CALORIE,
UNA CARTA D’IDENTITA’
PERCHE’
DISTINGUERLE?
“Tutte
le calorie contano”,
lo dice uno spot della Coca-Cola. Ma contano tutte allo stesso modo?
Dipende…Se
la fisica non distingue una caloria dall’altra, la fisiologia
del corpo umano
opera in modo complesso. Ragionando solo dal punto di vista energetico,
500
Kcal provenienti da un gelato al cioccolato non differiscono da 500
Kcal
provenienti dall’anguria, o dal formaggio, da una pizza con
peperoni o da un
panino imbottito. Resta fermo il principio di conservazione
dell’energia, per
cui le calorie in eccesso vengono trasformate in grasso. Tuttavia,
l’impatto
dei cibi sulla capacità di immagazzinamento del grasso
è diverso, sia per
qualità dei cibi che per tempistica di assunzione. E va ben
oltre il mero
conteggio calorico. In nutrizione è poco credibile pensare
che ci sia un
principio lineare che regola il bilancio energetico di tutto quello che
mettiamo in bocca. Per cui, anche un menù apparentemente
corretto sotto il
profilo della quantità delle calorie, rischia di diventare,
per qualità, un
silenzioso traghettatore verso il sovrappeso. Vediamo
perché, con alcuni esempi
- Carboidrati (o zuccheri). Una volta
assorbiti e ridotti a glucosio, vengono gestiti da un ormone,
l’insulina, che ha una
spiccata tendenza a trasformare il surplus zuccheri in grasso. Alcuni
carboidrati evocano una risposta insulinica più spiccata di
altri. Attenzione agli zuccheri normalmente aggiunti alle bibite o a
tante merendine/barrette energetiche.
Sciroppi di glucosio, di fruttosio e
mais sono zuccheri che evocano produzioni massicce di
insulina. Ancor più del saccarosio,
lo zucchero bianco da cucina. E il grasso lievita. Eppure gli zuccheri
forniscono tutti le stesse calorie (4 Kcal/gr). I produttori hanno
elaborato 50 nomi diversi (alcuni incomprensibili) per infilare gli
zuccheri nelle bibite. Magari facendole passare per
“light”
- Carboidrati e muscoli. Anche un modesto
apporto di carboidrati può rivelarsi svantaggioso per la
linea e la salute se avete pochi serbatoi (cellule muscolari) in cui
stipare gli zuccheri
- Proteine e digestione. Un pasto proteico
aumenta leggermente le calorie spese per la loro digestione. Con un
biilancio calorico d’uscita diverso da quello in entrata.
Purtroppo questa proprietà termogenica
delle proteine non è così significativa da
aiutarci a dimagrire
- Proteine e insulina. Anche le proteine
sono un richiamo per l’insulina, soprattutto quelle dei
latticini. E’ recente la scoperta del “carico
insulinico” degli alimenti in cui latte, yogurt e
formaggi fanno la parte del leone. Meno “insuliniche”
sono le proteine della carne o del pesce. Eppure le proteine forniscono
tutte le stesse calorie (4 Kcal/gr)
- Grassi e insulina. Anche i grassi entrano
nel circolo vizioso dell’insulina, in particolare i
famigerati grassi idrogenati
(merendine, patatine, cioccolate solubili da macchinette…)
sono i migliori amici dell’insulina
- La tempistica. Mangiare 100 gr di
carboidrati la mattina o la sera ha un impatto diverso sulla linea. Le
calorie restano le stesse, ma assumere carboidrati la sera accende la
riposta dell’insulina
(ormone ingrassante) e spegne quella glucagone
(ormone dimagrante), attivo soprattutto durante la notte. Inoltre, la
risposta insulinica-ingrassante sarà ancora più
pronunciata se il carico glicemico del carboidrato assunto è
alto. Ancora una
volta il numero delle calorie passa in secondo piano rispetto alla
carta d’identità delle stesse e alla tempistica di
assunzione
- Verdura, fibre e assorbimento. Forniscono
poche calorie, ma, soprattutto, contengono le fibre, veri e propri
spazzini di grassi e di zuccheri che, in parte,
si trascinano nelle feci.
- Verdura, frutta ed equilibrio acido-base.
Oltre a fare da diga sulle calorie effettivamente assorbite, questi
alimenti esercitano anche un’importante azione tampone
sull’azione acidificante di carboidrati e proteine,
salvaguardando l’equilibrio
acido-base e impedendo un pericoloso viraggio verso
uno stato cronico di
acidità, foriero di malesseri generici,
cellulite e sovrappeso. L’acidità
è amica del cortisolo,
un ormone indispensabile alla vita se prodotto per brevi periodi. Ma
nemico della salute e della linea se prodotto a corrente continua per
tutta la giornata (cattiva alimentazione in qualità,
quantità e tempistica, stress, sedentarietà o
esagerata attività fisica, soprattutto la sera…)
CONCLUSIONI
E’
del 1880 il principio
dell’isodinamica, per cui tutte le
calorie sono uguali per il nostro
organismo. Oggi abbiamo capito che l’organismo umano supera
in complessità un
semplice principio fisico. E che il mantenimento di linea e salute
è
multifattoriale.
Se
la linea
fosse solo frutto di un somma algebrica di calorie, ad un consumo
giornaliero
di 2000 Kcal potrei far fronte assumendo 1 kg di bistecca di manzo,
oppure 500
gr di zucchero da cucina (saccarosio) o 650 gr di patatine
fritte…Bisogna
mangiare un po’ di tutto, senza demonizzare intere categorie
di alimenti, ma
privilegiandone alcuni, con un occhio personalizzato alla loro
distribuzione
nel corso della giornata, al controllo serale dell’insulina, al contenimento della
produzione giornaliera di cortisolo
e al mantenimento della
fisiologica produzione degli altri ormoni (testosterone,
Gh e glucagone in primis), all’equilibrio
acido-base, all’intensità
dell’attività
fisica praticata e al momento della giornata in cui si fa sport. Alcol,
fumo e
sedentarietà danno il colpo di grazia.
Ad
multos annos!
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