Olio
di
cartamo e CLA:
elisir di
lunga
vita o fumisteria salutista?
INTRODUZIONE
Un’amica
mi scrive chiedendo lumi sull’olio
di cartamo e sul suo “principio
attivo”, cioè il CLA
(acido
linoleico coniugato). Dalla cartellonistica pubblicitaria il CLA appare
come un
vaccino antietà, antitumore, antiobesità e tante
altre amenità. Avevamo a
portata di mano questa manna della salute e non ce ne siamo accorti?
Possiamo
essere così stupidi? Domani vado subito a comprarlo! Prima,
però, non per
sfiducia o malafede, do un’occhiata distratta a quanto dice
la letteratura
scientifica. Quella in controtendenza con la pubblicità e il
marketing.
Che
cos’è e dove si trova il CLA?
E’
un acido grasso omega 6 presente in
alcuni oli (cartamo e girasole), ma soprattutto nelle carni e nei
prodotti
caseari derivati da vacche e pecore. Sul mercato degli integratori si
trova in
prodotti a base di olio di cartamo e in composizioni con le due forme
isomeriche cis-9/trans-11 e trans-10/cis-12. L’isomero
più abbondante è il
cis-9/trans-11 che rappresenta fino all’80% del totale di CLA
negli alimenti. Fin
qui chimica didascalica per soddisfare i palati più fini.
Ora scendiamo in
campo. Le presunte virtù del CLA sono imputate all'effetto
ipocolesterolemizzante,
in parole povere, abbasserebbe il colesterolo cattivo (LDL). Inoltre
vanterebbe
proprietà antiossidanti, dimagranti e antitumorali. Una vera
panacea!
Compulsiamo la letteratura medica, soprattutto le review, per capire se
ci
siamo persi un elisir di lunga vita o abbiamo risparmiato dei quattrini.
1)
Olio di
cartamo contro il colesterolo.
L’EFSA
(Agenzia Europea per la Sicurezza degli Alimenti), dopo un lavoro
durato 3 anni
(2008-2011) orientato a verificare le affermazioni salutistiche di
integratori
e prodotti alimentari,
ha
escluso
l’olio di cartamo e il CLA dai prodotti anticolesterolo.
Tra
l’altro, almeno l'80% del colesterolo è
sintetizzato dal
fegato, senza essere influenzato dall'alimentazione/integrazione. E
l'influenza
del 20% imputato all'alimentazione avviene quando proprio si mangia
male.
Altrimenti è ancora più bassa. Quindi, ammessa e
non concessa l’efficacia di
certi prodotti, è ridicolo assumerli a fronte di
un’alimentazione sconsiderata.
Basta mangiare meglio per affrontare il colesterolo. Senza entrare nel
merito
del condizionamento dei fattori genetici nella produzione di
colesterolo.
2) L'olio
di cartamo dovrebbe le sue virtù alla presenza di un particolare grasso insaturo,
l'omega 6 CLA (Acido Linoleico
Coniugato). Peccato che ce ne sia troppo e sia
dunque sbilanciato rispetto agli omega 3, loro stretti collaboratori
nel
promuovere la
salute. A
questo punto si dovrebbe "integrare" con altri olii più
ricchi di
omega 3. E diventa un papocchio. Ci si complica la vita inutilmente,
visto il
limite già esposto sopra.
3) Se
certi
integratori anticolesterolo funzionassero, assumendone uno
spettro ampio
(olio di cartamo, fibre di segale e le fibre in generale, isoflavoni
vegetali,
policosanoli da cera di canna di zucchero, L-Carnitina, L-Lisina, GLA,
olio di
mais, proteine della soia, acido steraico, foglie disidratate di fico
d’india...)
avremmo debellato il problema del colesterolo. I
prodotti segnalati tra parentesi hanno sono stati bocciati dall’EFSA dalla lista
di
quelli anticolesterolo.
4) Il
colesterolo è davvero un problema serio? No, l'ha
finalmente confermato il
British Journal of Nutrition (2011), dopo tante altre ricerche
pubblicate da
almeno 10 anni. Il colesterolo può essere un problema solo
se associato ad
altri fattori di rischio, quali il fumo e l'ipertensione che sono i
veri
killer.
5) il
CLA
(Acido Linoleico Coniugato) contenuto nell’olio di cartamo, viene anche spacciato come
dimagrante. Effettivamente
sono anni che questa sostanza ha suscitato la curiosità dei
ricercatori.
Tuttavia i numerosi studi su animali e umani non hanno ancora
confermato
l'ipotesi.
6)
Alcuni studi condotti su animali avrebbero dimostrato che il CLA
farebbe
dimagrire,
ma al prezzo
di sviluppare insulino-resistenza (quindi diabete) e fegato grasso.
Altri studi
su umani integrati con CLA non hanno rilevato variazioni di grasso o,
al
limite, una riduzione di grasso molto inferiore a quella osservata
sugli
animali.
Ancora,
i meccanismi antiobesità
postulati dall’integrazione di CLA sono solo inchiostro su
carta...
7)
CLA contro il cancro al seno?
I risultati di studi epidemiologici sul consumo di CLA in relazione al
cancro al seno sono scarsi e contraddittori. Uno studio longitudinale
condotto
su 61.433 donne svedesi senza cancro al seno e seguite per 17 anni ha
portato
ad una conclusione importante, visto il numero elevato dei soggetti:
non è
stata osservata nessuna associazione
significativa tra assunzione di CLA dalla dieta e cancro al seno.
Conclusione:
nessun effetto protettivo
del CLA nei confronti del cancro al seno.
8)
Contraddittori anche gli studi sugli animali,
dove esiti incoraggianti si sono scontrati con altri
molto meno ottimistici (sviluppo di cancro alla prostata e al colon in
animali
integrati con la forma isomerica trans-10/cis-12). Ricordando che gli
studi su
animali sono solo un punto d’inizio. Solo lo studio su umani
può portare a
conclusioni accettabili.
Conclusione
“Reporting
bias”,
cioè l’errore sistematico dovuto alle
preferenze nel riportare le ricerche. Questo è lo
stratagemma un po’ grossolano
di chi vuole a tutti i costi giungere a conclusioni desiderate. Il CLA rappresenta il
classico integratore
oramai bollito che sfrutta selettivamente degli studi-civetta che hanno
dimostrato un qualche effetto solo su animali o tessuti in vitro. Senza
alcun
riscontro sull’uomo. Ma per i venditori di pentole questo
basta e avanza.
Per
dimostrare che la mia non è una
generica crociata contro gli integratori, ma semplicemente un distinguo
tra ciò
che è stato accertato dalla scienza e ciò che
è solo pubblicizzato dal
marketing delle illusioni, ecco sotto un elenco di tutti gli
integratori o alimenti che l’EFSA ha definito attendibili
nelle loro affermazioni (claims) pubblicitarie anticolesterolo:
•
Monacolina K (dal
lievito di riso rosso)
•
Betaglucani di avena e di orzo
•
Chitosano (piccola
riduzione di LdL)
•
Steroli e stanoli vegetali (con
una dose di 1,5-2,4 gr/die si è osservata una riduzione di
LdL fino
al 10,5%. Gli esperti EFSA ritengono tale quota significativa per la
riduzione
del rischio cardiovascolare. Il parere favorevole riguarda cibi
addizionati di
steroli e stanoli vegetali come la margarina, la maionese, il latte, lo
yogurt
e i formaggi. Dati insufficienti sugli altri alimenti addizionati)
•
Fitosteroli
•
Fitostanoli
•
Glucomannano (nella
misura di 4 gr/die)
Bibliografia
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manuale completo degli integratori”, Thea Edizioni,
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