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La
pseudoscienza del dimagrimento,
della “disintossicazione” e altre leggende… Introduzione Siamo negli anni duemila, ma pare di essere ancora nel medioevo. Oggi come allora prosperano sedicenti esperti e inventori di cure miracolose o di trattamenti dimagranti stupefacenti che continuano ad accarezzare le fantasie infantili su pillole magiche, elisir di lunga vita, massaggi, creme e aghi. Ce n’è per tutti i gusti: la crema che ti snellisce la pancia mentre dormi, la pillola che promette di bruciare chili di grasso a riposo, la scossa elettrica che rende magri e tonici senza spostarsi dal divano, il “ricostituente” per tutte le stagioni, il massaggio che “sgrassa e rilassa” e, per i più sportivi, l’attrezzo per la “tartaruga”addominale al “basso”costo di dieci minuti al giorno di esercizio… Oggi la cultura è “leggermente” più diffusa rispetto al medioevo e la scienza ha fatto grandi passi avanti gestendo ogni aspetto della nostra vita e acquistando una meritata autorità: mangiamo, ci vestiamo, ci spostiamo, ci curiamo e ci mettiamo in contatto solo grazie a prodotti della scienza. Eppure, quando si tratta di vendere fumo, la scienza si conserva solo nella forma, nel tecnicismo per dare credibilità alle pozioni magiche una volta fatte di zampe di ragno, code di scorpioni e ali di pipistrello; mentre oggi sono a base di complesso Nutrileum, RoC Retinol Correction, VitaNiacin, L-acetil carnitina, fucus vesciculosus, citrus aurantium, estratto biotecnologico proteasyl e così via nel neo campionario delle corbellerie parascientifiche. Questi nuovi apprendisti stregoni si sono aggrappati a concetti come il magnetismo, l’ossigeno, l’acqua, l’ “energia”, la ritenzione, il drenaggio, le tossine. Tutti concetti che rientrano nel repertorio culturale di un diplomato, ma che vengono strumentalizzati e distorti ad uso e consumo dell’industria dei miracoli. L’inganno è quello di prendere dalla fisiologia le funzioni di una molecola e spacciare per sensazionale novità la scoperta dell’acqua calda. Ci insinuano l’idea che se una molecola è coinvolta nel metabolismo dei grassi, per esempio, 1) ne siamo tutti carenti 2) vale il principio della quantità: più ne prendo più grassi brucio. Invece no. Più ne prendo e più rischio l’intossicazione creando danni serissimi, come per l’integratore di ferro, venduto come panacea di tutti i mali. Lo stesso vale per gli altri minerali, le vitamine, le proteine, le alghe dimagranti... Passiamo in rassegna le principali leggende parascientifiche e partiamo con… Il mito della
disintossicazione
Il caso inglese della falsa
“disintossicazione”
Tempo
fa, in Inghilterra, ebbe vasta eco pubblicitaria un pediluvio
disintossicante, Acqua Detox: si immergevano i piedi in una vaschetta
piena d’acqua con un po’ di sali e collegata ad uno
strumento elettronico. In breve l’acqua si tinteggiava di
marrone
(le tossine corporee espulse dai piedi, annunciava la casa produttrice)
ed emanava un forte odore di cloro (il cloro tossico espulso dal corpo,
declamava la solita casa produttrice). Ecco, questo è un
esempio
in cui la scienza c’è, ma viene utilizzata a
secondi fini,
per alimentare la mitologia popolare (enormi quantità di
tossine
che possono essere espulse dalla pelle) e il portafogli della
discutibile azienda.In breve, qual era il trucco? L’acqua scura era il prodotto dell’elettrolisi, cioè dagli elettrodi di ferro che migravano in acqua e diventavano ruggine. E l’odore di cloro? Nell’acqua veniva aggiunta una soluzione di sale. Nel sale abbiamo ioni negativi di cloro (Cl-) e positivi di sodio (Na+). Gli ioni negativi di cloro vengono attirati dall’elettrodo positivo producendo gas liberi di cloro. E il gioco è fatto! Ruggine più cloro in forma gassosa. Qualcuno si è comunque premurato di far analizzare l’acqua del pediluvio. Sia mai sfuggita qualche famigerata “tossina”. Si sono cercati i due principali prodotti metabolici di scarto espulsi tramite i reni: la creatinina e l’urea. Niente. Solo ruggine. La stessa ruggine che il marketing della “disintossicazione” produce nelle nostre teste. La “disintossicazione” (così come la scienza “ricostituente”) è un prodotto culturale nato dall’unione di qualche utile principi di buonsenso con una serie di bislacche fantasie medicalizzate. Quindi, se dopo alcuni giorni di abbuffate e ore piccole io “mangio un po’ meno e mi riposo di più”, l’attore o la modella si “disintossicano”. Parlo di mito perché la disintossicazione è un’invenzione del marketing. Non esiste nella fisiologia umana un “apparto disintossicante”. Esistono solamente prodotti di scarto dell’apparato digerente (feci) e prodotti di scarto dell’apparato escretore (urina). Sono sotto la loro responsabilità la gestione e lo smaltimento di quasi tutti i rifiuti metabolici (azoto, creatinina, urea, corpi batterici, corpi inorganici, muco, cellulosa…). E il sudore? Il mito della disintossicazione col sudore Il sudore, a dispetto delle credenze che lo vedono come veicolo di quantità enormi di “tossine”, è costituito al 99% di acqua e, in quel piccolo 1% restante, troviamo urea, creatinina, ammoniaca e qualche farmaco, se assunto. In un litro di sudore troviamo solo 1,5 gr di sali dove il sodio è il più rappresentato (il 40% dei sali) e già fin troppo compensato dall’alimentazione senza bisogno di spendere soldi in integratori salini (l’Italiano introduce tra i 5 e gli 8 gr di sodio al giorno).Quanto agli altri minerali sappiamo che calcio, magnesio e potassio persi in 3 litri di sudore sono già coperti da un bicchiere di succo di pomodoro o di arancia (Katch e Mc Ardle). Perdere 3 litri di sudore non è affatto facile, se pensiamo che durante una maratona l’atleta perde dai 3 ai 5 litri di sudore, mentre nei 90 minuti di partita a 10°C di temperatura ambientale un calciatore perde 2 litri di sudore. Il sudore espelle sostanze di scarto, sì, ma in maniera accessoria e quantitativamente insignificante rispetto a feci ed urina. La sua funzione principale è quella termoregolatoria: evaporando sottrae energia al corpo risparmiando i danni delle alte temperature generate dall’ambiente o dal lavoro fisico. Le alte temperature sono incompatibili con la vita. Dunque il sudore svolge una funzione fondamentale, ma solo nell’ambito della regolazione della temperatura corporea. Nulla di più. Non concediamogli una dignità che non ha. Affidare l’eliminazione delle sostanze di scarto al sudore è come affidare la pulizia della casa alle formiche: porteranno via solo le briciole di pane. E il resto? Calcio,
magnesio e potassio persi in 3 litri di sudore sono già
coperti
da un bicchiere di succo di pomodoro o di arancia (Katch e Mc Ardle).
La sauna e il bagno turco come mezzi “depuratori”. A questo punto è chiaro che sudare corrisponde solo a tanta acqua persa e a qualche piccola frazione del volume metabolico di scarto, come l’ammoniaca. Più qualche sale. Nient’altro. Concediamo alla sauna e al bagno turco il piacere del relax, senza abbandonarci ai sogni mitologici della “disintossicazione”. Scambiare il sudore
per grasso
Il
trucco
del sudore in alcuni centri estetici
Sudare equivale a perdere peso, è vero, ma in acqua! Se mi peso prima e dopo un allenamento pesante e la bilancia registrerà 1 kg in meno, ebbene, quella non è altro che acqua! E allora il grasso? Quanto se ne perde durante un allenamento? E dove si perde?
MISURARE
DOPO L'ALLENAMENTO E' UN
TRUCCO!
Alcuni
centri estetici adottano la furbesca strategia di fare svolgere
attività fisica all’ignara cliente in ambiente
caldo-umido
(una specie di “bozzolo” riscaldato) o sotto il
bombardamento di raggi infrarossi (per
“sciogliere”i
grassi, dicono loro). Mezzucci che non fanno altro che incrementare la
sudorazione. Le misurazioni (peso corporeo, circonferenze della vita o
della coscia) vengono effettuate prima e dopo
l’attività
fisica. I risultati sono sempre strabilianti. Perché? La
cliente
dopo una sola seduta di “trattamento dimagrante” si
ritrova
con 1 kg in meno (di cosa?) e qualche centimetro in meno sulla vita,
sui fianchi o sulla coscia (di cosa?). Può davvero cantare
vittoria? Ancora due o tre sedute e potrebbe già esibirsi in
spiaggia senza alcuna riserva. Non funziona così. Gli
apprendisti stregoni di questi centri del saccheggio pecuniario
conoscono benissimo il trucco. Vediamo di svelarlo.Prendiamo una donna di 60 kg che corra per 5 km. Tramite la formula di Arcelli, considerata molto attendibile in campo scientifico, otteniamo i grassi consumati moltiplicando il peso corporeo per i chilometri percorsi e dividendo il tutto per un coefficiente fisso di 20 (35 per la camminata). Formula di Arcelli: Kg di peso X Km
percorsi / 20
Quindi avremo: 60 x 5 / 20 = 15 grammi di grasso!!! Chi ha provato a correre sa che 5 km non sono pochi, soprattutto se una persona non è allenata. Esausti e trafelati dopo una corsa di questa portata si immagina di aver bruciato vagonate di grasso e la bilancia pare confermarlo: -1kg rispetto a prima della corsa. Se, però, analizziamo questo kg di materiale organico, be’, le cose cambiano. Dunque, solo 15 grammi di grassi. Un’inezia, rispetto allo sforzo percepito! 15 grammi a seduta significa che per bruciare 150 grammi serviranno 10 sedute da 5 km l’una e serviranno 100 sedute da 5 km l’una per bruciare 1,5 kg di grasso! Un po’ pochi rispetto allo sforzo… Ma torniamo alla nostra seduta di corsa. Punto 1. Quindici grammi di grasso saranno pochi, ma almeno si spera che vengano tolti dai punti strategici: Addome, cosce e glutei. Anche qua ci tocca l’ingrato compito della smentita. Ammesso che durante un’attività fisica vengano consumati dei grassi, i primi ad esserlo sono i grassi intramuscolari. Cioè non quelli immediatamente sotto pelle (tipo le “maniglie dell’amore”), ma quelli più profondi, tra le fibre muscolari. Quelli che non si vedono, purtroppo. Il perchè è semplice: la prossimità tra il grasso di deposito intramuscolare e il centro di consumo (il muscolo) è più conveniente nell’economia del trasporto. Costerebbe più energia trasportare il grasso da siti molto più lontani (grasso sottocutaneo di addome, cosce e glutei…). Prima si brucia il grasso intramuscolare, poi quello sottocutaneo Punto 2. Quando si comincia ad intaccare il grasso sottocutaneo, quale ordine segue il corpo? Brucia il grasso che vorremmo, quello inestetico, o segue altre vie e priorità? La risposta è già stata data nell’articolo “Come, quando e perché si ingrassa”, ma ne riparliamo volentieri. Sommariamente la struttura corporea femminile può essere ricondotta a due grosse tipologie che rispondono in modo diverso all’allenamento e al dimagrimento a) Struttura a pera: spalle strette, anche larghe, grasso concentrato nella zona gluteo-femorale, risponde lentamente all’alimentazione e all’allenamento, ingrassa dal basso verso l’alto e dimagrisce dall’alto verso il basso. Basso il suo rischio di malattie cardiovascolari b) Struttura a mela (come quella maschile): spalle larghe, grasso concentrato sull’addome, difficilmente a rischio “cellulite” buona risposta all’allenamento e all’alimentazione, ingrassa dall’alto verso il basso e dimagrisce all’opposto. Alto il suo rischio di malattie cardiovascolari. Sottoposte allo stesso
programma alimentare e di attività fisica saranno
avvantaggiate le donne con un po’ di pancia, ma senza grasso nella
zona gluteo femorale. Meno fortunate, sotto questo profilo, saranno le
donne col grasso
concentrato nella parte inferiore del corpo.
Il motivo è ricollegato al fatto che il grasso gluteo-femorale è difeso strenuamente perché considerato dall’organismo un centro di rifornimento per la gravidanza sottoposta a condizioni di carestia alimentare. A tal fine è considerato meno importante (e meno protetto) il grasso addominale che risulta più facile da smaltire. Il rovescio della medaglia è che se il grasso addominale è più facile da consumare, risulta però quello più offensivo per la salute. Alte concentrazioni di grasso addominale (soprattutto viscerale) riducono le aspettative di vita della persona esponendola maggiormente al rischio di malattie cardiovascolari (Desprès, 1990) Punto 3. Tolti 15 grammi di grassi, un’altra manciata di grammi di zuccheri, 1,5 grammi di sali…il resto cos’è? Solo, esclusivamente ACQUA. E’ la grossa perdita d’acqua che ci inganna e che qualche venditore di fumo ci spaccia per grasso. Ogni misurazione fatta dopo l’attività fisica (peso sulla bilancia, centimetri misurati sulla coscia…) è falsata dalla perdita d’acqua. Tant’è che se ci misurassimo o pesassimo dopo alcune ore dall’attività fisica (o dalla sauna), a reidratazione avvenuta, le cose tornano esattamente come prima. Tenete presente che con un’alimentazione e un allenamento corretti in una settimana non è possibile perdere più di 450 grammi di grasso (Katch e Mc Ardle). Figuratevi in una sola seduta di allenamento, tra l’altro “dopato” dall’uso di tecniche per aumentare la sudorazione. Con
un’alimentazione e un allenamento corretti in una settimana
non è possibile perdere più di 450 grammi di grasso (Katch e Mc Ardle). Diffidare sempre da chi vi misura o vi pesa subito dopo l’allenamento. E’ un trucco per dopare i modestissimi risultati dopo una sola seduta Con questo non si vuole certo contestare i benefici del lavoro aerobico (corsa, bicicletta, nuoto…), ma ridargli una dimensione più corretta: è un’ottima forma di manutenzione del cuore, se praticato almeno 3 volte a settimana e ad una buona intensità migliora il profilo lipidico ematico (colesterolo e trigliceridi) Per aiutare a dimagrire in modo significativo deve essere praticato spesso e per lungo tempo. Correre due volte a settimana per 4-5 km non aiuterà a perdere peso facilmente Punto 4. L’uso di diete iperproteiche. Alcuni centri estetici lavorano su due binari: quello delle misurazioni dopo abbondante sudorazione e quello delle diete iperproteiche. Il trucco delle diete iperproteiche è lo stesso utilizzato da tantissime diete di tendenza: vi si chiede di abbandonare pasta e pane in nome di carne, affettati e pesce in abbondanza. Magari iniziando con una settimana a base di frutta e verdura. Anche in questo caso siamo di fronte ad una strategia finalizzata a perdere acqua e, ahimè, massa muscolare, cioè quella responsabile, insieme ad altri tessuti, dello smaltimento dei grassi e delle calorie. Cosa succede ad eliminare i carboidrati a favore di un surplus di proteine? 1 gr di carboidrati trattiene circa 3,5 gr di acqua nel corpo. Le nostre scorte di carboidrati (stoccate nei muscoli e nel fegato) ammontano a circa 500 gr. Il digiuno dai carboidrati porta a consumare queste scorte nel giro di 24/48 ore. Risultato? 1,7 litri di acqua persi + 500 gr di carboidrati "bruciati"per l'assenza di rifornimenti di zuccheri dalla dieta. Alla fine, dopo 2 giorni, avremo perso circa 2,2 kg di...acqua! Mentre l'ignara vittima della dieta sbagliata sarà entusiasta del risultato raggiunto. Risultato che tradurrà, sbagliando, in grasso perso. In realtà il grasso è stato risparmiato, a favore di tutt'altro! Le conseguenze? a) Perdere muscoli equivale ad un metabolismo sempre più lento b) Perdere acqua vuol dire pregiudicare la funzionalità dei muscoli, tra cui anche la loro funzione di smaltimento del grasso c) Le proteine muscolari “bruciate” per rimpiazzare gli zuccheri, producono grandi quantità di azoto, ammoniaca e urea che decalcifica le ossa e i denti, sovraccarica reni e fegato e acidificano il sangue. Altra acqua persa tramite l’urina per smaltire questi prodotti di scarto. Per i più curiosi,
ecco un quadro riassuntivo di tutti gli effetti possibili di diete
iperproteiche
Effetti della dieta
iperproteica
(1) Allen LH, Oddoye EA, Margen S. Protein-induced calciuria: a longer-term study. American Journal of Clinical Nutrition, 1979, 32:741–749. Linkswiler HM et al. Protein-induced hypercalciuria. Federation Proceedings, 1981, 40:2429–2433. Heaney RP. Protein intake and the calcium economy. Journal of the American Dietetic Association, 1993, 93:1259–1260. Barzel US, Massey LK. Excess dietary protein can adversely affect bone. Journal of Nutrition, 1998, 128:1051–1053. (2) Katch & Mc Ardle “Alimentazione nello sport”, CASA Ed. Ambrosiana, 2001 (3) A.A.V.V “Dietologia clinica 5-Alimenti e malattia” Edizioni Medi s.r.l.,1999 (4) American Heart Association http://www.americanheart.org/presenter.jhtml?identifier=11234 Il mito della
“disintossicazione” col digiuno
“Se
ieri ti sei abbuffato, oggi mangia solo una mela! Ti aiuterà
a disintossicarti”Il corpo non risponde a delle logiche banali del tipo: oggi lo riempio, domani lo svuoto, ma solo di quello che dico io. Il corpo è un sistema complesso che dà delle risposte complesse, spesso opposte ai nostri propositi. Vediamo di smontare il mito del digiuno per punti Il digiuno viene letto come un attentato alla sopravvivenza. A tal fine il nostro corpo è estremamente efficiente nel proteggere i depositi di energia (i grassi). Anzi, i meccanismi di risparmio di energia sono molto più efficienti dei meccanismi di spesa energetica. E’ un meccanismo che ha garantito la nostra sopravvivenza durante le centinaia di migliaia di anni in cui l’uomo ha dovuto far fronte a lunghi periodi di carestia. Che sia carestia o digiuno, l’organismo non fa differenza e risponde sempre allo stesso modo: bruciare meno calorie e risparmiare i grassi. Un DNA così sviluppato in migliaia di anni non viene resettato da una cinquantina d’anni in cui le carestie sono state scongiurate (in Occidente, almeno) Dunque, non mangiare in generale = rallentare il metabolismo e risparmiare i grassi Che
sia carestia o digiuno, l’organismo non fa differenza e
risponde
sempre allo stesso modo: bruciare meno calorie e risparmiare i grassi.
Ora entriamo nello specifico… Non mangiare carboidrati. Il “furbo” digiunante, per fare cosa gradita alla sua linea, elimina per primi pane, pasta, riso, cereali. Dopo alcuni giorni, tra capogiri e allucinazioni di varia natura (i carboidrati sono la prima fonte energetica del cervello), viene registrato un calo significativo di peso. E’ giusto inneggiare peana al nostro successo strategico? Oppure è meglio fare un inventario di ciò che si è perso? Abbiamo visto sopra cosa succede ad eliminare carboidrati: la bilancia segnala come successo quello che è un triste fallimento di spreco di acqua e massa muscolare gettati dalla finestra. Quale forma di energia utilizza il corpo in regime di digiuno? Tutti diremmo: i grassi! Invece no, perché al punto 1) abbiamo detto che i grassi sono delle riserve energetiche risparmiate per casi estremi. Una certa quantità di grassi viene però “bruciata”, ma in condizioni e con esiti particolari. Senza la presenza di zuccheri (o carboidrati) i grassi vengono trasformati in una benzina di serie B, tossica e poco efficace. E’ un carburante a base di corpi chetonici, sui quali il cuore, il cervello e i muscoli ripiegano (sono gli organi della predazione e devono funzionare sempre, anche se male). I corpi chetonici, infatti, rendono il sangue più acido (acidosi, incompatibile con la vita) il che chiama in causa il reparto-espulsione: i reni. In questo quadro di chetosi i corpi chetonici devono essere immediatamente espulsi tramite l’urina. Si perde ancora peso, ma sempre in acqua! Solo 3 tessuti si adattano al consumo dei corpi chetonici : il cuore, il cervello e il muscolo striato. Che sono, guarda caso, gli organi della predazione. Cioè, solo gli organi che salvaguardano la vita riescono ad adattarsi ad un carburante di seconda qualità. Anche al prezzo di danneggiare il motore.. E oltre ai corpi chetonici…? A digiuno una certa quantità di zuccheri deriva proprio dal catabolismo, in pratica dal “cannibalismo” di quel tessuto che non vorremmo mai intaccare: il tessuto muscolare. Perdere muscoli per avere energia ha un pesante contraccolpo sulla linea e sulla salute perché: a) il corpo perde tonicità e forma, b) i muscoli sono delle importanti termovalorizzatori: bruciano grasso e zuccheri per ottenere energia utile c) bruciare le proteine muscolari equivale ad aggiungere al sangue, oltre ai suddetti corpi chetonici, anche ammoniaca, acidi urici e urea, che sono i rifiuti pericolosi delle proteine. Le proteine contengono azoto. Ogni volta che una proteina viene “smontata” per produrre zucchero e quindi energia, l’azoto si trasforma in un materiale acido che deve essere espulso tramite l’urina. Di nuovo, si perde acqua! Stavolta insieme ai preziosi muscoli… I veri effetti del
digiuno
· Disidratazione: si perde acqua
che non viene più trattenuta dai carboidrati
· Si perde massa magra sacrificata per produrre gli “zuccheri”mancanti · Aumentano le “tossine” nel sangue (corpi chetonici e acidi urici) eliminati attraverso l’urina = ancora disidratazione!!! · Il metabolismo rallenta sia come misura di emergenza contro la mancanza di cibo, sia per la perdita di massa muscolare (i muscoli bruciano calorie giorno e notte) DIGIUNO = MENO
ACQUA, MENO MUSCOLI,
PIU’ INTOSSICAZIONE!!! |