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BIO-MITI APPUNTI SGARBATI SUL MARKETING DEL BIOLOGICO BIO – NATURALE – SALUTE - AMBIENTE Basta questa rosario di parole dal sapore evocativo per dettare la linea di una narrazione tutta emotiva C’è però un bruire di evidenze che sta sgretolando il sogno scadente di un metodo di coltivazione che, per alcuni, dovrebbe sfamare e salvare il pianeta a pagare. In nome di sogni puntualmente offesi VALORI NUTRIZIONALI E SALUTE Sia l’ortofrutta che i prodotti confezionati (dai cereali al miele passando per carni e latticini Bio) non hanno mostrato, in media, un vantaggio per la salute dato che i valori nutrizionali (micro e macronutrienti) sono in sostanziale parità tra Bio e convenzionale. Dunque il Bio non offre alcun vantaggio salutistico rispetto al convenzionale Le donne che consumavano prevalentemente alimenti di origine organica non hanno mostrato un rischio più basso di sviluppare un tumore rispetto alle stesse che mangiavano cibi convenzionali MACRONUTRIENTI A CONFRONTO NEI PRODOTTI PRECONFEZIONATI BIO E CONVENZIONALI
Un’analisi comparativa di grande peso specifico. Se ne è occupata la rivista Nutrients, nel corrente anno (2020). Sono stati analizzati e messi a confronto i valori nutrizionali di 569 coppie di prodotti preconfezionati (BIO e NON BIO della stessa marca) di 9 categorie di prodotti venduti online. Sono stati confrontati solo i nutrienti obbligatori in etichetta, come carboidrati, proteine, grassi e sale. Sugli altri non è stato possibile perché, mancando l’obbligatorietà, alcuni li avevano e altri no. I micronutrienti sono obbligatori solo quando ci sono specifici claims Pasta, riso e altri cereali: meno calorie, meno proteine e più grassi saturi nel Bio Altre categorie: nessuna differenza in calorie, macronutrienti e sale
NOTE a) il gruppo pasta, riso e altri cereali mostra una differenza significativa rispetto al convenzionale alla voce “energia”. Soprattutto la pasta. Ma quale differenza? Solo di 4 cal/100 gr. Una goccia nel mare della giornata alimentare b) La pasta convenzionale mostra un contenuto maggiore di proteine di circa 1.5 gr/100 gr in media. Siamo sempre nell’orbita dell’irrilevante
BIO-CHIMICO…? CAPITOLO AGROFARMACI (PESTICIDI)
Il Bio dà asilo ai pesticidi, eccome, ma solo a quelli “naturali”. E rifiuta quelli di sintesi. Il motivo? Solo ideologico, dato che esistono agrofarmaci più tossici e meno tossici. Sia naturali, sia di sintesi. L’origine “naturale” non è certo un marchio di garanzia Il pesticida “naturale” è spesso un’espressione messa su carta dove la variante di una vocale vorrebbe marcare delle differenze in realtà solo di forma rispetto al convenzionale Cosa significa? Che il Bio accetta i pesticidi, sì, ma DA sintesi e non DI sintesi Vedi il SOLFATO DI RAME, figlio della combinazione di due reagenti naturali (acido solforico + rame metallico). Un processo che ha ben poco di naturale. Anzi, è tutto industriale. Ma necessario, perché in natura non esiste il solfato di rame in quantità utili. E lo ZOLFO non viene raccolto nelle miniere, ma è ottenuto dalla desolforazione del petrolio (molto più conveniente) La sua tossicità è stata confermata sia per i lavoratori di settore, sia per l’ambiente Infatti senza il rame ci sarebbero stragi di coltivazioni per la peronospora (parassita delle piante). Inoltre il rame è un fungicida e argina le contaminazioni da funghi che producono micotossine pericolosissime per la salute umana Anche altri pesticidi del Bio non trattano l’ambiente con i guanti di velluto. Tanto che uno di essi, il rotenone, un insetticida autorizzato in agricoltura biologica ottenuto da una leguminosa africana, nel 2008 è stato proibito in Unione Europea per la sua eccessiva tossicità. La deltametrina (insetticida e acaricida usato anche nel convenzionale) è altamente tossica per pesci ed api e la Poltiglia Bordolese
(fungicida a base di rame) è anche altamente tossica per l'ambiente acquatico e i microrganismi del suolo La piretrina (un insetticida)
Bio viene ricavato da due piante, la
cui coltivazione richiede però una difesa fitosanitaria (anche loro sono
attaccate da parassiti) a base di pesticidi di sintesi, peraltro tra i più
tossici come gli esteri forforici e carbammati, alcuni vietati da anni,
altri in estinzione in Europa. Come è possibile? Semplice, la maggior parte di
queste piretrine naturali viene da fiori coltivati in Tanzania, Papua Nuova Guinea e in Kenya. Dove le restrizioni su quei
pesticidi non ci sono. In sostanza, chi usa piretrine bio nei Paesi evoluti ha fatto usare pesticidi tossici in altri Paesi, quelli più poveri. Un Robin Hood alla rovescia. Che saccheggia ambiente e salute ai poveri per darli ai ricchi CAPITOLO RESIDUI PESTICIDI Sia in Italia che in Europa Bio e convenzionale NON hanno residui oppure hanno residui SOTTO i LIMITI di LEGGE Le analisi EFSA ci dicono che circa l'80% dei cibi biologici non ha residui, mentre la percentuale scende al 58% nel convenzionale. In ogni caso, presenza non significa danno: i livelli rilevati sono ampiamente sotto le soglie di sicurezza (centinaia o migliaia di volte sotto), sia nel Bio che nel convenzionale Quei pochi campioni sopra i limiti di legge (1.5% del Bio e 4.3% del convenzionale) non sono comunque un problema per la salute CAPITOLO AMBIENTE Il biologico non impatta meno del convenzionale. Anzi, talvolta impatta anche di più. Il biologico richiede fino al 50% in più di superficie per unità di prodotto. Quindi per sfamare lo stesso numero di persone “ruba” più spazio alla natura Uno studio ha valutato costi e benefici sulle emissioni di gas serra se Regno Unito e Galles si convertissero interamente al Bio. Ci sarebbe, è vero, una riduzione delle emissioni del 20% per ogni bene prodotto nel caso delle coltivazioni agricole e del 4% nel caso degli allevamenti. Ma anche una riduzione del 40% della produzione totale. Con maggiore richiesta di importazioni. L’effetto netto sarebbe dunque un +21% delle emissioni di gas serra e non una diminuzione. QUEL CONSUMO NASCOSTO DI TERRA, I CONCIMI “NATURALI”A PAROLE E UN'INATTESA ANTIBIOTICO-RESISTENZA Il Bio rifiuta, sempre pregiudizialmente, i fertilizzanti di sintesi. Ha dunque bisogno di più letame, più compost, più piante azotofissatrici. Il tutto si traduce in un ulteriore bisogno nascosto di terra (shadow land footprint) con un incremento dell’impatto ambientale del Bio Il Bio allora concima con sostanza organica (letame, liquame, pollina, scarti di macellazione, ecc.), ma proveniente in gran parte dalla zootecnia convenzionale e dunque da animali alimentati con foraggi e concentrati ottenuti da colture concimate con concimi di sintesi e da animali alimentati con mangimi OGM (rifiutati dal Bio), dato che l’87% di tutti i mangimi commercializzati in Italia contengono OGM (dati Assalzoo). Tuttavia l’uso di mangimi OGM non è un problema per la salute degli animali e dell’uomo. Quella del mondo Bio è solo un’opposizione ideologica Questa scelta esclusiva del letame animale avrebbe anche favorito la diffusione di batteri antibiotico-resistenti. Secondo alcuni studi, il rischio di arricchimento del suolo in batteri resistenti agli antibiotici è otto volte più alto nei prodotti biologici che in quelli tradizionali a seguito dell'utilizzo di concimi animali in sostituzione dei fertilizzanti di sintesi. Per l’esattezza, i concimi animali (soprattutto la pollina) favorirebbero la diffusione in tutti i distretti della pianta di geni per la resistenza ad antibiotici. Bisogna dire che il problema affligge soprattutto le colture da foglia (ortive) la cui produttività è direttamente relazionata alla disponibilità di azoto. Cioè più letame hanno, più sono produttive Questo non toglie il fatto che l’uso sconsiderato di composti dell’azoto abbia creato e crei notevoli problemi ambientali che vanno dall’uso dei combustibili fossili (per produrli) ai problemi di eutrofizzazione delle acque. Anche se oggi i concimi di sintesi vengono somministrati in modo più preciso che in passato e dunque a dosi ridotte CAPITOLO OGM Il biologico rifiuta a priori gli OGM, nonostante siano stati da tempo dichiarati sicuri da tutte le agenzie che si occupano di salute (OMS, American Medical Association, National Academy of Sciences, American Association for the Advancement of Science, EFSA). Il loro uso, che va contestualizzato non per questioni di salute, ma di convenienza economica, offre una serie di vantaggi: più resistenza ai parassiti (vedi piralide e diabrotica nel mais), meno muffe, meno tossine cancerogene, meno uso di pesticidi CONCLUSIONI Quella del biologico è una legittima scelta imprenditoriale, senza che però si ricorra alla contraffazione con slogan e immagini che arpionano le nostre paure nei confronti del convenzionale. A meno che la narrazione non sia intonata per giustificare certi prezzi agli occhi di un consumatore in cerca di una maggiore qualità, di fatto irreperibile. Sarebbe anche bello se il biologico non restasse imprigionato nelle sue stanze ideologiche, aprendo alla tecnologia la possibilità di arginare meglio l’impatto ambientale. Impatto inevitabile in qualunque forma di agricoltura FONTI Br J Cance. 2014 Apr 29;110(9):2321-6. Organic Food
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efficiency, and food choice Published 16 June 2017 • © 2017 IOP Publishing
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Number 6
Volume 112, 15 December 2012, Pages 309-320 Does organic farming
reduce environmental impacts? – A meta-analysis of European research https://www.fitosanitario.pc.it/files/9814/1206/2830/httpwww.federbio.it_Mezzi_tecnici.php_1194.pdf http://npic.orst.edu/factsheets/DeltaGen.html
http://www.efsa.europa.eu/en/annual-pesticides-report-2018 |
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