|
CHI SONO | RAGIONI DEL SITO | TUTTI GLI ARTICOLI | CONTATTI |
INTRODUZIONE Alle porte di un’estate che ha dato l’ennesimo abbrivio alle comparsate oramai fritte e bollite delle gattopardesche diete di tendenza da dimagrimento-deperimento last minute, restiamo nell’ambito alimentare -reparto edulcoranti- per occuparci di un protagonista di animati dibattiti e velenose polemiche che hanno animato lo scenario alimentare degli ultimi 30 anni: l’aspartame. Si parlerà delle accuse di cancerogenicità e neurotossicità legate ai due metaboliti del metanolo contenuto nel celeberrimo dolcificante: l’acido formico e la formaldeide. Accuse mosse sin dalla prima apparizione in commercio dell’aspartame e poi smentite dai maggiori organismi mondiali che si occupano di sicurezza alimentare: FDA, EFSA, CDC, NCI. Controversia risolta? No, perché tra il 2005 e il 2010 entra in scena il Dott. Soffritti della Fondazione Ramazzini i cui studi rimettono in dubbio la sicurezza dell’aspartame. Un conflitto tutto interno alla scienza, su cui si addensa l’ombra di possibili interessi industriali. Buona lettura! LA
STORIA Fin
dalla sua introduzione, i mass media hanno riferito di un potenziale
rischio di
cancro legato al consumo di aspartame, che ha contribuito a minare il
senso
pubblico della sicurezza. Oggi l’aspartame è di nuovo alla ribalta.
Come
negli anni ’70, poi negli anni ’80, ’90,
2000, 2010…ogni decade ha messo il
popolare dolcificante sotto la lente d’ingrandimento per
cercare di dirimere
quell’endemica controversia che campeggia al confine tra
aneddotica e scienza,
ma anche all’interno stesso della ricerca nella forma
dell’asciutto quesito: l’aspartame
fa male? Il dolcificante più popolare del pianeta, in cima alla classifica degli edulcoranti più commercializzati (presente in 6000 prodotti alimentari, ma anche in alcuni farmaci) ha una storia che parte da lontano. Teatro: l’America. Attori protagonisti: una multinazionale (la Monsanto), un suo alto dirigente (Donald Rumsfeld), un organismo statale di controllo della sicurezza alimentare (FDA, la Food and Drug Administration) e il suo direttore, Arthur Hull Hayes piazzato da Reagan e amico di Rumsfeld. E infine, un presidente, Ronald Reagan. Comprimari: gli studi del Dott. Soffritti della Fondazione Ramazzini di Bologna; l’EFSA, l’Agenzia Europea per la Sicurezza alimentare. E una trasmissione di giornalismo d’inchiesta, Report.
Dopo anni di altalene tra accuse e assoluzioni, arriviamo a tempi più recenti. Già nel 2003 l’EFSA aveva espresso parere favorevole sull’aspartame ribadendone la sicurezza (articolo “Corriere della sera” 19/01/2003). Ma
nel 2005 e nel 2006 suscita enorme
clamore uno studio sperimentale che
attacca di petto il re dei dolcificanti, minandone la
credibilità. Pubblicata
dal Dott Soffritti ( European Journal of Oncology, 2005 , Environ Health Perspect. 2006
Mar.; Ann
NY Acad Sci Set.
2006) della Fondazione Europea
Ramazzini, (FER), la ricerca viene condotta sui ratti da
laboratorio e la
conclusione pare dare tragicamente certezza alle voci che hanno tuonato
per
anni la presunta verità sull’aspartame: è
cancerogeno, anche a livelli
più bassi delle dosi internazionalmente raccomandate (50
mg/kg di peso negli
U.S.A. e 40 mg/kg di peso in Europa), fatte le debite proporzioni
ratto-uomo. Secondo
la conclusione di Soffritti, gli effetti cancerogeni (linfomi
e leucemie) inizierebbero già alla dose
giornaliera di 20
mg/kg negli animali femmine, giusto la metà della dose
giornaliera
ufficialmente accettata in Europa. Lo scalpore della notizia trova
subito eco
in un gran numero di testate giornalistiche (“Il
Manifesto" 17/07/2005, “Il Corriere della Sera”,
15/07/2006, “La
Repubblica”, 15 Luglio 2005).
Soffritti e colleghi non si accontentano e con altri studi su topi e ratti da laboratorio muovono il dito nella piaga dei presunti danni ad opera dell’aspartame. Nel Giugno 2007 un’altra loro pubblicazione rafforza la conclusione della precedente aggiungendo che, se l’esposizione all’aspartame viene estesa a tutta la vita a partire dal periodo fetale, gli effetti cancerogeni aumentano. Tuttavia, sia il 20 Aprile 2007 che l’8 Maggio 2008, con una nota, l’FDA pubblica un esame dei dati dello studio Ramazzini (ERF) e conclude prendendone decisamente le distanze. Si criticano la metodologia e l’incompletezza dei dati forniti. La posizione dell’FDA è supportata anche dall’EFSA che conferma la sicurezza dell’aspartame e l’inutilità di rivedere le dosi precedentemente stabilite. Sempre sul fronte pro-aspartame, Il Comitato Scientifico dell’Alimentazione umana (SCF) ha prodotto rassegne dei dati sull'aspartame nel 1997 e nel 2002. Nel 2006, il gruppo di esperti scientifici sugli additivi alimentari, gli aromatizzanti, i coadiuvanti tecnologici e i materiali a contatto con gli alimenti (AFC) ha valutato uno studio a lungo termine sulla cancerogenicità dell'aspartame effettuato dall’ERF e pubblicato da Soffritti et al. nel 2005 e nel 2006. In base a tutte le informazioni desunte dallo studio dell’ERF, da altri studi recenti e da valutazioni precedenti, il gruppo AFC ha concluso che non vi erano motivi per rivedere l’ADI (quantità giornaliera accettabile) per l’aspartame (40 mg/kg di peso corporeo) precedentemente stabilito (EFSA, 2006). La sicurezza dell'aspartame è stata riaffermata anche negli Stati Uniti dal National Cancer Institute a seguito di un'indagine durata cinque anni su mezzo milione di persone, dalla quale non è emerso nessun aumento dell'incidenza di linfomi, leucemie e tumori del cervello
Gli argomenti ispiratori della stroncatura sono di ordine metodologico e possono essere consultati al link: http://www.efsa.europa.eu/it/efsajournal/pub/2089.htm
L’ASPARTAME
IN TV 29 Aprile 2012 e anche il giornalismo di inchiesta di Report si occupa di aspartame nella puntata dal titolo: “Dolce è la vita”. L’inchiesta comincia dal 1981, quando gli Stati Uniti danno un secondo ok alla vendita dopo una sospensione del prodotto dal mercato. L’anno dopo anche l’Italia autorizza. La giornalista incaricata parte proprio dal Ministero della Salute e va a chiedere di vedere quegli studi in base ai quali è stata concessa l’autorizzazione a commercializzare quello che da 30 anni è il dolcificante più diffuso al mondo. Ma, ahimè, la documentazione non c’è. Forse perché, spiega il direttore generale della sicurezza e degli alimenti del Ministero, “…la documentazione, tutti gli atti che si concludono, dopo dieci anni possono essere archiviati e addirittura, secondo una procedura amministrativa, possono essere distrutti”. Ma non ne è certo. Sta di fatto che le prove non ci sono. La giornalista comincia a scavare nelle procedure metodologiche, scoprendo che in un esperimento sui ratti nutriti con aspartame e che doveva indagare sull’incidenza dei tumori nel cervello si legge: “solo a pochi animali venne effettuato l’esame istologico di tale organo”. E ancora: “Un certo numero di topi venne perso per autolisi (ovvero decomposti) o perché scomparsi”. Secondo la giornalista tutti gli studi successivi si fondavano su questi, attualmente irrintracciabili perché sepolti in archivi se non addirittura inceneriti perché “prescritti”. A favore dell’aspartame si schierano varie autorità sanitarie mondiali, tra cui dieci pareri del comitato scientifico per l’alimentazione umana dell’Unione Europea e due pareri dell’EFSA. E chi ha realizzato quegli studi sulla base dei quali le autorità sanitarie di tutto il mondo hanno considerato sicuro l’aspartame? L’azienda che l’ha inventato e che aveva tutto l’interesse a commercializzarlo, la Searle, poi Monsanto.
Reagan sostituisce il commissario dell’FDA, nominando Arthur Hayes. Il quale decide di rivalutare le ricerche ignorando tutte le investigazioni precedenti. Incredibilmente, chiede alla Searle di finanziare quell’indagine. E sarà quella decisiva. Ovviamente la conclusione di questa indagine dove il controllore è anche il controllato è scontata: l’aspartame è sicuro. Lo scrivono gli esperti, pagati dalla Searle. Considerati molto più credibili di tutti gli altri dal nuovo commissario Hayes, nominato da Reagan. Che conosce molto bene l’amministratore delegato della Searle, Donald Rumsfeld. Il quale, per un certo periodo, mantiene due incarichi: rappresentante USA per il Medio Oriente e amministratore delegato della Searle. L’aspartame diventa rapidamente l’additivo più fortunato nella storia dell’alimentazione umana. Dal giorno in cui il commissario Arthur Hayes gli ha dato il via libera. Due anni dopo Hayes lascia l’agenzia, subito dopo avere approvato l’aspartame anche per le bevande dietetiche. Successivamente diventa consulente scientifico presso l’azienda di pubbliche relazioni della Searle. Ma non è il solo. Ci sono stati sette consulenti chiave che lavoravano all’FDA e che avevano preso decisioni cruciali per l’aspartame, e infine sono finiti in varie aziende collegate all’aspartame. “Da allora”, dice Erik Millstone, Prof. Di Politiche della Scienza all’Università del Sussex, “tutti gli stati del mondo che hanno approvato l’aspartame si sono basati sugli studi iniziali finanziati dal produttore. Dopo l’entrata in commercio di questo dolcificante, ci sono stati altri studi intermedi, ma fino all’arrivo della ricerca dell’Istituto Ramazzini, nessuno aveva indagato sul cancro.” L’istituto Ramazzini di Bologna nel 2005 pubblica il primo studio sui ratti secondo il quale l’aspartame è un agente cancerogeno. Alla trasmissione Soffritti dichiara: “Dal primo studio che noi abbiamo condotto, abbiamo riscontrato un aumento significativo dell’incidenza di linfomi e leucemie nelle femmine, oltre che un aumento significativo dei tumori delle pelvi renali, sempre nelle femmine. Per quello che riguarda invece i maschi, abbiamo riscontrato un aumento significativo, dose correlato, dell’incidenza dei tumori dei nervi cranici”. In un successivo esperimento è stato somministrato il dolcificante insieme alla dieta della madre, quindi a partire dalla vita fetale. L’effetto cancerogeno risulta evidente anche a dosi molto basse. In una ricerca pubblicata nel 2010, l’aspartame è stato somministrato a un’altra specie di roditori, il topo, sempre a partire dalla vita fetale. Lo studio ha evidenziato un aumento significativo dell’incidenza dei tumori del polmone e del fegato nei maschi. Soffritti spiega: “L’aspartame viene scisso nei suoi tre componenti che sono la fenilalanina, l’acido aspartico e il metanolo. Il metanolo viene assunto come tale dal tratto intestinale, trasferito al fegato e nel fegato viene metabolizzato a formaldeide ‹…› che è cancerogeno”. Le principali forme di tumore indotte dall’aspartame nei ratti sarebbero i linfomi e le leucemie (tumori del sangue) già al 50% della dose giornalmente raccomandata che è di 40 mg/kg di peso corporeo. Consultato da Report, H.Kenigswald, Direttore Gruppo Esperti Additivi EFSA, dichiara che l’OMS aveva posticipato la valutazione dell’aspartame (fine anni ’70), dirimendo la questione a favore dell’additivo dopo aver ricevuto ulteriori informazioni. Pare, però, che le informazioni facessero capo a tre studi finanziati dalla Searle, il produttore di aspartame.
Spiega Soffritti: “…noi manteniamo in vita gli animali fino alla loro morte spontanea che rappresenta per noi un principio chiave per la conduzione di questi esperimenti perché come noi non sacrifichiamo gli uomini all’età di 50-55 anni non si capisce perché dovremmo sacrificare gli animali che dovrebbero riprodurre, mimare la situazione umana, a 110 settimane di età che rappresenta i 2/3 della loro vita ‹…› Se lei considera che l’80% delle diagnosi per tumore, vengono fatte nell’uomo dopo l’età dei 55 anni, altrettanto nell’animale le diagnosi di tumori maligni vengono fatti nella terza parte della vita, non nei primi 2/3. Precisa Fiorella Belpoggi che c’è stata una revisione delle linee guida metodologiche internazionali circa la conduzione degli studi sugli animali: “I metodi sono stati rivisti e si è detto: per fare gli studi di cancerogenesi si comincia fra le 6 e le 8 settimane, che è come dire 15 - 18 anni in un uomo e si finisce a 104 settimane, si tronca l’esperimento e si sacrificano tutti gli animali”. Prosegue Soffritti: “‹…› Secondo il modello sanitario mondiale, è come se noi cominciassimo a ingerire le sostanze chimiche soltanto dopo i 15 anni di età. E se queste sostanze causano il tumore che insorge verso i 60 anni, non lo possiamo sapere perché le cavie vengono sacrificate prima. ”. Precisa Fiorella Belpoggi che c’è stata una revisione delle linee guida metodologiche internazionali circa la conduzione degli studi sugli animali: “I metodi sono stati rivisti e si è detto: per fare gli studi di cancerogenesi si comincia fra le 6 e le 8 settimane, che è come dire 15 - 18 anni in un uomo e si finisce a 104 settimane, si tronca l’esperimento e si sacrificano tutti gli animali”.
Morale della favola, entro il prossimo settembre (2012), l'EFSA, sotto obbligo della commissione europea, dovrà rivalutare la sicurezza sull'aspartame. Resta il fatto che la metà degli scienziati EFSA lavorano per multinazionali (Nestlé, Danone, Coca Cola) che usano l’aspartame.
L’aspartame nasce in una cornice di presunti interessi che triangolano tra la politica, una multinazionale e la FDA, l’agenzia americana che dovrebbe garantire la sicurezza di alimenti e farmaci. Sin dall’alba della sua introduzione verrebbero rilevati pesanti effetti collaterali associati al suo consumo, tra cui linfomi, leucemie e tumori al cervello. Tant’è che per otto anni la sua commercializzazione viene sospesa. Tra presunti trucchi ed inganni le ricerche a favore dell’aspartame, condotte dalla stessa ditta produttrice, hanno soppiantato qualsiasi contraddittorio scientifico sollevato nel corso di questi 30 anni. Comprese le ricerche dell’Istituto Ramazzini, considerate le più approfondite sulla correlazione tumore-aspartame. Pare che niente riesca a scalfire la credibilità e la sicurezza dell’aspartame ribadite dai maggiori organismi di Europa e America nel campo dei controlli alimentari: EFSA e FDA. Ma già il primo studio Ramazzini trova una vasta eco in rete (che già da anni denunciava l’aspartame) per approdare in tv con la trasmissione Report. Ora l’EFSA, sotto pressione della Commissione Europea, dovrà pronunciarsi a Settembre 2012 sulla sicurezza del famigerato dolcificante. Il nostro giudizio. Come abbiamo sempre fatto, è la scienza ufficiale a rappresentare la nostra bussola. Ogni deroga significherebbe aprire le porte a tutto ciò che è anti-scientifico o para-scientifico. Ed ogni rimedio della nonna, terapia sciamanica, dieta del momento o diagnosi col terzo occhio reclamerebbero dignità di riconoscimento. In attesa di ulteriori chiarimenti si suggerisce di procedere secondo prudenza limitando al minimo il consumo di aspartame. Appuntamento a Settembre! Tradotto
in
pratica, quanto aspartame si può assumere ogni giorno in
rapporto al peso
perché non sia pericoloso?
Esempio di una persona di 60 kg che totalizzi 910 mg giornaliera di aspartame
Esempio di un bambino di 30 kg (dose giornaliera accettabile di 1200 mg)
E l’aspartame nelle etichette? C’è scritto quanto aspartame si trova nel prodotto? No, perché la legge non lo prevede. La legge impone alle industrie solo i limiti di aspartame da aggiungere ai prodotti, ma non di dichiarare in etichetta quanto ne mettono. Per esempio, il limite delle bevande analcoliche à di 600 mg/L , dei dessert e prodotti analoghi è 1000 mg/Kg, degli snack salati à 500 mg/Kg, della frutta in scatola à 1000 mg/Kg, delle salse è 350 mg/Kg, dei prodotti di panetteria è 1700 mg/kg (Direttiva 94/35/CE). Dunque per ora non possiamo sapere quanto aspartame c’è nella bibita o nello yogurt.
Le
critiche della FDA allo studio Ramazzini 1.
La
presenza di infezioni
tra gli animali testati che avrebbero influenzato il risultato 2. Considerando la recente e passata letteratura, non è stato trovato nessun collegamento tra aspartame e cancerogenicità 3. La mancanza della documentazione completa relativa agli studi richiesta dall’EFSA Assieme
alla FDA, ci rassicurano sulla sicurezza dell’aspartame
alcuni dei maggiori
organismi di controllo dei farmaci: EFSA, NCI (National Cancer
Institute), CDC
(Center for Desease Control). Il
documento del NCI (National Cancer
Institute) osserva che: 1. L'incidenza complessiva dei tumori al cervelloal sistema nervoso centrale ha cominciato a salire nel 1973, 8 anni prima dell'approvazione dell'aspartame, e ha continuato ad aumentare fino al 1985. 2. l'aumento dell'incidenza complessiva cancro al cervello si è verificato soprattutto nelle persone di età 70 e più anni, un gruppo che non è stato esposto alle più alte dosi di aspartame sin dalla sua introduzione Cosa dice
il
CDC (Center
for Desease Control) si esprime con
una nota del 1984 circa in cui si valutavano i reclami dei consumatori
pervenuti
alla FDA sull'uso dell'aspartame:
Una rassegna di review
che scagionano l’aspartame
dalle accuse di tossicità, antifertilità e
cancerogenicità
10 DICEMBRE 2013 L’EFSA DECIDE: L’ASPARTAME È SICURO Ci siamo. C’è una sentenza che mette la parola fine ad una controversia che si trascina da decenni. Il gruppo di esperti scientifici dell’EFSA ha preso in esame tutte le informazioni disponibili e, in seguito a un’analisi dettagliata, ha concluso che l’attuale dose giornaliera ammissibile (DGA) di 40 mg/kg di peso corporeo/die è in grado di tutelare la popolazione generale. La DGA non è tuttavia valida per i pazienti affetti dalla patologia denominata fenilchetonuria (PKU), che richiede la stretta osservanza di una dieta a ridotto tenore di fenilalanina (aminoacido). A fronte di certi timori sollevati da nuovi studi, e prima ancora, dalla mitologia naturista-complottista, oggi sappiamo finalmente che l’aspartame:
Bibliografia: - Morando Soffritti et al., European Journal of Oncology "Aspartame
induces lymphomas and leukemias in rats" , vol. 10, n. 2, (luglio 2005) First
experimental demonstration of the multipotential carcinogenic
effects of aspartameadministered
in the feed to Sprague-Dawley
rats.
Soffritti M, Belpoggi F, Degli Esposti D, Lambertini L, Tibaldi E, Rigano A. Results of
long-term carcinogenicity bioassay on Sprague-Dawley rats
exposed to aspartameadministered
in feed.
Belpoggi F, Soffritti M, Padovani M, Degli Esposti D, Lauriola M, Minardi F. - Cancer Epidemiol
Biomarkers Prev. 2006 Sep;15(9):1654-9. Consumption of
aspartame-containing beverages and incidence of hematopoietic and brain
malignancies.
Lim U, Subar AF, Mouw T, Hartge P, Morton LM, Stolzenberg-Solomon R, Campbell D, Hollenbeck AR, Schatzkin A. Life-span
exposure to low doses of aspartame beginning
during prenatal life increases cancer effects in rats.
Soffritti M., Belpoggi F, Tibaldi E, Esposti DD, Lauriola M. - Environ Health Perspect. 2006 Mar;114(3):379-85. First
experimental demonstration of the multipotential carcinogenic
effects of aspartameadministered
in the feed to Sprague-Dawley
rats.
Soffritti M, Belpoggi F, Degli Esposti D, Lambertini L, Tibaldi E, Rigano A. - Review- Basic Clin Pharmacol Toxicol. 2008 Feb;102(2):118-24. Consequences of
exposure to carcinogens beginning during developmental life.
Soffritti M, Belpoggi F, Esposti DD, Falcioni L, Bua L. - Am J Ind Med. 2010 Dec;53(12):1197-206. Aspartame administered in
feed, beginning prenatally
through life span, induces cancers of the liver and lung in male Swiss
mice.
Soffritti M, Belpoggi F, Manservigi M, Tibaldi E, Lauriola M, Falcioni L, Bua L.
April 20, 2007
- http://www.fda.gov/Food/FoodIngredientsPackaging/FoodAdditives/ucm208580.htm
Artificial
sweeteners and
cancer risk in a network of case-control studies.
Gallus S, Scotti L, Negri E, Talamini R, Franceschi S, Montella M, Giacosa A, Dal Maso L, La Vecchia C. Artificial
sweeteners and the
risk of gastric, pancreatic, and endometrial cancers in Italy.
Bosetti C, Gallus S, Talamini R, Montella M, Franceschi S, Negri E, La Vecchia C. http://www.efsa.europa.eu/it/efsajournal/pub/945.htm - Parere aggiornato in seguito a
una richiesta della
Commissione europea relativa al 2° studio ERF sulla
cancerogenicità
dell’aspartame, prendendo in considerazione i dati dello
studio presentati
dalla Fondazione Ramazzini nel febbraio 2009 http://www.efsa.europa.eu/it/efsajournal/pub/1015.htm -
Statement on
two
recent scientific articles on the safety of artificial sweeteners
http://www.efsa.europa.eu/it/efsajournal/pub/1996.htm
- Am J Clin Nutr. 2010 Sep;92(3):626-33. Epub 2010 Jun 30. Intake of
artificially sweetened soft drinks and risk of preterm delivery: a
prospective
cohort study in 59,334 Danish pregnant women.
Halldorsson TI, Strøm M, Petersen SB, Olsen SF. http://www.efsa.europa.eu/it/efsajournal/pub/2089.htm - http://www.efsa.europa.eu/it/efsajournal/pub/356.htm |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||