ALIMENTAZIONE
SPORT
DIMAGRIMENTO
a cura di Orazio
Paternò
|
CHI SONO | RAGIONI DEL SITO | TUTTI GLI ARTICOLI | CONTATTI |
BENVENUTI
NELL’OBESOCENE THE
LANCET, 2016.
Uno studio di ampia portata su 200 paesi e che ha monitorato il BMI
(rapporto
tra peso e altezza al quadrato) di 19.2 milioni di adulti tra il 1975 e
il 2014
ci ha inchiodati a una realtà che non ha aggiunto stupore a
quanto si offre
quotidianamente ai nostri occhi: nonostante le geografie di corpi
decisamente
“arrotondate” dal benessere il mondo non si
è mai imposto un time-out di
coscienza e dopo il 2000 è rimasto prigioniero delle seduzioni
del cibo e del divano
decretando, oggi, il passaggio in una nuova era di obesità
grave. OBESOCENE la
definirei, pur riconoscendo al termine di fresco conio un accento
troppo
tragico. I paesi in via di sviluppo sono i più voraci, come
la Liberia e la
Georgia, che a partire dal 2000 denunciano un aumento di peso
più veloce del
tasso rilevato tra il 1975 e il 2000. E in molti paesi sviluppati,
nonostante
il freno a mano tirato dopo il 2000, il tasso di aumento del peso
continua
comunque a crescere.
tratto da "Le Scienze", Settembre 2016 BELGIO
E DANIMARCA: LA VIRTÙ È ROSA CONCLUSIONE BIBLIOGRAFIA Le Scienze, settembre 2016
OLIMPIADI DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE: LA DIETA VEGANA SOLO QUINTA I sermoni paroliberi del VEGANESIMO spinto hanno sempre cercato di ammaliare la platea degli ingenui e dei fideisti servendo abbondanti porzioni di pseudoscienza. Vedi i deliri psichedelici sulla fisiologia e anatomia “vegane” dell’uomo. Il veganesimo ha sparso parole e idee di indeglutibile consistenza. Al punto da allappare i neuroni. Scivolati sulla superficie avvilente di argomenti in disarmo scientifico, un’altra breccia si fa largo nel muro ideologico del veganesimo: LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE, tema relegato da oggi nello scaffale dell’autogol. Sì, perché questo era uno dei cavalli di battaglia dei palafrenieri della soia: il veganesimo salva l’ambiente. Dunque, se avete a cuore le foreste dovete tutti ammainare la bandiera del cotechino e alzare quella vergata “GO VEGAN!”, ci facevano capire gli alfieri dell’alfa, ma privativo. Già in tempi non sospetti era intuibile che se il mondo intero si fosse consegnato al culto del cetriolo, rinunciando in toto ai prodotti animali, sarebbe stata un’apocalisse del bio-universo: avremmo dovuto coltivare anche il giardino di casa per avere tutti un po’ di erba d’orzo a pranzo e ravioli al brasato di seitan a cena (senza glutine, mi raccomando!) Oggi una ricerca assesta un colpo fatale al format della semplificazione vegana. Sono stati elaborati modelli di simulazione biofisica per mettere a confronto dieci stili alimentari, in una sorta di OLIMPIADE DELLA SOSTENIBILITÀ: a parità di superficie agricola coltivata l’oro va a chi mangia frutta, verdura e poca carne, mentre gli oltranzisti del tofu si devono accontentare di un misero quinto posto in classifica Il confronto è stato fatto tra
La
dieta vegana riesce a nutrire
meno persone di due tipi di diete vegetariane (latto-vegetariana e
latto-ovo
vegetariana) e di due tipi di alimentazioni onnivore. Se
l’agricoltura americana fosse totalmente dedicata alla dieta
vegana
potrebbe sfamare circa 735 milioni di persone, mentre adottando una
dieta
vegetariana con latticini si salirebbe a 807 milioni. PERCHÉ UN VEGANESIMO DURO E PURO È NEMICO DELL’AMBIENTE?
BIBLIOGRAFIA |