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SPORT
DIMAGRIMENTO
a cura di Orazio
Paternò
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DONNE, GLUTEI E VECCHI COPIONI Cavarsi la gnagnera di rassodare IL LATO B è un refrain che
accompagna la donna per quasi tutta la sua esistenza. Peccato che si attenga
spesso a un copione che odora di muffa. È la fisiologia che parla: IL GRANDE GLUTEO, muscolo da
“tonificare” per eccellenza, risponde bene a due tipi di allenamento: 1. alto carico e “bassa” velocità, come nello squat pesante
(70-85% 1 RM ad esaurimento) 2. basso carico (peso corporeo) e alta velocità (salti, balzi
ecc…) COME PENSA DI ALLENARLO LA MAGGIOR PARTE
DELLE DONNE? A bassa
velocità e basso carico. Con il risultato di produrre alto stress articolare e
poca efficacia sull’effetto “granito”. COME STIMOLARE AL MEGLIO IL GLUTEO?
IMPORTANTE: gli esercizi illustrati non tengono conto della flessibilità soggettiva. La rigidità di certi distretti muscolari (gastrocnemi, ischio-tibiali, flessori dell’anca, rotatori interni della spalla) o della colonna (rettilinizzazione o inversione della curva lombare) non rende il soggetto adatto a svolgere alcuni esercizi, lo squat in particolare. Ci si potrebbe esporre a problemi di schiena e ginocchia. La scarsa flessibilità depotenzia, inoltre, l’effetto dell’esercizio sul gluteo.
Scendere con il sedere vicino ai talloni è certamente uno stimolo maggiore per il gluteo (massimo allungamento). Bisogna fare i conti, però, con un carico distribuito su diverse articolazioni per le quali la posizione dello “squat estremo” potrebbe risultare asfittica. Scendere al di sotto dei 90° di flessione del ginocchio comprime rotula, cartilagine e menischi. Sotto i 90°, inoltre, vi è una grossa spinta del femore in avanti e verso l’alto: tibia e legamenti devono lottare per evitare ulteriore stress. Salvo casi di ottima flessibilità, scendere con le anche sotto la linea delle ginocchia mette a rischio la bassa schiena inducendo la famigerata “inversione della colonna lombare”: la concavità a sella di questa zona, scudo immunitario contro i sovraccarichi, diventa convessa (si “inverte”) e perde tutta la sua resistenza al carico. La posizione ottimale, quella che sposa sicurezza e intervento del gluteo, vuole che le ginocchia siano perpendicolari all’ultimo laccio delle scarpe con il peso distribuito sulla parte mediana del piede e le spalle sopra le caviglie. Scendere al di sotto del punto di stabilità della rotula (70/90° di flessione delle ginocchia) aumenta i rischi d’infortunio alla schiena con conseguenze negative su dischi, legamenti e vertebre della colonna. La zona lombare deve mantenere l’estensione. Glutei sì, ma con rispetto (di schiena e ginocchia). GLUTEI FORTI, ASSICURAZIONE PER LE GINOCCHIA? Alcune revisioni di studi e metanalisi (Br J Sports Med. 2014; Br J Sports Med. 2013; Br J Sports Med. 2013) pur con qualche punto debole (pochi studi prospettici), indicano una possibile associazione tra un deficit di forza dei muscoli glutei e la sindrome del dolore patello-femorale (PFPS). Avere dei glutei più forti potrebbe risparmiarci qualche uggiolina alle ginocchia. Quando l’estetica sposa la prevenzione… BIBLIOGRAFIA - J Strength Cond
Res. 2002 The effect of back squat depth on the EMG activity of 4 superficial hip and thigh muscles.
Caterisano A1, Moss RF, Pellinger TK, Woodruff K, Lewis VC, Booth W, Khadra T.
Is hip strength a risk factor for
patellofemoral pain? A systematic review and meta-analysis.
Rathleff MS, Rathleff CR, Crossley KM, Barton CJ.
Gluteal muscle activity and patellofemoral pain
syndrome: a systematic review.
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Factors associated with patellofemoral pain
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Lankhorst NE, Bierma-Zeinstra SM, van Middelkoop M. |
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