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  a cura di Orazio Paternò
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PREVENZIONE E SALUTE: NEL “CUORE” DEGLI INTEGRATORI DI  VITAMINE

 

 

IN QUESTO AGOSTO PIGRO E SULFUREO ho trovato la forza di deporre un pensiero sacrilego ai piedi di uno dei totem del salutismo in pillole: gli INTEGRATORI DI VITAMINE e ANTIOSSIDANTI. Al loro cospetto la ragionevolezza si è sempre smarrita in nome della speranza.

Lo spunto per un’analisi critica sui presunti benefici cardiovascolari di questi integratori porta in calce la firma del British Medical Journal e della Cochrane Collaboration

Una meta-analisi di 50 studi randomizzati e controllati per un totale di 294.478 partecipanti. La migliore garanzia sul mercato degli studi: selezione di lavori di alta qualità e un vasto campione di partecipanti.

NESSUNA UTILITÀ DEGLI INTEGRATORI DI VITAMINE E ANTIOSSIDANTI NELLA PREVENZIONE PRIMARIA  (prevenire il problema) E SECONDARIA (prevenire una ricaduta in chi ha già avuto il problema) DEI PRINCIPALI EVENTI CARDIOVASCOLARI

(BMJ, 2013; Cochrane Database Syst Rev. 2008)

Una revisione precedente, setacciando 68 studi per un totale 232.606 partecipanti, era giunta alla stessa conclusione registrando anche un leggero aumento della mortalità in chi faceva uso di integratori di vitamine e antiossidanti

Nel campo della supplementazione dei MINERALI bisogna andarci cauti, dato che superare il fabbisogno giornaliero, in genere ben coperto dall’alimentazione, può produrre seri problemi. Come aumentare l’incidenza di diabete di tipo II in seguito alla supplementazione di SELENIO, è il monito dello studio del 2007 targato BMJ

Quando si getta uno sguardo oltre la pubblicità, l’entusiasmo si ossida facilmente a contatto con la realtà. La ricetta della salute, non meno inebriante e persuasiva, resta ancorata al classico format dell’alimentazione e del movimento. Fatto questo, la palla passa alla genetica.
E lasciamo cadere certa miracolistica nel pozzo della noia…

 

BETA CAROTENE E MORTALITÀ

QUANDO L’INDICATORE È SCAMBIATO PER ATTORE

 

Anche la scienza, se frequentata in superficie, può generare abbagli. False correlazioni. O scambiare un semplice indicatore per un attore. È il caso della provitamina beta-carotene (il nostro corpo la trasforma in vitamina A).

Andrea Ghiselli (INRAN-CRANUT) ci riassume la storia esemplare del rapporto tra livelli di beta-carotene nel sangue e mortalità iniziata con il lavoro di Greenberg.

“Nello Skin Cancer Prevention Study, studio nel quale 1200 soggetti sono stati seguiti nel tempo.

Si è potuto osservare che i soggetti che avevano livelli più bassi di beta-carotene andavano incontro ad una mortalità maggiore. Le curve, come si vedono in figura erano dipendenti dalle quantità. Chi aveva meno di 11,2 microgrammi litro di beta-carotene nel proprio plasma moriva prima di chi aveva tra 11.2 e 17,9 i quali a loro volta morivano prima di chi aveva tra 18 e 27.7 a chi ne aveva di più moriva ancora più tardi.

 

                                                                                           JAMA. 1996 

Azz...dissero. Ecco, lo dicevo io che il beta-carotene protegge...è antiossidante...è scavenger dell'ossigeno singoletto che il sole fa generare e allora bla...e bla...e bla..

Allora divisero la popolazione in due gruppi: a uno non diedero nulla e all'altro 50 microgrammi di beta-carotene al giorno e cominciarono ad aspettarsi che i supplementati morissero molto dopo i non supplementari. Ma non fu così. I supplementati non vivevano più del gruppo di controllo.

Si è potuto dimostrare quindi due cose: la prima è che la supplementazione con beta-carotene NON FA NULLA. Secondo, forse più importante: non era il beta-carotene che proteggeva dalla mortalità quelli che avevano livelli di beta-carotene più alti

 

                                                                                              JAMA. 1996

Semplicemente coloro che avevano livelli di beta-carotene più alti mangiavano più frutta e verdura. Chi protegge è frutta e verdura nel suo complesso e non la rincorsa alla singola vitamina”

Conclusione supportata quasi dieci anni più tardi  dalla revisione sistematica dell’American Journal of Clinical Nutrition con cui si è cercato un possibile rapporto causa-effetto tra la supplementazione di beta-carotene (misurati i livelli sierici) e la diminuzione del rischio di cancro al polmone. Anche in questo caso l’associazione inversa tra i livelli di beta-carotene nel sangue e il cancro al polmone è stata attribuita a uno stile di vita più sano in generale (come il maggior consumo di frutta e verdura) o a un fattore confondente residuo legato al fumo. Ma avere alti livelli di beta-carotene nel sangue non migliora le nostre attese di vita.

 

IL CASO DEL BETA-CAROTENE è un modello per capire quanto sia facile stabilire delle correlazioni, anche per gli addetti ai lavori, quando non si oltrepassa il casello di ogni ragionevole dubbio

 

 

FONTI

 

BMJ, 2013

Efficacy of vitamin and antioxidant supplements in prevention of cardiovascular disease: systematic review and meta-analysis of randomised controlled trials

 

BMJ, 2007

Selenium supplements may increase risk of type 2 diabetes

 

BMJ, 2007

Antioxidant supplements may damage your health

 

Cochrane Database Syst Rev. 2008

Antioxidant supplements for prevention of mortality in healthy participants and patients with various diseases.

Bjelakovic G, Nikolova D, Gluud LL, Simonetti RG, Gluud C.

  

JAMA. 1996

Mortality associated with low plasma concentration of beta carotene and the effect of oral supplementation.

Greenberg ER, Baron JA, Karagas MR, Stukel TA, Nierenberg DW, Stevens MM, Mandel JS, Haile RW.

 

Am J Clin Nutr., 2008

Carotenoids and the risk of developing lung cancer: a systematic review.

Gallicchio LBoyd KMatanoski GTao XGChen LLam TKShiels MHammond ERobinson KACaulfield LEHerman JGGuallar EAlberg AJ.