CALORIE
(IR)RINUNCIABILI…?
Commuove
quasi l’acribia con cui si calcola fino al decimale
la spesa calorica giornaliera, (ir)rinunciabile rito
dell’alimentazione
algebrica. Sommi qua…sottrai là…Quando
poi si esce dalla dittatura del
metronomo calorico e ci si affaccia finalmente sui fatti reali,
l’approccio che
si rivela è quello della complessità. E il dito
cede il passo alla luna...anche
perché:
- Ogni
formula di calcolo del metabolismo dà un risultato diverso
- Il
margine di errore di ogni formula può arrivare a 400 calorie
- Chi
parte da una situazione compromessa (muscoli in esilio, acqua esondata
oltre gli argini della cellula , cioè ritenzione, anarchia
ormonale, capacità limitata di stoccaggio degli
zuccheri…) deve per prima cosa riposizionare gli ormoni nel
loro alveo fisiologico. Urge rivedere l’alimentazione
più in qualità che in quantità
- Se
poi la perdita di massa magra ci rende cronicamente pigri e la
digestione indolente (le “fughe” di potassio dalle
cellule cannibalizzate da stress e/o sedentarietà mettono in
crisi la filiera degli eventi nervosi che portano alla contrazione
della muscolatura scheletrica e intestinale) non sarà un
gesto da encomio fare la “spending review” calorica
assegnando diete da fame ad un metabolismo già letargico.
Non si rilancia la spesa calorica tagliando i fondi. Altra spossatezza
da fame? No, grazie.
- Come
si cambia la qualità alimentare? Non certo navigando a vista
o prendendo spunto da una delle tante, malinconiche, schede
preconfezionate delle riviste, esempi di rara desolazione scientifica.
È necessario gettare lo sguardo oltre la bilancia e leggere
cosa c’è dentro il corpo. Massa magra, grassa,
massa cellulare, acqua intra- ed extracellulare sono tanti puntini da
unire su una mappa. Solo
allora potremo capire l'orario di allenamento, la qualità e
quantità dei cibi, i volumi, l'intensità e il
recupero DELLA PERSONA. E non delle persone messe tutte sotto il
cappello di una sola dieta.
L’insistenza
maniacale sul calcolo calorico è un vuoto esercizio
matematico, tra l’altro
viziato dall’imprecisione, se finalizzato a se stesso. Meglio
rieducare a
mangiare e fare attività fisica sulla base di un
preziosissimo gruzzolo di
fotogrammi della nostra fisiologia. Dando qualità, prima che
quantità. Sono
destinate alla rottamazione le diete incarcerate in gabbie caloriche
con doppio
catenaccio. Guai ad assumere una caloria di più,
è il fegatoso monito. Diete
magari somministrate in dosi uguali per tutti. Gibigiane
senza un briciolo di sostanza. A
loro consegniamo il Premio Decadenza 2015. Noi scolliniamo la
desolazione della
porzione. Che non è un “tane libera
tutti”, ma un invito ad andare oltre le
algebriche micragnosità dietetiche. Il grasso non
è una ridotta inespugnabile. A
meno che non ci si fermi alla contabilità
calorica…
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