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a cura di Orazio
Paternò
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GUERRA ALL’OLIO DI PALMA: UN CIMITERO DI FALLIMENTI Orazio Paternò intervista Andrea Ghiselli, ricercatore del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) Nell'epoca della dittatura del cibo che occupa tutti gli anfratti catodici e colma voragini esistenziali impiattando la quotidiana epica delle trofie al pesto, dei paccheri con melanzane perline o della crème brulée alla camomilla si vedono crescere simmetricamente le angosce salutistiche legate alla tavola. Quasi che l'esondante gastro-edonismo debba essere pagato con un carico di nevrosi un-tanto-al-chilo che si nutre di cialtronismi. Primo cialtronismo in classifica quello che da un anno e più lapida L'OLIO DI PALMA con sassaiole di inesattezze pur di portare a casa il colpevole di ogni male, dall'obesità alla mortalità precoce, perché sarebbe “aterogeno-cancerogeno-diabetogeno” Un valzer di patacche ideologiche che non fanno altro che spostare il problema, come era successo per gli zuccheri: attribuito allo zucchero bianco il ruolo di killer a prescindere, ci si è spostati verso altre forme di zucchero “naturale”. Via libera agli sciroppi d’acero, d’agave, al miele, allo zucchero di canna e a tante altre versioni degli stessi zuccheri semplici. Si sdoganava allegramente la bulimia per questi zuccheri perché “diversi”, “buoni” e, soprattutto “naturali”. Ignorando che si trattava sempre di miscele di glucosio e fruttosio, differenziati negli aromi grazie anche al processo industriale di bollitura tanto esecrato dai puristi del cibo e del naturale. Infatti le pance, il colesterolo e i trigliceridi continuavano a lievitare. Perché Il problema non era dello zucchero bianco, ma come sempre delle dosi. Di tutti gli zuccheri. La sua demonizzazione ha viaggiato su flussi emotivi trovando
oggi asilo in una compagine di prodotti che, come un sol uomo, seducono il
pubblico con un suono flautato e rassicurante: "Senza olio di palma"…
D: Prof. Ghiselli, è in atto
una vera e propria caccia alle streghe che non è in grado di oltrepassare i
confini della retorica di appartenenza. La vittima del momento è l’OLIO DI PALMA.
Il primo feroce attacco all’olio di palma è stato condotto sul piano
dell’elevata presenza di grassi saturi, considerati pericolosi per il cuore a
prescindere
D: Qualcuno chiede perentoriamente di sostituire i grassi saturi nei
prodotti della grande distribuzione. Sarebbe una strada percorribile? Ghiselli:
Tutto si può sostituire, ma non se ne vede il motivo Per fare un
prodotto da forno fragrante e buono serve una certa quota di grassi
saturi, gli insaturi ungono e poi si ossidano facilmente e magari
dobbiamo metterci degli antiossidanti. Quando mi preparo dolci a casa
non uso l'olio di mais, di girasole o di oliva, ma burro o strutto (ma
perché in Italia non trovo il palma, altrimenti userei quello).
Il problema dei dolci -e lo ripeto- non sono i saturi, ma gli zuccheri.
I biscotti devono essere consumati con parsimonia per via degli
zuccheri prima che dei grassi.
Fate un'analisi comparativa sul contenuto di saturi (che ribadisco non sono correlati alle malattie cardiovascolari) che trovate sulle etichette nutrizionali dei vari prodotti con o senza palma e vedrete che o sono simili o ce ne sono addirittura di più in alcuni prodotti senza palma. Per non parlare degli zuccheri. Insomma se abbiamo paura di un po’ di saturi poi magari abbassiamo la guardia su ciò che veramente è pericoloso: zuccheri e calorie in genere. Allora rischiamo di ritenere più sano un prodotto senza olio di palma e mangiarne di più. Infine avete idea di quanto spazio serve per sostituire l'olio di palma con girasoli o colze? Insomma, tutto si può sostituire, ma ci deve essere una buona ragione per farlo e qui le ragioni sono tutte a favore del palma D: Dai grassi saturi si è
passati al fronte dei contaminanti, come il 3Mcpd
e glicidolo. Eppure sono
classificati rispettivamente POSSIBILE e PROBABILE CANCEROGENO dallo IARC e
inseriti nei gruppi 2B e 2A. Nitriti, nitrati e alcolici sono invece presenti
nel GRUPPO 1, cioè tra i CANCEROGENI per l’uomo. Bisognerebbe vietare anche
insaccati e alcolici… Ghiselli:
Corretto. Siamo in Italia e l’alcol, soprattutto da vino,
è considerato parte integrante della dieta e ci se ne preoccupa
di meno.
Ma questo non vuol dire che non dobbiamo sottovalutarne il pericolo. E’ sbagliato prendersela con l’olio di palma in quanto fonte di saturi, ma è giustissimo prendersela con l’olio di palma come fonte di contaminanti da processo come quelli citati, anche se i cancerogeni che ci sono nell’olio di palma raffinato (ma anche negli altri oli) non rappresentano un rischio per consumi normali (come dice uno studio commissionato da EFSA) ma potrebbero rappresentarlo per i bambini qualora fossero nutriti esclusivamente con latti contenenti palma e per i minori in genere con alti consumi di prodotti contenenti palma. Ma proprio il fatto che si conosca il rischio è condizione per contenerlo, come dimostra sempre EFSA quando dice che questi contaminanti di processo si sono dimezzati in 5 anni e possono ovviamente continuare a scendere, se l’industria sceglie di continuare ad usare l’olio di palma.
D: sembra che la partita dei contaminanti si giochi solo nel campo
dell’olio di palma… Ghiselli:
I contaminanti sono un problema anche nelle farine, dove i livelli di
aflatossine sono a volte altissimi (e anche le aflatossine sono
cancerogene). Allora che facciamo, bandiamo l'uso di farine di frutta
secca in guscio, di acqua (perché ci sono i nitrati e
l'arsenico), oppure facciamo in modo che le aflatossine delle farine e
della frutta secca siano al di sotto dei limiti di pericolosità,
che i nitrati e l'arsenico dell'acqua siano sotto certi valori...? Che
nell’olio di palma i contaminanti da processo siano sotto i
limiti di pericolosità. In altre parole se nel mais ci sono
aflatossine facciamo in modo di toglierle o abbassarle, non di bandire
la polenta. D: Ora gli oli di semi, ma anche d’oliva, che sostituiranno la palma
in creme, torte, biscotti e cornetti daranno problemi di conservabilità vista
la loro spiccata vocazione a reagire con l’ossigeno. Non si rischia di passare
da una padella immaginaria a una brace vera? Ghiselli:
Certamente sì. Tra i vantaggi dell’olio di palma oltre al
prezzo e al sapore anonimo, c’è anche grande
conservabilità.
Ma guidare il pubblico con un filo di seta è uno sport |