare la tendenza manichea a demonizzare ciò che, in
realtà, risulta
dannoso solo se in disequilibrio. I radicali liberi (o sostanze
ossidanti),
come abbiamo visto in un punto precedente, hanno delle
utilità sia come
batteriostatici, sia nella lotta immunitaria, che nella funzione
contrattile
del muscolo scheletrico. E l'equilibrio tra ossidanti e antiossidanti
è
sinonimo di salute. Andare a fortificare le truppe antiossidanti in una
situazione di equilibrio, magari eccedendo le dosi fisiologiche per
lunghi
periodi, può causare uno scompenso a favore degli
antiossidanti che potrebbe
giustificare i danni fatti dalle lunghe supplementazioni in pillole.
Per ora
appare una chimera sostituire l'enorme corredo di antiossidanti dei
vegetali,
soprattutto se si mangia bene, non si fuma, non si beve e non si
è obesi. In
caso contrario, quando le difese antiossidanti sono in deficit rispetto
alla
massiccia presenza di radicali liberi, diventa ancora più
importante il consumo
di frutta e verdura, mentre le pillole di antiossidanti potrebbero
assumere un
senso. Ma con la riserva delle conclusioni a sfavore delle pillole
nella
maggior parte degli studi. In ogni caso è difficile che chi
si autoflagella con
un pessimo stile di vita dato da fumo, alcol, sedentarietà e
obesità cerchi di
"tamponare" i danni assumendo frutta, verdura, riducendo grassi,
calorie e carichi glicemici e acidici alimentari. Delle due, l'una...
IL
MIRAGGIO DEGLI ANTIOSSIDANTI
Problema
n.5: MEGLIO MANGIARE O ASSORBIRE...?
Pare
un sofisma
accademico, ma è utile fare chiarezza per potersi regolare
nella scelta degli
alimenti antiossidanti. Ogni alimento ha un suo potenziale
antiossidante
misurato in ORAC. E’ un corredo di
difese riconducibile soprattutto alla
presenza di vitamine e ai flavonoidi, potenti antiossidanti. La misura
viene
effettuata in vitro, cioè in laboratorio. Su questa base si
può fare una
classifica tra alimenti: il cioccolato
ha un ottimo contenuto di antiossidanti, seguito dal mirtillo
e, molto lontano, dalla lattuga con
un contenuto 30 volte inferiore al cioccolato. Se però
misuriamo dopo la loro ingestione l’aumento delle difese
antiossidanti arrivano
le sorprese: è la lattuga a mettersi in pole position,
garantendo un aumento
del 50% delle difese antiossidanti dopo l’ingestione. Seguono
il cioccolato
(+20%) e il mirtillo (+13%). La risposta sta nella bassa
biodisponibilità
(scarso assorbimento intestinale) dei flavonoidi, assorbiti solo nella
misura
del 5-10%. Il resto non viene assorbito ed è come se non ci
fosse. Anche se
l’alimento di per sé ne contiene in buone
quantità.
Fino
adesso pareva che fosse più importante
l’assorbimento rispetto all’ingestione.
Non
è proprio così. L’assunzione
di pasti ipercalorici,
ricchi di grassi e zuccheri (ma anche iperproteici)
conduce
l’organismo ad una forma di stress infiammatorio generato da:
•
iperglicemia
•
iperinsulinemia
•
formazione dei prodotti terminali della
glicazione avanzata AGEs (per la
sovrabbondanza e la lunga permanenza degli zuccheri nel sangue) e il
legame
degli AGEs con i relativi recettori
di membrana (RAGEs)
• aumento parossistico di radicali liberi (conseguente ai
punti sopra)
soverchianti rispetto alle difese antiossidanti
•
pasti a PRAL
positivo, cioè troppo acidi (troppi zuccheri e proteine e
poveri di cibi
“tampone” come frutta e verdura)
Il
problema è quando gli episodi ipercalorici,
iperglicemici ed iperinsulinemici passano da acuti (una volta ogni
tanto) a
cronici (più volte al giorno, con alta frequenza
settimanale). La gestione
cronica di così tanti radicali liberi (ossidanti) diventa
fatica di Sisifo per
le difese antiossidanti, messe all’angolo, e questo
disequilibrio può portare alla
nascita di patologie degenerative.
Cosa
c’entrano gli alimenti antiossidanti in
questo contesto? C’entrano, eccome, se assunti in
associazione al pasto e non
lontano. Perché pare che assumere frutta e verdura durante
il pasto renda più
efficace l’azione antiossidanti senza bisogno che vengano
assorbiti (Serafini,
INRAN). Si gioca tutto a livello dello stomaco.
Con
l’associazione di frutta e
verdura ai pasti lo stress ossidativo e la comparsa dei fattori di
rischio si
riducono notevolmente.
Siamo
abituati a mangiare la verdura ai pasti,
ma si tende ancora a consumare la frutta solo lontano da essi,
equivocando
delle vecchie leggende alimentari. Il frutto lontano dai pasti
è comunque
auspicabile, ma associato al pasto, magari ipercalorico, può
ottimizzare il suo
potenziale antiossidante.
CONCLUSIONE
Oltre
ad associare un frutto e della verdura ai
pasti, è necessario attingere ad un ampio corredo
antiossidante, fatto
soprattutto di frutta e verdure colorate (ma anche di thé
nero-verde o
cioccolato) ricordando che l’unione di diversi antiossidanti
potenzia la loro
azione e produce un effetto ben più marcato del singolo
antiossidante in
pillole o del singolo alimento considerato, a torto,
“superalimento” solo
perché più ricco di altri della sostanza X o Y.
Se così fosse le popolazioni
lontanissime da noi e consumatrici abituali di mango, papaia o
mangostano
sarebbero le più longeve. Invece siamo noi Italiani i
più longevi al mondo,
subito dopo i Giapponesi…
IL
MIRAGGIO DEGLI ANTIOSSIDANTI
Problema
n.6: NON ASSOCIARE IL LATTE
Nello
studio quasi tutto italiano, patrocinato dall’INRAN (Istituto
Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione)
e
pubblicato nel 2009 su “Free Radical Biology
& Medicine” è emerso che antiossidanti
fenolici
presenti nei mirtilli (ma
anche nel cioccolato fondente, thè verde/nero…)
sono messi fuori uso se
interagiscono con le proteine del latte. Meglio rinunciare
all’abitudine
tipicamente anglosassone di macchiare il thè col latte.
Anche del cioccolato al
latte bisognerebbe fare a meno se si vogliono sfruttare i potenziali
antiossidanti dei flavonoidi tipici del cioccolato, ma
inibiti dalla presenza
delle proteine del latte. Meglio il cioccolato fondente, secondo le
conclusioni
dello studio pubblicato su “Nature” nel 2003.
IL
MIRAGGIO DEGLI ANTIOSSIDANTI
Problema
n.7: LA GRANDE BUFALA DEL RESVERATROLO
Anche
nella scienza circolano furbacchioni e lestofanti pronti a trasformare
risultati sconfortanti in scoperte sensazionali. L’anno
appena trascorso ha
visto smontata, per fortuna, la regina delle bufale sugli
antiossidanti.
Artefice dell’imbroglio è stato
Dipak Das, docente di
chirurgia di
origini indiane talmente abile e spregiudicato nell’esercizio
della truffa che
è divenuto direttore del Cardiovascular Research Center
della University of
Connecticut. Una carriera brillante e col vento in poppa grazie agli
studi
adulterati sugli effetti benefici del resveratrolo,
la principale molecola antiossidante del vino rosso. Il medico,
manipolando ad
arte gli studi sul resveratrolo,
è
riuscito a pubblicare i risultati “dopati” su 11
riviste scientifiche e a far
lievitare il suo conto in banca grazie alla impropria
commercializzazione di
principi attivi del vino rosso. Con Dipak Das il resveratrolo
era stato candidato tra entusiastici peana ad elisir
di lunga vita. Mentre ora è ridimensionato al ruolo di tutti
gli altri
antiossidanti: utile, ma non miracoloso. Fortunatamente il raggiro
è stato
scoperto e smontato in un rapporto di 60 mila pagine. Meglio tardi che
mai…
La
vicenda ricorda la grande frode della pseudo ricerca che correlava,
negli anni
’80, i vaccini con l’autismo nei bambini. Un
raggiro sul quale hanno campato
per anni certe medicine alternative per portare acqua al proprio
mulino.
Ricordiamo
che l’enfasi fantasiosa date alle proprietà non
dimostrate del resveratrolo quanto
ad antinvecchiamento,
protezione del cuore e del
sistema immunitario in Italia ha prodotto una multa di 150 mila euro
per
l’integratore Revidox. Fumisterie vendute un tanto al chilo
(30 capsule a 45
euro).
CONCLUSIONI
GENERALI
Non esiste l'antiossidante
universale
Riabilitato
un certo ruolo degli
ossidanti bisogna aggiungere che è quanto meno ottimistico
pensare di poter far
fronte ai radicali liberi assumendo un solo antiossidante. Ogni
radicale ha il
suo antiossidante ed è la cooperazione tra diversi
antiossidanti ad essere
efficace. Inoltre l'integrazione in pillole non si è ancora
dimostrata più
efficace né di pari efficacia rispetto ai mix di
antiossidanti presenti in frutta
e verdura.
Assunto
che la produzione dei
radicali liberi è fisiologicamente compatibile con il
consumo di ossigeno, il
vero problema non è la loro presenza, quanto
l’equilibrio tra ossidanti e
antiossidanti. Le patologie e l’invecchiamento precoce
sorgono nel momento in
cui i radicali liberi eccedono cronicamente rispetto alle difese e il
corpo
vive in perenne debito di difese antiossidanti perdendo la
capacità di smaltire
gli eccessi di radicali liberi.
La
ricetta?
A
costo di essere noiosi, non ci
stancheremo di ribadire l’importanza di un corretto stile di
vita, l’unico in
grado di gestire l’aggressione dei radicali attraverso:
- un
controllo del carico glicemico dei pasti
- un
consumo frequente di pasti, evitando di concentrare tutto in uno-due
pasti ipercalorici
- un
consumo quotidiano di frutta e verdura, soprattutto ai pasti
- un
consumo di frutta e verdura colorata, più ricche di
antiossidanti
- un
controllo dell’equilibrio acido-base dei pasti attraverso il
consumo moderato dei cibi più acidi e lo sfruttamento delle
risorse tampone di frutta e verdura (vedi tabella sotto)
- la
pratica di un’attività sportiva da moderata ad
intensa 3 volte a settimana
senza
dimenticare che:
1.
gli
integratori antiossidanti, tra cui le vitamine, sono meno efficaci
della frutta
e verdura
2.
accanirsi
sull’assunzione massiccia di uno-due antiossidanti non solo
non serve, ma può
portare con sé pesanti effetti collaterali
3.
non
esiste l’antiossidante universale, ma la cooperazione tra
tanti antiossidanti
4.
il
problema non sono i radicali in sé, quanto la
capacità dell’organismo di
gestirli e smaltirli
5.
lo
sport di media-alta intensità allena cuore e muscoli, ma
anche le difese
antiossidanti
6.
viceversa,
l’allenamento strenuo aiuta la formazione di ROS in eccesso
rispetto alle
difese
7.
le
supplementazioni di antiossidanti in dosaggi elevati crea solo un
disagio allo
sportivo, dato che impedisce gli adattamenti antiossidanti indotti
dall’allenamento
8.
evitare
di associare il latte agli alimenti ricchi di antiossidanti
TABELLA DI ALCUNI CIBI SULLA
BASE DEL LORO POTENZIALE ACIDO-ALCALINO
Effetto
alcalinizzante o acidificante degli
alimenti calcolato in base alle specifiche di Remer e Manz.
I
valori definiscono il potenziale di acidosi
renale (PRAL)
espresso
come mEq/100 g di alimento
Gli alimenti
alcalinizzanti hanno un prefisso (-) negativo
Gli alimenti acidificanti hanno un prefisso (+) positivo
Uva
|
-21
|
Fragole
|
-2,2
|
Noci
|
+6,8
|
Anguria
|
-1,9
|
Banane
|
-5,5
|
Mirtilli
|
-6,5
|
Kiwi
|
-4,1
|
Arance
|
-2,7
|
|
|
Burro
|
+0,6
|
Olio
di oliva
|
0
|
|
|
Filetto
di merluzzo
|
+7,1
|
Trota
|
+10,8
|
|
|
Manzo
magro
|
+7,8
|
Pollo
|
+8,7
|
Salame
|
+11,6
|
|
|
Formaggio
grana
|
+34,2
|
Latticini
|
+28,7
|
Yogurt
magro naturale
|
+1,5
|
|
|
Uova
di gallina
|
+8,2
|
|
|
Miele
|
-0,3
|
Marmellata
|
-1,5
|
|
|
Pane
bianco
|
+3,7
|
Riso
|
+12,5
|
Pasta
all’uovo
|
+6,4
|
|
|
Cavolfiori
|
-4
|
Sedano
|
-5,2
|
Cicoria
|
-2
|
Lattuga
|
-2,5
|
Spinaci
|
-14
|
Zucchine
|
-4,6
|
BIBLIOGRAFIA
- Strenght &
Conditioning, Anno 1, n.3 2012-12-31
- Strenght &
Conditioning, Anno 1, n.1 2012-12-31
- R.
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- Ben Goldracre, “La cattiva
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- Deepak P
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