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BIO-MITI

APPUNTI SGARBATI SUL MARKETING DEL BIOLOGICO

 

 

BIO – NATURALE – SALUTE - AMBIENTE

Basta questa rosario di parole dal sapore evocativo per dettare la linea di una narrazione tutta emotiva

Che ha fatto la fortuna del biologico

Non sono nemmeno parole, ma irresistibili barbagli luminosi per falene affamate di speranza

È proprio su questa fame di speranza che il marketing gioca una partita sporca, lasciando intendere che BIO significa più salute, più ambiente e zero chimica

C’è però un bruire di evidenze che sta sgretolando il sogno scadente di un metodo di coltivazione che, per alcuni, dovrebbe sfamare e salvare il pianeta

Mentre è certo che il Bio riempie le tasche di Creso, visti i prezzi che i consumatori sono disposti

a pagare. In nome di sogni puntualmente offesi

Facciamo dunque questa seconda esplorazione nell’emporio della scienza, colma di esempi che riconducono il biologico alla sua vera natura: una certificazione di produzione e non di qualità

 

VALORI NUTRIZIONALI E SALUTE

 

 

Sia l’ortofrutta che i prodotti confezionati (dai cereali al miele passando per carni e latticini Bio)

non hanno mostrato, in media, un vantaggio per la salute dato che i valori nutrizionali (micro e macronutrienti) sono in sostanziale parità tra Bio e convenzionale. Dunque il Bio non offre alcun vantaggio salutistico rispetto al convenzionale

Il British Journal of Cancer nel 2014 ha pubblicato uno studio epidemiologico condotto su 623.000 donne di mezza età seguite per 9 anni

Le donne che consumavano prevalentemente alimenti di origine organica non hanno mostrato un rischio più basso di sviluppare un tumore rispetto alle stesse che mangiavano cibi convenzionali

 

MACRONUTRIENTI A CONFRONTO NEI PRODOTTI PRECONFEZIONATI 

BIO E CONVENZIONALI

 

 

Un’analisi comparativa di grande peso specifico. Se ne è occupata la rivista Nutrients, nel corrente anno (2020). Sono stati analizzati e messi a confronto i valori nutrizionali di 569 coppie di prodotti preconfezionati (BIO e NON BIO della stessa marca) di 9 categorie di prodotti venduti online.

Sono stati confrontati solo i nutrienti obbligatori in etichetta, come carboidrati, proteine, grassi e sale. Sugli altri non è stato possibile perché, mancando l’obbligatorietà, alcuni li avevano e altri no.

I micronutrienti sono obbligatori solo quando ci sono specifici claims

Pasta, riso e altri cereali: meno calorie, meno proteine e più grassi saturi nel Bio

Marmellate, creme al cioccolato e miele: meno calorie, meno carboidrati e zuccheri e più proteine nel Bio

Altre categorie: nessuna differenza in calorie, macronutrienti e sale

 
Conclusione: i prodotti Bio preconfezionati non sono nutrizionalmente superiori a quelli convenzionali, salvo poche eccezioni

 

NOTE

a) il gruppo pasta, riso e altri cereali mostra una differenza significativa rispetto al convenzionale alla voce “energia”.

Soprattutto la pasta. Ma quale differenza? Solo di 4 cal/100 gr. Una goccia nel mare della giornata alimentare

b) La pasta convenzionale mostra un contenuto maggiore di proteine di circa 1.5 gr/100 gr in media. Siamo sempre nell’orbita dell’irrilevante

c) Una sopresa arriva dagli zuccheri delle marmellate convenzionali: 50 gr/100 gr di media, contro un valore medio di 37 gr/100 gr delle marmellate BIO.
Rapportando questo valore alla porzione standard e alle porzioni settimanali suggerite dalle Linee-Guida (1-2 porzioni a settimana da 20 gr) osserviamo che nella singola porzione da 20 gr la differenza tra Bio e NON BIO è di 3 gr (7 gr contro 10 gr per porzione) che sale a 6 gr sulle due porzioni settimanali. Differenze che hanno l’odore del nulla

 

BIO-CHIMICO…?

CAPITOLO AGROFARMACI (PESTICIDI)

 

    FITOFARMACI

 

Il Bio dà asilo ai pesticidi, eccome, ma solo a quelli “naturali”. E  rifiuta quelli di sintesi. Il motivo? Solo ideologico, dato che esistono agrofarmaci più tossici e meno tossici. Sia naturali, sia di sintesi. L’origine “naturale” non è certo un marchio di garanzia

Il pesticida “naturale” è spesso un’espressione messa su carta dove la variante di una vocale vorrebbe marcare delle differenze in realtà solo di forma rispetto al convenzionale

Cosa significa? Che il Bio accetta i pesticidi, sì, ma DA sintesi e non DI sintesi

Vedi il SOLFATO DI RAME, figlio della combinazione di due reagenti naturali (acido solforico + rame metallico). Un processo che ha ben poco di naturale. Anzi, è tutto industriale.

Ma necessario, perché in natura non esiste il solfato di rame in quantità utili.

E lo ZOLFO non viene raccolto nelle miniere, ma è ottenuto dalla desolforazione del petrolio (molto più conveniente)

Il rame non è molto pericoloso per l’uomo perché entra poco nella pianta, ma inquina (servono diversi trattamenti, dato che la pioggia lo porta via) e permane nel terreno per tempi indefiniti

 I prodotti rameici sono inseriti nella categoria PBT (Persistenti, Bioaccumulabili e Tossici).

 NEL 2018 l’EFSA è stata chiamata a deliberare sull’uso del solfato di rame nel Bio

La sua tossicità è stata confermata sia per i lavoratori di settore, sia per l’ambiente

 Tuttavia, vista la difficoltà di trovare un valido sostituto come fungicida  si è deciso di prorogarne l’uso per altri 5 ANNI

Infatti senza il rame ci sarebbero stragi di coltivazioni per la peronospora (parassita delle piante). Inoltre il rame è un fungicida  e argina le contaminazioni da funghi che producono micotossine pericolosissime per la salute umana

 Ma che non si dica che il Bio non usa pesticidi…

Anche altri pesticidi del Bio non trattano l’ambiente con i guanti di velluto. Tanto che uno di essi, il rotenone, un insetticida autorizzato in agricoltura biologica ottenuto da una leguminosa africana, nel 2008 è stato proibito in Unione Europea per la sua eccessiva tossicità.

La deltametrina (insetticida e acaricida usato anche nel convenzionale) è altamente tossica per pesci ed api e la Poltiglia Bordolese
(fungicida a base di rame) è anche altamente tossica per l'ambiente acquatico e i microrganismi del suolo

La piretrina (un insetticida) Bio viene ricavato da due piante, la cui coltivazione richiede però una difesa fitosanitaria (anche loro sono attaccate da parassiti) a base di pesticidi di sintesi, peraltro tra i più tossici come gli esteri forforici e carbammati, alcuni vietati da anni, altri in estinzione in Europa. Come è possibile? Semplice, la maggior parte di queste piretrine naturali viene da fiori coltivati in Tanzania, Papua Nuova Guinea e in Kenya. Dove le restrizioni su quei pesticidi non ci sono.

In sostanza, chi usa piretrine bio nei Paesi evoluti ha fatto usare pesticidi tossici in altri Paesi, quelli più poveri. Un Robin Hood alla rovescia. Che saccheggia ambiente e salute ai poveri per darli ai ricchi

 

CAPITOLO RESIDUI PESTICIDI

Sia in Italia che in Europa Bio e convenzionale NON hanno residui oppure hanno residui SOTTO i LIMITI di LEGGE

Le analisi EFSA ci dicono che circa l'80% dei cibi biologici non ha residui, mentre la percentuale scende al 58% nel convenzionale. In ogni caso, presenza non significa danno: i livelli rilevati sono ampiamente sotto le soglie di sicurezza (centinaia o migliaia di volte sotto), sia nel Bio che nel convenzionale

Quei pochi  campioni sopra i limiti di legge (1.5% del Bio e 4.3% del convenzionale) non sono comunque un problema per la salute

Quanto ai metalli pesanti ed elementi di interesse tossicologico, i pochi studi disponibili riportano risultati contrastanti e non permettono di evidenziare differenze secondo il metodo di coltivazione (Linee-guida CREA, 2018)

 

CAPITOLO AMBIENTE

 

 

Il biologico non impatta meno del convenzionale. Anzi, talvolta impatta anche di più.

Il biologico richiede fino al 50% in più di superficie per unità di prodotto. Quindi per sfamare lo stesso numero di persone “ruba” più spazio alla natura

Se gli USA si convertissero al biologico, considerando il fattore più basso di calo della produttività (-25%), bisognerebbe deforestare uno stato grande come la California per mantenere lo stesso livello di produzione

Uno studio ha valutato costi e benefici sulle emissioni di gas serra se Regno Unito e Galles si convertissero interamente al Bio. Ci sarebbe, è vero, una riduzione delle emissioni del 20% per ogni bene prodotto nel caso delle coltivazioni agricole e del 4% nel caso degli allevamenti. Ma anche una riduzione del 40% della produzione totale. Con maggiore richiesta di importazioni. L’effetto netto sarebbe dunque un +21% delle emissioni di gas serra e non una diminuzione.

 

QUEL CONSUMO NASCOSTO DI TERRA, I CONCIMI “NATURALI”A PAROLE

E

UN'INATTESA ANTIBIOTICO-RESISTENZA 

 

 

Il Bio rifiuta, sempre pregiudizialmente, i fertilizzanti di sintesi. Ha dunque bisogno di più letame, più compost, più piante azotofissatrici. Il tutto si traduce in un ulteriore bisogno nascosto di terra

(shadow land footprint) con un incremento dell’impatto ambientale del Bio

Il Bio allora concima con sostanza organica (letame, liquame, pollina, scarti di macellazione, ecc.), ma proveniente in gran parte dalla zootecnia convenzionale e dunque da animali alimentati con foraggi e concentrati ottenuti da colture concimate con concimi di sintesi e da animali alimentati con mangimi OGM (rifiutati dal Bio), dato che l’87% di tutti i mangimi commercializzati in Italia contengono OGM (dati Assalzoo). Tuttavia l’uso di mangimi OGM non è un problema per la salute degli animali e dell’uomo. Quella del mondo Bio è solo un’opposizione ideologica

Questa scelta esclusiva del letame animale avrebbe anche favorito la diffusione di batteri antibiotico-resistenti. Secondo alcuni studi,  il rischio di arricchimento del suolo in batteri resistenti agli antibiotici è otto volte più alto nei prodotti biologici che in quelli tradizionali a seguito dell'utilizzo di concimi animali in sostituzione dei fertilizzanti di sintesi. Per l’esattezza, i concimi animali (soprattutto la pollina) favorirebbero la diffusione in tutti i distretti della pianta di geni per la resistenza ad antibiotici. Bisogna dire che il problema affligge soprattutto le colture da foglia (ortive) la cui produttività è direttamente relazionata alla disponibilità di azoto. Cioè più letame hanno, più sono produttive

Questo non toglie il fatto che l’uso sconsiderato di composti dell’azoto abbia creato e crei notevoli problemi ambientali che vanno dall’uso dei combustibili fossili (per produrli) ai problemi di eutrofizzazione delle acque. Anche se oggi i concimi di sintesi vengono somministrati in modo più preciso che in passato e dunque a dosi ridotte

 

 

CAPITOLO OGM

 

Il biologico rifiuta a priori gli OGM, nonostante siano stati da tempo dichiarati sicuri da tutte le agenzie che si occupano di salute (OMS, American Medical Association, National Academy of Sciences, American Association for the Advancement of Science, EFSA).

Il loro uso, che va contestualizzato non per questioni di salute, ma di convenienza economica, offre una serie di vantaggi: più resistenza ai parassiti (vedi piralide e diabrotica nel mais), meno muffe, meno tossine cancerogene, meno uso di pesticidi

In Italia, il blocco della coltivazione del mais Ogm resistente alla piralide ha contribuito a dimezzare le produzioni nazionali di mais che ora importiamo per la metà dei nostri fabbisogni

CONCLUSIONI

Quella del biologico è una legittima scelta imprenditoriale, senza che però si ricorra alla contraffazione con slogan e immagini che arpionano le nostre paure nei confronti del convenzionale. A meno che la narrazione non sia intonata per giustificare certi prezzi agli occhi di un consumatore in cerca di una maggiore qualità, di fatto irreperibile.

Sarebbe anche bello se il biologico non restasse imprigionato nelle sue stanze ideologiche, aprendo alla tecnologia la possibilità di arginare meglio l’impatto ambientale. Impatto inevitabile in qualunque forma di agricoltura

 

FONTI

Br J Cance. 2014 Apr 29;110(9):2321-6.

Organic Food Consumption and the Incidence of Cancer in a Large Prospective Study of Women in the United Kingdom


J Environ Sci Health B. Sep-Oct 2007;42(7):835-41.

Results of the Monitoring Program of Pesticide Residues in Organic Food of Plant Origin in Lombardy (Italy)

 

Nutrients. 2020 Apr 30;12(5):1273.

The Nutritional Quality of Organic and Conventional Food Products Sold in Italy: Results From the Food Labelling of Italian Products (FLIP) Study

 
Comparison of composition (nutrients and other substances) of organically and conventionally produced foodstuffs: a systematic review of the available literature

Report for the Food Standards Agency

http://multimedia.food.gov.uk/multimedia/pdfs/organicreviewappendices.pdf

 
Comparison of putative health effects of organically and conventionally produced foodstuffs: a systematic reviewReport for the Food Standards Agency

http://www.synabio.com/doc/synabio-doc-208.pdf

 

Br J Nutr. 2016 Mar 28;115(6):994-1011.

Composition differences between organic and conventional meat: a systematic literature review and meta-analysis.

 

Nature. 2012 May 10;485(7397):229-32.

Comparing the Yields of Organic and Conventional Agriculture Nat Commun. 2019 Oct 22;10(1):4641.

The Greenhouse Gas Impacts of Converting Food Production in England and Wales to Organic Methods

Environ Int. 2019 Jun 17;130:104912. Volume 130, September 2019, 104912 Transfer of antibiotic resistance from manure-amended soils to vegetable microbiomes    

Comparative analysis of environmental impacts of agricultural production systems, agricultural input efficiency, and food choice

Published 16 June 2017 • © 2017 IOP Publishing Ltd

Environmental Research Letters, Volume 12, Number 6

 
Journal of Environmental Management

Volume 112, 15 December 2012, Pages 309-320

Does organic farming reduce environmental impacts? – A meta-analysis of European research

https://www.fitosanitario.pc.it/files/9814/1206/2830/httpwww.federbio.it_Mezzi_tecnici.php_1194.pdf

http://npic.orst.edu/factsheets/DeltaGen.html

 
http://www.manica.com/wp-content/uploads/2012/12/POLTIGLIA-BORDOLESE-TECNICA-Rev.-10-nov.-2013_MSDS022.10.pdf

http://www.efsa.europa.eu/en/annual-pesticides-report-2018



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