ALIMENTAZIONE
SPORT
DIMAGRIMENTO
a cura di Orazio
Paternò
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50 ANNI CON
ASSICURAZIONE Sono sempre affollati i falansteri degli aedi della salute senza fatica, dei rapsodi della forma un tanto-al-chilo e dei venditori di un prodotto che non hanno in magazzino. Messi i sigilli a questi fabbricati della furbizia, scopriamo che fare un po’ di fatica con costanza arrivando al 50esimo giro di calendario in buona forma cardiorespiratoria ci protegge negli anni a venire da infarto, ictus, demenza e da alcune forme di tumore come quelle al polmone e al colon-retto (ma non da quello alla prostata, Jama 2015). Scorriamo nei dettagli i risultati delle più recenti e quotate effemeridi scientifiche. Essere dei cinquantenni in forma aerobica riduce il rischio di ospedalizzazione per infarto in età avanzata con un 17% di abbassamento di tale rischio per ogni MET di forma cardiorespiratoria in più (American Heart Journal, 2015) ed è associato a un più basso rischio di mortalità causa-specifica negli over 65 anni a cui è stato diagnosticato un tumore. Uno studio effettuato su 19.458 pazienti ha rivelato che i cinquantenni in forma sono protetti in età avanzata anche dallo sviluppo di demenza, pur se in passato colpiti da ictus (Annals of Internal Medicine, 2013). L’efficienza cardiorespiratoria è tale da venire assurta a fattore predittore indipendente di mortalità per malattie cardiovascolari e di mortalità per tutte le cause e la sua portata sugli indici di mortalità si è rivelata sovrapponibile a quella del diabete mellito e degli altri fattori di rischio cardiovascolare (Jama, 1999). BETTER
FAT, BUT FIT I dati indicano anche che il rischio di mortalità per tutte le cause e per cause cardiovascolari è più basso nelle persone con un alto BMI (fino a 35), ma aerobicamente allenate rispetto a chi possiede un BMI da normopeso ma è scarsamente allenato (Obesity Reviews, 2010). “BETTER FAT, BUT FIT” è lo slogan di recente conio che racchiude magistralmente la priorità dell’attività fisica anche su fattori di rilievo come il sovrappeso. ANCHE
A PICCOLE DOSI La livella della salute, secondo le linee guida internazionali, raccomanda 150 minuti settimanali di attività fisica da moderata a intensa (America Heart Association). Auspicio disatteso dalla maggior parte degli anziani, ci dice una ricerca su vasta scala targata British Journal of Sports Medicine (2015). L’osservazione che molti anziani non si attengano pedissequamente ai 150 minuti non deve scoraggiare: è emerso che anche una dose di attività fisica da moderata a intensa sotto la soglia del minutaggio consigliato riduce la mortalità del 22% negli over 60. Lo studio chiosa affermando che un aumento della dose di attività fisica migliora questi benefici in modo lineare. Com’era lecito aspettarsi, chi si impegna di più viene premiato in proporzione. CONCLUSIONI In un mondo normale affermare che fare attività fisica con costanza per traghettarci in forma "nel mezzo del cammin di nostra vita" come assicurazione-salute & longevità per tanti altri giri di calendario sarebbe bollato come trovare nell'ovvio il proprio metronomo espressivo. Invece, fermi al palo della retorica picaresca della dieta anti-tutto, della pillola magica o del frutto esotico come allegorie dell'immor(T)alità prêt-à-porter , dichiarare l’evidenza è sovversivo. E antipatico, per gli incantatori di risulta. Nota: le ricerche analizzate hanno
fatto il punto sui benefici dell’attività
aerobica. Tante altre hanno messo in
luce i benefici dell’allenamento della forza (migliore
sensibilità insulinica,
densità ossea e incremento della massa magra). Gli
orientamenti della moderna
scienza della salute sono unanimi nello sposare entrambi i tipi di
attività
fisica. Scollinando quell’infinita anagrafe di rimedi da
fattucchiere. SITOGRAFIA
Midlife
Cardiorespiratory Fitness, Incident
Cancer, and Survival After Cancer in Men: The Cooper Center
Longitudinal Study.
Lakoski SG, Willis BL, Barlow CE, Leonard D, Gao A, Radford NB, Farrell SW, Douglas PS, Berry JD, DeFina LF, Jones LW Am Heart J. 2015 Changes in
mid-life fitness predicts heart
failure risk at a later age independent of interval development of
cardiac and
noncardiac risk factors: the Cooper Center Longitudinal Study.
Pandey A, Patel M, Gao A, Willis BL, Das SR, Leonard D, Drazner MH, de Lemos JA, DeFina L, Berry JD. Br J Sports
Med. 2015 Even a low-dose
of moderate-to-vigorous
physical activity reduces mortality by 22% in adults aged
≥60 years: a
systematic review and meta-analysis.
Hupin D, Roche F, Gremeaux V, Chatard JC, Oriol M, Gaspoz JM, Barthélémy
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Med. 2013 Midlife fitness
predicts less burden of chronic
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JAMA. 1999 Relationship
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Wei M, Kampert JB, Barlow CE, Nichaman MZ, Gibbons LW, Paffenbarger
RS Jr, Blair SN Ann Intern
Med. 2013 The association
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cohort study.
Defina LF, Willis BL, Radford NB, Gao A, Leonard D, Haskell WL, Weiner MF, Berry JD Obes Rev. 2010 Physical
activity, fitness and fatness:
relations to mortality, morbidity and disease risk factors. A
systematic
review.
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