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Le diete drastiche: perchè non funzionano INTRODUZIONE
a) le cosiddette VLCD (Very Low Calories Diet = diete a bassissimo regime calorico) fanno perdere peso, ma cosa...? Grasso, muscoli, acqua...? b) fanno perdere muscoli, cioè i nostri unici amici che ci aiutano a bruciare i grassi c) fanno perdere peso così velocemente da attivare le contromisure biologiche di difesa del grasso corporeo Qualsiasi programma
alimentare e sportivo scientificamente sensato lavora su due fronti: · perdere grasso · mantenere acqua e muscoli
Disidratare per
perdere peso Il primo atto da codice penale è indurre un falso dimagrimento disidratando l’ignaro utente. Come? Facile...
Cannibalizzare i
muscoli per perdere peso Secondo atto, anche se intimamente legato a quanto detto sopra, è quello di perdere peso a scapito della massa muscolare. Già in regimi calorici di 800-1200 cal al giorno oltre il 45% del peso perso deriva dalla cannibalizzazione del tessuto muscolare (Michael Colgan). Perdere peso in muscolo non è come perderlo in grasso. Con differenze sostanziali sia sul piano della salute che della linea stessa. Qualsiasi dieta che faccia perdere acqua e muscoli è un fallimento. Le controffensive
all’attacco delle diete drastiche e la riorganizzazione delle
milizie
biologiche Il nostro organismo obbedisce all’imperativo del risparmio energetico ereditato da un retaggio genetico che ha garantito la sopravvivenza della specie. Ogni carenza in acuto o cronica di disponibilità alimentare (che il corpo non legge come “dieta”, ma come carestia) scatena una serie di “contromisure” per limitare i danni. Tra queste, le più significative sono:
Altri danni delle
diete drastiche misurati su soggetti obesi e normopeso Analizzando
alcuni studi condotti su gruppi di obesi
è emerso che con l’applicazione di VLCD
l’HDL
(colesterolo buono) diminuiva
per poi risalire durante la fase di mantenimento (Cholesterol. 2011);
mentre lo stesso tipo di diete
su
soggetti non obesi e sani produceva un aumento di trigliceridi a livello del
miocardio e una riduzione
della funzionalità diastolica del
ventricolo sinistro (Diabetes. 2007).
Il
peso non è solo un problema di
gola... In
genere si ragiona secondo
l’equazione: sovrappeso =
sovralimentazione. Secondo questo dogma si crede che basti
controllare
l’alimentazione per dimagrire (in grasso, ovviamente). Non
è proprio così.
L’aumento della spesa energetica ottenuto con
l’attività fisica svolge un ruolo
chiave nella regolazione del peso corporeo. Infatti le
persone fisicamente attive, giovani e di mezza età
e allenate
alla resistenza, per esempio, sono magre
in rapporto direttamente proporzionale alla quantità di
attività fisica svolta
(Med. Sci. Sports Exerc., 1987). E non in rapporto alle calorie
consumate. Non
a caso le persone fisicamente attive e che mangiano spesso sono anche
quelle
più in forma. L’esempio
classico, che ha
messo in dubbio il pensiero unico della correlazione tra calorie e
sovrappeso,
viene dagli Stati Uniti, patria dell’obesità e dei
rimedi anti-obesità.
All’alba del nuovo secolo gli Americani, in seguito ad una
severa campagna
governativa, hanno ridotto l’apporto calorico nella misura
del 5-10% rispetto a
20 anni prima. Come risultato, sorprendentemente, ogni Americano ha
registrato
un aumento medio di
I
ragazzi e le ragazze
sovrappeso della scuola superiore mangiavano meno rispetto ai coetanei
non
obesi. L’osservazione che le persone grasse spesso mangiano
le stesse quantità,
o anche quantità inferiori, di cibo rispetto a quelle
più magre è valida anche
per gli adulti di differenti età quando diventano meno
attivi e iniziano
lentamente ad acquistare peso. Di conseguenza mangiare meno non basta
per
mantenere il peso forma. A parità di calorie assunte,
cioè senza mangiare di
meno, basterebbe introdurre un po’ di sport per creare un
deficit calorico. Per
esempio, se si camminasse per In chiusura aggiungo che l’attività fisica, di qualsiasi genere, contribuisce al dimagrimento. Quale
attività migliore per dimagrire? Bisognerebbe
sposare attività
che oltre ad un consumo calorico quantitativo, siano di beneficio per
il cuore che
per l’incremento del metabolismo basale attraverso il
mantenimento e
l’incremento della massa magra. Via libera, dunque, ad
attività aerobiche come
camminata, corsa, bici, nuoto...ma anche a pesi o esercizi di forza a
corpo
libero con lo scopo di promuovere ancora di più la spesa
calorica a riposo, dato
che i muscoli sono delle ottime centrali bruciacalorie durante tutte le
24 ore. Creare
un deficit calorico di 500 Cal distribuendolo
tra alimentazione (-250 Cal/die) e attività sportiva (-250
Cal/die), anzichè
solo sull’alimentazione ha il valore aggiunto di: a)
migliorare
la massa magra incrementando ulteriormente
la spesa calorica a riposo b)
assicurare
il mantenimento del peso raggiunto c)
migliorare
i profili lipidici ematici (meno
colesterolo LdL e meno trigliceridi nel sangue), abbassare la pressione
arteriosa
e migliorare la sensibilità all’insulina (arma di
prevenzione o di supporto
nella terapia del diabete) d)
ridurre
il grasso viscerale (attaccabile solo
attraverso attività aerobica intermittente ad alta
intensità) Bibliografia:
The Effects of Very-Low-Calorie
Diets on HDL: A Review.
Short-term
caloric restriction induces
accumulation of myocardial triglycerides and decreases left ventricular
diastolic function in healthy subjects.
Dose-risposta tra attività aerobica e riduzione del grasso viscerale Ohkawara, Tanaka |